GRIFFITH, David Wark
Regista e produttore cinematografico, nato a La Grange (Kentucky) il 22 gennaio 1875 e morto a Hollywood il 23 luglio 1948; cronista e critico teatrale, esordì come attore drammatico nel 1897 a Louisville. Dopo aver recitato varî anni con numerose compagnie di giro, nel 1907 esordiva come attore cinematografico (Rescued from an eagle's nest) e interpretava alcune pellicole, finché nel giugno 1908 dirigeva The adventures of Dollie. Per la Biograph, presso la quale rimase fino al 1913, realizzava poi alcune centinaia di pellicole brevi ma notevoli perché in esse G. sfruttava consapevolmente tutti i mezzi tecnici in funzione artistica.
Nel 1910 realizzò a Hollywood In old California, seguito da numerosi altri film interessanti per le innovazioni di carattere tecnico e artistico (Ramona, 1910, contiene p. es. il primo campo lunghissimo della storia del cinema), finché si volse di preferenza al film di argomento storico a grande spettacolo: The battle (1911); The massacre (1913); Judith of Bethulia (1913). Realizzati varî film (ricordiamo The Avenging conscience, 1914) per la RelianceMajestic, nel 1914-15 dirigeva The birth of a nation, realizzato con capitali privati, nel quale tutte le sue precedenti esperienze tecniche venivano portate alla loro espressione più completa. Diresse poi per la Triangle Intolerance (1916), film che ebbe un'influenza enorme sul progresso del cinema, specie per quel che riguarda l'elaborazione delle teorie sul montaggio, ma non ebbe successo commerciale. Dopo Hearts of the world (1917), che lanciò E. von Stroheim come attore, nel 1919 formò con Ch. Chaplin, M. Pickford e D. Fairbanks la United Artists Comp., per la quale girò, tra l'altro, Broken blossoms (1919) e Isn't life wonderful (1925).
Dopo l'avvento del sonoro realizzò Abraham Lincoln (1930) e The struggle (1931), che fu un fallimento, tanto che G., vendute le sue azioni della Un. Artists, si ritirò a vita privata sempre più appartato malgrado nel 1935 gli venisse assegnato un Oscar premio speciale. Nonostante i limiti della sua opera e il suo progressivo declino artistico, G. resta una figura di grande importanza nella storia del cinema: a lui si deve la scoperta, tra l'altro, dell'immensa importanza del film come strumento di propaganda sulle masse.