Dati
Famiglia lucchese che, giunta in città dal contado dove ebbe parecchi possessi nel Morianese e altrove, pur non presentando personalità di grande rilievo al pari di altre nobili casate della città, offre l'esempio di un solido ceppo i cui membri alternano l'esercizio delle cariche pubbliche con l'attività mercantile in patria e all'estero, raggiungendo una cospicua situazione patrimoniale.
A questa antica famiglia, prima ancora di Bonturo, ricordato da D. (If XXI 41), sembra essere appartenuto un Giovanni nell'825 creato cardinale col titolo dei santi Sergio e Bacco da Eugenio II, sconosciuto però ai due più recenti studiosi dei porporati lucchesi (vedi in bibl. P. Guidi-M. Giusti, I Cardinali Lucchesi).
Il primo dei Dati di cui si hanno notizie precise è un Dato spadaio della Cappella di S. Ilario di Brancoli ma abitante in Lucca in contrada di S. Salvatore in Muro, già morto nel giugno del 1331; in quell'anno, infatti, i consoli treguani danno licenza a Cadonna, vedova di Dato e figlia del quondam Bartolomeo da Lucca, tutrice del nipote Andrea, figlio di Ciomeo, di vendere a ser Ugo quondam Veltruccio quondam Uberto Borgognoni, maggiore offerente al pubblico incanto, la sesta parte del lago di Massaciuccoli, il valore della quale doveva essere pagato a Coluccio di quondam Nonaccorso Mingogi (Archivio Arcivescovile perg. A L n. 82).
Tra i figli di Dato il continuatore della famiglia fu Bonturo che determinò la rovina della patria e attirò su di sé e su Lucca l'ira e il disprezzo di Dante. Da lui nacque Piero e, attraverso questi, Francesco ricordato in due pergamene del monastero di Fregionaia rispettivamente del 25 Febbraio 1372 e 23 novembre 1389 (Archivio di Stato. Diplomatico ad annum). Egli fu il primo anziano della famiglia dopo la ripristinata libertà di Lucca per opera di Carlo IV di Boemia (1369), avendo ricoperto quella carica nel gennaio-febbraio del 1370 e 1377; il 12 agosto del 1377, anzi, ebbe a proporre in consiglio che le scritture pubbliche si togliessero dal luogo dove erano allora raccolte e si trasferissero nella torre o procinto detto di Raimondo per esservi stato chiuso Raimondo da Cardona, capitano dei Fiorentini, fatto prigioniero nella giornata dell'Altopascio. La sua proposta fu approvata " pro maiori et securiori conservatione librorum et Iurium civium et singularum personarum civitatis Lucanae " (Inventario I XVII).
Durante la dominazione pisana era stato Anziano nei bimestri novembre-dicembre 1356, gennaio-febbraio 1358, maggio-giugno 1361 e ottobre-novembre 1367. Da Francesco nacquero ser Gherardo e Andrea, ma dei discendenti del primo non si ha più notizia dopo il figlio Lamberto che dal 1377 al 1381 e nel 1385-86 figura tra i mercanti lucchesi presenti in Bruges e prende parte attiva alla vita di quella comunità. Il 28 agosto 1382, da una sentenza data dagli arbitri per una controversia insorta tra Francesco Panichi e Lazzaro Guinigi, risulta essere in Londra: a lui, infatti, a Iacopo Fava e Agostino da Massa gli arbitri affidano il compito di rivedere i libri commerciali di Fredi del Portico. In Bruges appare come fattore di Paolo Domaschi negli anni 1377-80; nel 1380-81 è pagatore per Arrighetto Sandei, il 18 agosto 1381, invece, per Iacopo Maulini (Libro della Comunità dei Mercanti Lucchesi in Bruges, pp. 11 ss.). In precedenza sembra aver esercitata la mercatura in Venezia dove, nel febbraio 1377, appare fattore di Michele Pagani (Regesti Lucchesi, t. II, 96 n. 610).
