Griffith, David W.
La nascita del cinema americano
Tra i registi più importanti del periodo del muto, lo statunitense David W. Griffith è considerato il 'padre' del cinema americano. Seppe trasporre sullo schermo cinematografico episodi importanti della storia (in particolare del suo paese) e soggetti letterari, ottenendo risultati fino allora mai raggiunti. Per tali obiettivi si servì di tecniche di montaggio semplici ma efficaci, di cui sperimentò tutte le possibili combinazioni
David Wark Griffith, nato a Crestwood, presso La Grange (Kentucky) nel 1875, fu educato dai genitori alla lettura dei più grandi autori letterari. Inoltre suo padre, ufficiale dell'esercito sudista che aveva preso parte alla guerra civile, amava raccontargli episodi di storia e di politica.
Dopo aver svolto numerosi mestieri, tra cui quello di attore, nel 1908 Griffith girò il suo primo film, The adventures of Dollie ("Le avventure di Dollie"), che narra la commovente storia di una bambina rapita dagli zingari. Dal 1908 al 1913 il regista diresse circa 450 film, affrontando tutti i generi cinematografici, dal western al film d'amore, dal film storico a quello d'avventura, la maggior parte dei quali, della durata media di 15 minuti, è andata perduta. Tuttavia sperimentò fin d'allora molte innovazioni tecniche che avrebbe in seguito perfezionato nelle sue opere più mature.
Già in The adventures of Dollie Griffith ricorse a inquadrature particolari, utilizzando il cosiddetto piano americano (inquadratura in cui un personaggio è ripreso fino alle ginocchia) o il primo piano, al fine di dare maggiore movimento alle vicende narrate. Mentre in The lovely villa ("L'incantevole villa", 1909), per mostrare due azioni che si svolgono contemporaneamente, ma in luoghi differenti, il regista sperimentò quello che in seguito venne definito montaggio alternato. Alcune scene presentano, infatti, una donna minacciata da un gruppo di banditi, altre il marito che corre a salvarla. L'effetto ottenuto dalla continua alternanza di questi due eventi rende l'atmosfera ricca di tensione.
L'intuizione geniale di Griffith fu rendersi conto che un'azione non deve essere necessariamente filmata con la macchina da presa senza interruzione e dalla stessa distanza, ma può essere composta da più inquadrature, riprese da differenti punti di vista. Solo in seguito, in fase di montaggio, Griffith provvedeva a scegliere le inquadrature e a disporle nella successione che riteneva più efficace a valorizzare gli eventi raccontati. Egli infatti si accorse che l'inserimento di un primo piano o di un dettaglio nella stessa scena serviva a rendere più efficace l'azione mostrata.
L'interesse per la storia influenzò tutte le opere di Griffith e in particolar modo quelle che sono considerate i suoi capolavori. Così Nascita di una nazione (1915) racconta l'amicizia di due famiglie, una nordista e l'altra sudista, durante la guerra di Secessione statunitense. Le innumerevoli e grandiose scene di massa, riprese attraverso campi lunghissimi e seguite mediante lenti movimenti della macchina da presa, si alternano a statici primi piani dei personaggi. Inoltre, con un abile montaggio parallelo le varie storie si intrecciano dando vita a una narrazione ricca di movimento e di suspense.
Basato su grandi eventi della storia è anche il successivo Intolerance ("Intolleranza", 1916). Il film racconta quattro vicende lontane nello spazio e nel tempo: la caduta della città di Babilonia a opera di Ciro il Grande, la passione di Cristo, il massacro della notte di S. Bartolomeo e il contrasto di classe tra un industriale e i suoi operai. Le diverse storie si svolgono parallelamente fino al finale e il tema che le accomuna è quello dell'intolleranza nelle varie fasi della storia dell'umanità. Questa opera di ampio respiro resta una delle prove più importanti della storia del cinema, sia per la grandiosità delle scenografie sia per la sorprendente padronanza della tecnica cinematografica. Il film però fu un fallimento finanziario e negli anni seguenti il regista alternò successi (come Giglio infranto, 1919; Agonia sui ghiacci, 1920; Le due orfanelle, 1922) a opere meno fortunate, sino alla morte avvenuta a Hollywood nel 1948.