DAVID di Dinan (o Dinant)
Filosofo medievale, della cui vita ben poco si sa: anche il suo soprannome "de Dinant" non risulta se si riferisca al Belgio o alla Bretagna. Appartiene alla scuola panteistica del sec. XIII, e s'avvicina in gran parte alle opinioni di Amaury di Bène (o di Chartres), professando un panteismo materialistico. Classificati gli esseri in tre grandi categorie, sostanze separate ed eterne, anime, corpi, e messo Dio sopra a tutte, nega fra le diverse categorie ogni distinzione, e afferma che "tutte le cose formano una sola essenza". Le sue opere Quaternuli e De tomis et de divisionibus sono perdute.
I suoi seguaci (davidisti) ne diffusero sullo scorcio del sec. XII e all'inizio del XIII i principî panteistici, con scritti in lingua volgare, e giunsero a conseguenze mostruose, p. es., circa l'Incarnazione e l'Eucaristia. Il sinodo di Parigi del 1210 nella sua condanna coinvolse con le opinioni di D. le fonti aristoteliche da lui studiate nei commentarî arabi.
Bibl.: F. G. Hann, Über Amalrich von Bena und David von Dinant, Villaco 1882; G. Bareille, in Dictionnaire de théol. cath., IV, i, coll. 157-160.