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DATTARO, Francesco, detto Pizzafuoco

di Camilla Bellotti - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 33 (1987)
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DATTARO, Francesco, detto Pizzafuoco

Camilla Bellotti

La prima notizia che abbiamo sul D. è dell'ottobre 1557 quando fu eletto architetto della Fabbrica del duomo di Cremona, succedendo al padre Gabriele: nell'atto di nomina lo si definisce architetto già conosciuto in ambito locale, e si menziona, in particolare, la sua assistenza, condotta gratuitamente, ai lavori di restauro della facciata del battistero. In tale carica, è probabile che ideasse il monumento funebre dei cardinale Francesco Sfondrati in duomo, scolpito nel 1558 da Sebastiano Nani (Lucchini, 1894); quindi, nel 1569 si occupò della realizzazione degli altari delle cappelle del Battesimo (ora Madonna del Popolo) e del SS. Sacramento, con il concorso di Giulio e Bernardino Campi per l'ideazione complessiva e l'esecuzione dei dipinti, e di Giovan Battista Cambi per la modellazione degli stucchi (l'assetto di entrambe le cappelle è stato profondamente alterato nel '600; cfr. Bora, 1981). Per un decennio, dal 1568 al 1578. il D. fu impegnato nella riattazione dei palazzo pubblico di Cremona, con il rinnovo della facciata (l'attuale è un rifacimento ottocentesco), la sistemazione interna ad uffici, e la collocazione di due antichi portali (quelli delle sale degli alabardieri e dei decurioni), riportandone immediati apprezzamenti, come attesta il giudizio espresso pochi anni dopo da A. Lamo (1584).

La personalità dei D., celebrata ma poco delineata dalle fonti, e il cui operato risulta scarsamente documentato, è stata solo abbozzata dagli studi moderni. Spesso la figura del D. è confusa con quella del figlio Giuseppe, variando le attribuzioni, e a queste due si sono frammischiati Giulio ed Antonio Campi. P, con la recente individuazione degli studi e degli interventi architettonici spettanti a Giulio e ad Antonio Campi che anche il ruolo svolto dal D. nell'ambito dell'architettura cinquecentesca cremonese risulta maggiormente delineato (Bora, 1981).

Al D. e a Giuseppe è generalmente attribuito palazzo Affaitati (1561-70) a Cremona, dove si evidenziano riferimenti a Giulio Romano, mentre l'esuberante decorazione plastica del cornicione è un motivo che si ricollega all'ambiente locale. Ad un progetto del D. è riferito il rinnovamento generale di villa Affaitati a Grumello Cremonese, condotta a termine nel 1597 probabilmente da Giuseppe.

Vengono attribuite al D. la ristrutturazione delle chiese di S. Pietro al Po (1573-75) e di S. Lucia, la facciata di S. Abbondio e la chiesa di S. Maria del Canipo (1585) a Cremona, per la presenza nelle facciate di elementi e motivi ricorrenti: l'obelisco, il cornicione mediano sorretto da mensole e coperto da coppi, il disegno della finestra a tre luci, la ripartizione delle superfici con lesene abbinate poggianti su alto zoccolo, lo schema tripartito del prospetto di derivazione serliana.

Dal Repertorio exequiarum risulta che il D. fu sepolto il 22 apr. 1576.

