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DAUNI

di Pier Giovanni Guzzo - Enciclopedia Italiana - V Appendice (1991)
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DAUNI

Pier Giovanni Guzzo

(XII, p. 409)

Con il nome di D. era distinta una partizione interna al popolo degli Iapigi: i D. occupavano il territorio più settentrionale della Iapigia, confinando a SE con i Peucezi, a NO con i Sanniti; verso l'interno della penisola erano i popoli enotri. Il mito e l'epica greco-arcaici hanno collegato ai D. in specie l'eroe Diomede, che avrebbe fondato Arpi, capitale di quel popolo; a Lucera sarebbe stata venerata un'antichissima statua in legno di Athena Iliaca. Da un punto di vista archeologico, l'identificazione di una cultura materiale definibile ''daunia'' appare possibile almeno dal 9° sec. e la si può seguire fino al 4°-3° sec., in un territorio che, comprendendo sempre l'attuale provincia di Foggia, conosce ampliamenti a destra del fiume Ofanto, fino a Ruvo di Puglia, entro il 6°-5° sec.; in parallelo nel Melfese (attuale provincia di Potenza) le particolarità culturali daunie si possono attestare dalla fine dell'8° a tutto il 5° secolo.

Per quanto riguarda il termine cronologico più antico, si è documentata una continuità di frequentazione degli insediamenti ancora dal periodo precedente del Bronzo finale (Monte Saraceno; Punta Manaccore; Coppa Nevigata): tuttavia la possibilità d'identificare una cultura distinta non risale oltre il 9° secolo. Fra le principali caratteristiche c'è la scultura di segnacoli sepolcrali in pietra: da Monte Saraceno, Castelluccio dei Sauri, Arpi, Troia, dalla piana sipontina si hanno numerosi esempi della classe, databile fino al 6° secolo. Gli esemplari più antichi sono costituiti da rappresentazioni di teste umane, maschili e femminili, schematiche, ma caratterizzate; quelli più recenti da un elemento parallelepipedo, raffigurante il corpo con le braccia, coronato da un secondo elemento stereometrico, raffigurante il capo: la superficie del corpo è decorata a incisioni (originariamente sottolineate dal colore), sia secondo schemi geometrici sia con figurazioni, fantastiche o riferite ad attività varie del gruppo sociale.

La produzione più abbondante e caratteristica è costituita dalla ceramica: il 9° e l'8° sec. vedono le classi del Geometrico Protodaunio (Antico, Medio, Tardo), mentre il 7° e la prima metà del 6° sec. sono distinti dalle classi del Subgeometrico Daunio i; nella seconda metà del 6° sec. e nel successivo si sviluppano produzioni definite come Subgeometrico Daunio ii. Nel 4° sec. si hanno prodotti del Subgeometrico Daunio iii. Progressivamente, oltre che dallo sviluppo morfologico dei recipienti, la decorazione passa dall'uso del solo colore nero opaco a quella bicroma nero/rosso (fabbrica di Canosa dal 7° sec.; fabbrica di Herdoniae dalla metà del 6° sec.). Gli schemi decorativi, generalmente geometrici e lineari, vengono, con il passare del tempo, ad assumere sempre maggior rigore; mentre specie la fabbrica di Canosa adopera anche ornamenti plastici aggiunti zoomorfi e antropomorfi.

La produzione ceramica daunia del periodo arcaico viene usata, oltre che ovviamente all'interno del territorio dei D., fino al litorale tirrenico della Campania (compresa la colonia greca di Pithecusa) e lungo le due sponde adriatiche. La produzione metallica è rivolta a ornamenti personali e ad armi: ma non mancano oggetti più complessi, come i bronzetti figurati, un cui ampio campionario è giustapposto, in una ricomposizione quasi sicuramente moderna, nel cosiddetto ''carrello di Lucera'', conservato al British Museum. Le sepolture, dal periodo più antico, sono a inumazione in posizione fetale; la posizione supina viene data ai defunti dal 4° sec., per influssi derivanti dalla progressiva infiltrazione degli Osci provenienti da Occidente.

La forma delle tombe è quella a fossa, la cui copertura può variare dal lastrone o dal semplice accumulo di ciottoli fino alla conformazione di un vero e proprio tumulo. Nel 6° sec. si hanno tombe a fossa di dimensioni maggiori, talvolta (Cupola di Siponto) con delimitazioni di muri a secco. Nel 4° sec. si adoperano tipiche tombe ''a grotticella'', scavate nel banco calcareo. Risulta già evidente che dalla conformazione delle sepolture e dal numero degli oggetti di corredo in esse deposti è possibile evidenziare l'esistenza di alcuni personaggi ''emergenti'' nel corpo sociale daunio dal corso del 6° sec.; a Lavello sono stati identificati, dalle particolarità costitutive dei corredi e dall'analisi della stratigrafia orizzontale della necropoli, due ''principi guerrieri'' sullo scorcio del 7° secolo.

Tale inizio della differenziazione della società procede in parallelo con il conformarsi dei siti abitati: questi, generalmente, occupano aree molto vaste, adoperate in funzione di abitato, di necropoli, di sfruttamento agricolo, con semplici apprestamenti difensivi ad aggere preceduti da un fossato. Questa tipologia è documentata ad Arpi e a San Paolo di Civitate (Teanum Apulum): intorno alle metà del 6° sec. sull'aggere di Arpi è sovrapposto un muro di mattoni crudi. Le abitazioni sono per lo più capanne, alcune delle quali sono state scavate e rilevate a Salapia, Ordona, Cupola di Siponto. Edifici di maggiore impegno, forse collegati a funzioni religiose, sono noti a Canosa-Toppicelli (in blocchi squadrati d'influsso greco); a Lavello; ad Ascoli Satriano; a San Paolo di Civitate. L'uso di antefisse fittili è attestato, dalla fine del 6° sec., anche per abitazioni: per le quali occorre quindi supporre strutture portanti di qualche impegno. Dal 4°-3° sec. le caratteristiche principali della cultura materiale dauna si stemperano sotto gli influssi italioti e per le sopravvenute influenze della repubblica romana: in quell'antica regione quest'ultima trovava ricchi approvvigionamenti di cereali e di prodotti della pastorizia.

Bibl.: R. Peroni, Archeologia della Puglia preistorica, Roma 1967; Atti del Colloquio internazionale di preistoria e protostoria della Daunia, Foggia 24-29 aprile 1973, Firenze 1975; E. M. De Juliis, La ceramica geometrica della Daunia, ivi 1977; AA. VV., Civiltà e cultura in Puglia, 1, La Puglia dal Paleolitico al Tardoromano, Milano 1979; M. L. Nava, Stele daunie, 1, Firenze 1980; A. Bottini, Principi guerrieri della Daunia del VII secolo. Le tombe principesche di Lavello, Bari 1982; La Daunia antica. Dalla preistoria all'alto medioevo, a cura di M. Mazzei, Milano 1984; F. Tinè Bertocchi, Le necropoli daunie di Ascoli Satriano e di Arpi, Genova 1985; La civiltà dei Dauni nel quadro del mondo italico, Manfredonia 1980, 13° Congresso nazionale di Studi etruschi, Firenze 1985; Profili della Daunia antica, Foggia 1985-1986; Pietre del Gargano. Scultura protostorica della Puglia settentrionale, a cura di M. L. Nava, Torino 1987; E. M. De Juliis, Gli Iapigi, Milano 1988.

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