Malouf, David
Poeta e scrittore australiano, nato a Brisbane (Queensland) il 20 marzo 1934. Nella raccolta poetica Bicycle and other poems (1970) compaiono i temi tipici della sua produzione: la fanciullezza in Australia, la peculiarità del Paese, l'attrazione per l'Europa. La vena narrativa di M. si rivela con Johnno: a novel (1975), storia di due giovani di Brisbane, Dante, educato e sensibile, e Johnno, violento e disturbato. La chiave del romanzo sta tutta nell'evocata presenza di Brisbane prima e dopo la guerra.
Il protagonista di An imaginary life: a novel (1978; trad. it. 1994) è invece il poeta latino Ovidio che trascorre un triste esilio al limitare del mondo conosciuto, in cui gli inverni sono duri e il paesaggio aspro. Presto la presenza di un bambino, che vive da selvaggio nella foresta insieme con i lupi, diventa per Ovidio un'autentica ossessione; tenta d'insegnargli a parlare, ma presto il poeta capisce che è invece il bambino a trasmettergli il proprio linguaggio. Costretto a lasciare insieme a lui il villaggio per la foresta, a Ovidio si schiude una inattesa cultura: egli si è lasciato alle spalle la sua vita di poeta urbano ed è stato condotto in luoghi impensati dove infine troverà la sua pace e la sua verità. Fly away Peter (1982; trad. it. Vola via, 2004) è di nuovo una storia di esilio. Jim, un queenslander, ha finalmente trovato il suo posto nel mondo andando a dirigere una riserva di uccelli. È un uomo silenzioso, a suo agio solo quando osserva con pazienza le migrazioni dei volatili. La sua è una vita marginale poiché la storia del mondo non passa da quelle remote regioni dell'Australia. Tuttavia il migrare degli uccelli gli ricorda che è possibile varcare le enormi distanze che lo separano dall'Europa. Il suo amico Ashley è, invece, un uomo imbevuto di cultura europea. Ma queste distanze non contano niente: è il 1914 e nell'altro emisfero sta scoppiando una guerra. Jim e Ashley emigrano in Europa, in quella raccapricciante negazione di ogni paesaggio rappresentata dalla Prima guerra mondiale.
Questo è forse il più simbolico dei romanzi di M., costruito intorno a una serie di potenti opposti (Europa e Australia, innocenza e crudeltà, storia e natura). Harland's half acre (1984) è un intreccio di storie di vita: quella di un eccentrico pittore del Queensland, Frank Harland, e di un avvocato di Brisbane, Phil Vernon. Anche qui, i caratteri sono opposti. Harland è figlio di un contadino impoverito e vive ai margini della società; Vernon viene da una famiglia che vive nel terrore di ipotetiche catastrofi e sceglie la vita sicura dell'avvocato. L'onda lunga di crudeltà che ha investito l'Europa con lo scoppio del primo conflitto mondiale raggiunge anche queste lontane regioni. In The great world (1990; trad. it. 2000) M. dà voce alle memorie belliche. Ogni città, e Paese, ha vissuto la propria esperienza della guerra. In Australia, generazioni di giovani si sono arruolate per combattere battaglie di altri popoli. Per i due protagonisti la guerra sarà la dimostrazione di quanto la realtà di una nazione sia diversa dalla sua autorappresentazione. L'Australia incarna un'utopia per gli immigrati europei, utopia descritta in quello che forse è il capolavoro di M., Remembering Babylon (1993; trad. it. Ritorno a Babilonia, 1993), storia di un bambino bianco allevato dagli aborigeni che, ormai privo di identità, viene respinto dalla comunità d'origine quando, da adulto, vi ritorna: la conquista coloniale porta con sé, per M., un'incancellabile colpa. Al 1996 risale The conversations at Curlow Creek (trad. it. 1998): è un mondo di uomini, quello dei romanzi di M., più spesso di silenzi. Desta stupore, quindi, questo assoluto bisogno di parole dei protagonisti che sorvegliano un fuggiasco prima della impiccagione: è il loro modo per colmare l'atroce vuoto dell'inferno australiano. Del 2000 è Dream stuff (trad. it. La materia dei sogni, 2002): ancora una volta l'Australia di M. vi appare come un luogo selvaggio, popolato di personaggi il cui unico dominante sogno è la difficile interazione degli opposti.
bibliografia
C. Egerer, Fictions of (in)betweenness, Göteborg 1997.