STRAUSS, David Friedrich
Teologo tedesco, nato il 27 gennaio 1808 a Ludwigsburg nel Württemberg, morto ivi il 6 febbraio 1874. Studiò a Tubinga, e tutto preso dalla filosofia hegeliana si recò a Berlino nel 1831 per ascoltare le lezioni di Hegel, il quale però poche settimane dopo morì; delle lezioni dello Schleiermacher non rimase soddisfatto, e nel 1832 tornò a Tubinga come ripetitore. Nel 1835 pubblicò Das Leben Jesu, ma il carattere di quest'opera e la vivissima ostilità incontrata gli fecero perdere il posto di ripetitore, impedendogli anche la carriera accademica; insegnò allora privatamente in varî posti, e la sua esistenza randagia fu anche amareggiata dal suo infelice matrimonio (1842) con la cantante Agnese Schebert, da cui si separò nel 1847. Nel 1872 tornò alla città natale, dove morì.
Lo scritto a cui lo S. deve la sua celebrità è il suddetto Das Leen esu kritisch bearbeitet (voll. 2, Tubinga 1836, in realtà 1835), che è una sistematica applicazione dei principî fondamentali della filosofia hegeliana all'intera vita di Gesù (v. gesù cristo: Storiografia critica di Gesù, XVI, 877 segg.), e il cui splendido stile letterario fu una delle non ultime ragioni del gran successo incontrato. Contro il carattere soprannaturale della vita di Gesù qual è presentata nei Vangeli, lo S. nega recisamente la stessa possibilità del miracolo e quindi la realtà dei fatti miracolosi narrati nei Vangeli; ma nega questa realtà anche contro l'interpretazione della scuola razionalista (Paulus, ecc.), che spiegava questi fatti come semplici fenomeni naturali; per lo S. essi sono semplicemente dei "miti" (nel concetto hegeliano del "mito" contrapposto al "concetto"), e la sua interpretazione corrispondeva al terzo grado del processo: soprannaturale, razionale, mitico. Gesù era presentato come un giudeo pieno di sentimento religioso che, messosi al seguito di Giovanni Battista, aveva finito per convincersi di essere il Messia atteso dagli Ebrei; la sua convinzione si comunicò ai suoi entusiastici seguaci, accorsi a lui per le sue particolari attrattive morali, ma insieme gli scatenò contro l'invidia dei Farisei che ebbero il sopravvento e lo misero a morte. La scomparsa del Maestro rinsaldò la convinzione dei discepoli, che ripensando amorevolmente allo scomparso cominciarono nei loro ragionamenti su di lui a creargli attorno quei "miti", cioè le immagini di quelle azioni soprannaturali, che erano necessarie storicamente per dimostrarne il carattere messianico. Il Das Leben Jesu suscitò un'infinità di confutazioni, tanto che mentre le edizioni si susseguivano ogni anno (2ª ed., 1837; 3ª, 1838-39) lo S. impressionato cominciò a ritirarsi dalle sue posizioni estreme; tuttavia, con la 4ª ed. (1840), le rioccupò integralmente. Sul finir di vita lo S. aderì al darvinismo e divenne in sostanza ateo.
Altri suoi scritti sono: Leben Jesu für das deutsche Volk bearbeitet, Lipsia 1864, provocata dallo strepitoso successo della Vita di Gesù di E. Renan in Francia, e in cui la teoria della creazione del "mito" è notevolmente modificata. Di altro argomento: Die christliche Glaubenslehre in ihrer geschichtlichen Entwicklung (voll. 2, Tubinga 1840-41); Der alte und der neue Glaube (Lipsia 1872), oltre a biografie (Schubart, Berlino 1849; Ch. Marklin, Mannheim 1851; U. von Hutten, voll. 3, Lipsia 1858-60, ecc.) e a scritti varî. Sono raccolti da E. Zeller, D. Fr. S.' Gesammelte Schriften (voll. 12, Bonn 1876-78) e le lettere in Ausgewählte Briefe (Bonn 1895).
Bibl.: E. Zeller, D. Fr. S. in seinem Leben und seinen Schriften, Bonn 1874; A. Hausrath, D. Fr. S. und die Theologie seiner Zeit, voll. 2, Heidelberg 1876-78; S. Eck, D. Fr. S., Stoccarfda 1899; K. Harräus, D. Fr. S., sein Leben und seine Schriften, Lipsia 1901.