McVICAR, David
Regista di opera lirica scozzese, nato a Glasgow nel 1966. Nel suo impiegare a tutto campo ogni risorsa offerta dal teatro di oggi, McV. realizza l’incontro ideale tra tradizione e innovazione con il suo modo di far teatro raccontando una storia il cui arco narrativo è tenuto in costante tensione grazie al lavoro compiuto sul corpo e sull’interpretazione degli attori.
Dopo aver studiato recitazione presso la Royal Scottish Academy of music and drama ed essersi laureato nel 1989, debuttò come regista di opera nel 1994 con Il re pastore di Wolfgang Amadeus Mozart con la compagnia scozzese della Opera North (dirigendovi anche Don Giovanni di Mozart e Sweeney Todd di Stephen Sondheim). Si affermò prima alla Scottish Opera dal 1996 con Idomeneo re di Creta di Mozart (e poi con The rake’s progress di Igor Stravinskij, Madama Butterfly di Giacomo Puccini, La traviata di Giuseppe Verdi, Der Rosenkavalier di Richard Strauss), quindi all’English National Opera dal 1998 con Manon di Jules Massenet (e poi con The turn of the screw e The rape of Lucretia di Benjamin Britten, Médée di Marc-Antoine Charpentier, Alcina di Georg Friedrich Händel, Tosca di Puccini). I maggiori successi li ottenne in seguito sia al Festival di Glyndebourne (Carmen di Georges Bizet nel 2002, Giulio Cesare in Egitto di Händel nel 2005, Die Meistersinger von Nürnberg di Richard Wagner nel 2011, Die Entführung aus dem Serail di Mozart nel 2015) sia al Covent Garden di Londra, istituzione con cui ha avuto un rapporto privilegiato a partire dal 2001 con Rigoletto di Verdi (e poi con Die Zauberflöte di Mozart nel 2003, Faust di Charles Gounod nel 2004, Le nozze di Figaro di Mozart nel 2006, Salome di Strauss nel 2008, Aida di Verdi nel 2010, Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea nel 2010, Les Troyens di Hector Berlioz nel 2012 e Andrea Chénier di Umberto Giordano nel 2015).
Nel 2009 ha messo in scena al Metropolitan di New York Il trovatore di Verdi, cui sono seguiti gli allestimenti di due titoli donizettiani, Anna Bolena nel 2011 e Maria Stuarda nel 2012 (mentre è programmata la conclusione della ‘trilogia delle regine’ con Roberto Devereux nel 2016), nonché l’accoppiata Cavalleria rusticana e Pagliacci nel 2015.
McV. pone sempre i personaggi al centro di ogni suo spettacolo, avendo quindi sempre bisogno di cantanti-attori capaci di una recitazione che rifiuta ogni tipo di gestualità stereotipata. Les Troyens (ripresi alla Scala di Milano nel 2014 e a San Francisco nel 2015) rimodulavano l’estetica del grand opéra (con il gigantesco cavallo assemblato con armi d’ogni tipo ed epoca, che avanza minaccioso verso le convesse mura di ferro di Troia che riempiono la scena a tutt’altezza, e alla fine s’incendia), ma coniugandolo con una bellezza estetizzante negli atti ambientati a Cartagine, dove la recitazione mescola i moduli della grande tragedia classica con il melodramma sentimentale, rendendo l’una e l’altra di notevole modernità.
La sua regia, mai disgiunta da una vena poetica, ha raggiunto spesso risultati ragguardevoli: una Salome ricalcata con grande tensione sul film Salò di Pier Paolo Pasolini, in un luogo dove un potere dittatoriale distrugge ogni nervatura morale e quindi rende assuefatti alla violenza, riducendo i corpi a oggetti da amare o odiare, ma comunque da distruggere; un Faust che strappa l’esile velo goethiano del la vicenda mostrando con una teatralità fiammeggiante il paradosso di una borghesia del secondo impero che celebra la propria supponenza eleggendo quest’opera a suo titolo favorito, non accorgendosi di essere il soggetto di questo impietoso ritratto; una Manon che mette in scena il Settecento, ma racconta una modernissima disperazione esistenziale vista come ennesima tappa della guerra dei sessi.
Tra gli altri spettacoli più significativi, si ricordano: a Bruxelles Agrippina di Händel (2000) e Don Giovanni di Mozart (2007), a Chicago Billy Budd di Britten (2001), Elektra di Strauss (2012) e Wozzeck di Alban Berg (2015), al Festival di Salisburgo Les contes d’Hoffmann di Jacques Offenbach (2003), al Théâtre Champs-Elysées Semele di Händel (2004), a Strasburgo Così fan tutte di Mozart (2005) e l’intero ciclo Der Ring des Nibelungen di Wagner (200711), a Francoforte Don Carlo di Verdi (2007), al Festival di Aix-en-Provence La clemenza di Tito di Mozart (2011), a Vienna Tristan und Isolde di Wagner (2013).
Nel 2012 è stato nominato cavaliere del Regno Unito per il suo servizio all’opera lirica.