Fonti e Bibl.: Cremona, Biblioteca governativa, ms. AA 2-43: D. Arisi, Galleria di pittori, scultori, architetti [inizi sec. XVIII], c. 41; A. Lamo, Discorso intorno alla Pittura. Cremona 1584, p. 76; G. Bresciani, La virtù ravivata de' Cremonesi insigni [1625], a cura di R. Barbisotti, III, Bergamo 1976, p. 37; Id., Huomini segnalati in arti liberali [sec. XVII], a cura di R. Barbisotti, III, Bergamo 1976, p. 67; G. B. Zaist, Notizie istoriche de' Pittori cremonesi, Cremona 1774, 1, pp. 237-40; G. Aglio, Le pitt. e le sculture... di Cremona, Cremona 1794, p. 16; G. Grasselli, Guida... di Cremona, Cremona 1818, pp. 18, 48; L. Corsi, Dettaglio delle chiese di Cremona, Cremona 1819, pp. 28, 30; V. Lancetti, Biografia cremonese, Milano 1819, 1, pp. 59, 87; G. Picenardi, Nuova guida di Cremona, Cremona 1820, p. 57; G. Grasselli, Abecedario biografico, Milano 1827, pp. 113 s.; A. Grandi, Descrizione... di Cremona, Cremona 1856, pp. 222, 224. 367; L. Lucchini, Ilduomo di Cremona, Mantova 1894, pp. 127 ss.; G. De Vecchi, Brevi cenni stor. sulle chiese di Cremona, Cremona 1907. p. 54; G. Galeati, Ilduomo di Cremona, Cremona 1936, pp. 191, 224; A. Venturi, Storia d. arte ital., XI,3, Milano 1940, pp. 506 s., 510 s., 591; M. Monteverdi, La dimora degli Affaitati, in La Provincia (Cremona), 5 nov. 1954, p. 2; A. Puerari, Cremona, in Tuttitalia, Lombardia, II,Firenze 1963, pp. 684, 690; Id., Le tarsie del Platina, Milano 1967, pp. 94, 146; P. F. Bagatti Valsecchi, L'archit. delle ville lomb. nell'op. di M. A. Dal Re, Milano 1967, pp. 52 ss.; A. Puerari, Archit. e decoraz. ... cremonese, in XVIII Congr. naz. d. ordine d. ingegneri, Cremona 1969, pp. n. n.; C. Perogalli-M. G. Sandri-L. Roncai, Ville d. Province di Cremona e Mantova, Milano 1973, pp. 407, 411; M. L. Ferrari, La "maniera de' Campi cremonesi" a Torre Pallavicina, in Annali d. Scuola normale superiore di Pisa, s. 3, IV (1974). 3, p. 806; M. Fantarelli, L'istituz. dell'Ospedale di S. Alessio... di Cremona, Cremona 1981, p. 19; G. Bora, G. e A. Campi architetti, in Per A. E. Popham, Parma 1981, pp. 21, 24 s., 32; M. Tanzi-A. Mosconi. Il palazzo comunale di Cremona. Milano 1981, pp. 31, 37, 46, 57; F. Voltini, La chiesa di S. Pietro in Cremona, Cremona s. d., pp. 15 s.; L. Goi, Palazzo Affaitati..., in Palazzo Affaitati a Cremona. Il nuovo Museo Civico, a cura di A. Piva, Milano 1984, pp. 34 ss.; U. Treschi, Quell'indiscreto fascino degli archivi, in La Provincia (Cremona), 18 genn. 1985, p. 3; A. Scotti, Architetti e cantieri., una traccia per l'architettura cremonese del Cinquecento, in ICampi e la cultura artistica cremonese del Cinquecento (catalogo della mostra), Milano 1985, pp. 371, 379 s.; C. Bellotti, Irifacimenti cinquecenteschi di S. Pietro al Po e l'intervento di F. D., ibid., pp. 405 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VIII, p. 419; Dizion. encicl. di arch. e urbanistica, II, p. 139.

Vedi anche
lesena Risalto verticale di una parete muraria, ripetuto in genere ritmicamente, che può avere funzione sia decorativa sia di rinforzo della parete medesima (v. fig.). Quando ha funzione tendenzialmente strutturale, è più propriamente detta parasta. facciata Il prospetto esterno di un fabbricato, corrispondente a ciascuno dei lati del suo perimetro. Si intende come muro di facciata la semplice caratteristica strutturale, mentre assume valore architettonico la sua più articolata connotazione formale: in particolare quella della facciata principale, su cui ... stucco Nome generico di diversi tipi di materiali plastici adesivi, di varia consistenza, che induriscono all’aria più o meno rapidamente, impiegati per la levigatura di superfici. arte Lo stucco, usato in scultura o nella decorazione architettonica per creare elementi in rilievo, è costituito da una malta ... altare Superficie piana, talvolta a livello del suolo, più spesso elevata, su cui si compiono sacrifici (semplici offerte o immolazioni di vittime) alla divinità. È compreso nel numero delle installazioni rituali della maggior parte delle religioni conosciute.  antichità I primi esempi di altare, risalenti ...
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Vocabolario
francésco
francesco francésco agg. e s. m. [dal lat. tardo Franciscus, der. di Francus «franco1»] (pl. m. -chi), ant. – Francese: La terra che fé già la lunga prova E di Franceschi sanguinoso mucchio (Dante); i modi e le cadenze della prosa f. (D’Annunzio)....
détto
detto détto agg. e s. m. [lat. dĭctus, dĭctum]. – 1. In funzione di participio, oltre agli usi di dire, sono da notare le frasi: è presto d., si fa presto a dire, non è cosa tanto facile come sembra; propriamente d.; così d. (v. cosiddetto);...
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