DATTILO-EPITRITI
Periodi composti di serie dattiliche (per lo più nell'estensione del cosiddetto hemiepes -́⌣⌣-́⌣⌣-́(-), che nella forma sincopata e raddoppiata costituisce il pentametro), e dipodie trocaiche con i piedi pari per lo più allungati, spondaici (-́⌣-́-): l'ordine delle due categorie di elementi nel periodo varia. Il termine e la dottrina varrebbero specie per Pindaro, i cui epinici sarebbero costituiti per circa una metà di tali serie, e per Stesicoro, Simonide e specie Bacchilide, mentre i tragici adoprano tali versi più di rado e per lo più mescolati con altri ritmi. Il nome non è felice, perché dall'un canto in qualunque serie trocaica i piedi pari possono essere allungati senza che questo muti l'essenza del ritmo, e d'altro canto la dipodia trocaica compare anche in Pindaro nella forma normale -⌣-́⌣ o in quella sincopata -́⌣-́. E la dottrina è insufficiente:1. perché per far rientrare inolti versi di Pindaro nello schema è necessario ammettere che una sillaba ancipite possa spesso aggiungersi innanzi al primo e dopo l'ultimo gruppo del periodo (v. anacrusi); 2. perché non spiega i membri -́⌣⌣-́ e ⌣⌣-́ che compaiono troppo spesso nei cosiddetti dattilo-epitriti. Ora v'è tendenza a considerare buona parte dei cosiddetti periodi dattilo-epitriti quali costituiti di membri più brevi indivisibili, enoplî, prosodiaci, docmî, reiziani, gliconei, ferecratei, telesillei.
Bibl.: P. Maas, Griechische Metrik, Lipsia 1929, § 55; U. Wilamowitz-Moellendorff, Gr. Verskunst, Berlino 1921, p. 418 seg.; O. Schröder, Nomenclator metricus, Heidelberg 1929, p. 5 segg.; id., Grundriss der griech. Versgeschichte, Heidelberg 1930, p. 90 seg. (che propone il nome "calcidici" e scandisce l'hemiepes come coriambo+ionico).