DĀVĪD rě'ūbēnī
Enigmatico personaggio ebreo, che si presentò nel 1524 a papa Clemente VII e nell'anno seguente al re di Portogallo come inviato di suo fratello Yōsēf, ipotetico re di tribù ebraiche indipendenti in Oriente, allo scopo di ottenere armi per riconquistare la Palestina e sottrarla al dominio dell'Islām. Suscitò vivissimo interesse presso ebrei e cristiani, finché, presentatosi a Carlo V in Ratisbona nel 1532, fu da questo imprigionato, e, secondo una notizia contemporanea, condotto in Italia e poi in Spagna, ove sarebbe morto in carcere. Secondo un'altra notizia contemporanea sarebbe morto sul rogo; secondo una terza nel 1535 sarebbe stato ancora in Italia a continuarvi la sua propaganda. Scrisse in ebraico una particolareggiata relazione dei suoi viaggi. Molte lettere e relazioni contemporanee (tra cui una relazione del Ramusio) parlano di lui. Di dove provenisse realmente, e quali fossero precisamente i suoi intenti, non è ben chiaro.
La relazione dei viaggi, in tedesco, con parte del testo ebraico, fu pubbl. da E. Biberfeld, Berlino 1892; l'intero testo ebraico in Neubauer, Mediaeval Jewish Chronicles, II, Oxford 1895, pp. 133-223, ripubbl. da A. Kahana, varsavia 1922; traduz. in jiddisch, Vilna 1927. Dāvīd Rĕ'ūbēnī nella letteratura: M. Brod, Rēubēni, Fürst der Juden (romanzo), Monaco 1925; Angiolo Orvieto, Il vento di Sion, Firenze 1928, pp. 95-98.
Bibl.: Steinschneider, Die Geschichtsliteratur der Juden, Francoforte sul Meno 1905, pp. 95-96.