Andrea, Anziano nel marzo-aprile 1381, gennaio-febbraio 1383, maggio-giugno 1389 e novembre-dicembre 1391, l'anno stesso nel quale era stato vicario in Pietrasanta per il primo semestre (ibid. 303, nn. 1494-95), continuò per qualche anno in Bruges l'attività mercantile. Il 14 agosto 1390 giura nelle mani del console dei Lucchesi e dà come pagatore Gallico da Piastra (Libro della Comunità, p. 166); il 15 successivo partecipa all'elezione del nuovo console Francesco Totti e delle altre cariche della Loggia dando come suo pagatore il solito Gallico (ibid. 167). Da Chiara di Puccinello Martini Andrea ebbe Bettino la cui attività mercantile in Bruges è documentata per il 1395 e 1396 (Libro della Comunità, cit., p. 239). Nel 1402 è pagatore per Nicolao Bettini e suo pagatore figura Nicolao Ronghi; nel 1408, invece, è in Parigi procuratore di Alderigo di Nicolao Martini (Ser Domenico Lupardi 26 ottobre 1408. Arch. di Stato, Lucca, Arch. Notari n. 287, 1408, f. 1, 26-27) e in Parigi trovasi ancora nel 1422 (Regesti III, parte prima, 118 n. 643). Nel 1426 è di nuovo in Lucca dove, per mano di ser Paolo Serfederighi, fa il suo testamento. Da Caterina di Giovanni di Cello Martini egli ebbe, oltre Giovanni il cui figlio Matteo nel 1467 esercitava la mercatura in Alessandria di Egitto (Spedale di S. Luca n. 35 f. 234), Piero, il quale il 4 luglio del 1458 comperava da Nicolao quondam Dino degli Avvocati una casa in Lucca in contrada di S. Piercigoli. Avendo questi sposata Caterina di Lorenzo di Lazzaro Guinigi, entrò in casa Dati la sesta parte del patronato del beneficio dell'Assunta esistente in S. Simone e Giuda. Con Piero la famiglia si divide in due grandi rami: quello principale di Lorenzo di Piero, quello cadetto con Francesco di Piero, non avendo avuto prole gli altri due figli Bonturo e Giovan Battista; quest'ultimo, Anziano nel settembre-ottobre 1488 e maggio-giugno 1490.
I vari membri dei due rami della famiglia seguitarono ad aver peso nella vita pubblica della città; le fortune patrimoniali della casa tuttavia cominciarono a declinare nel primo quarto del secolo XVI. Infine la famiglia Dati si estinse, per mancanza di discendenza maschile, con Giovan Battista, figlio di Pietro del ramo di Lorenzo di Pietro di Bettino.
Bibl. e Fonti. - D. Barsanti, Pantheon delle Famiglie patrizie di Lucca, Biblioteca Manoscritti n. 130 c. 51; B. Baroni, Alberi di Famiglie, ibid. n. 21 cc. 33, 37; ID., Famiglie Lucchesi, ibid. n. 125 cc. 57v-58v; G.V. Baroni, Famiglie Lucchesi, Biblioteca Statale di Lucca, ms. 1111, cc. 39-71; Cronologia dei Signori dell'Ecc.ma Repubblica di Lucca dall'anno di N.S. 1369 all'anno 1600. Anziani al tempo della Libertà, n. 766 c. 79; Famiglie lucchesi. Notizie storiche ed armi gentilizie, Archivio Cerù n. 243 cc. 5, 35, 55; Libro delle famiglie nobili della Repubblica di Lucca e loro stemmi... Libri di corredo alle carte della Signoria, n. 83 c. 67; G. Tommasi, Notizie diverse. Biblioteca Manoscritti n. 102 c. 23; N. Tucci, Storia di Lucca, ibid. n. 68 c. 206; S. Bongi, Inventario del R. Archivio di Stato in Lucca, I, Lucca 1872, XVII; R. Archivio di Stato in Lucca. Regesti. II. Carteggio degli Anziani: I, dall'anno 1333 al 1368; II, dal 1369 all'anno 1400, Lucca 1903, 96 n. 610; 303 nn. 1494-95; III, I, ibid. 1925 (Carteggio di Paolo Guinigi 1400-1433), 118 n. 643; V (Carteggio Guinigi 1373-1492), Pescia 1943, 344 n. 1700, 416 n. 2056; F.P. Lusio, D. e Lucca, in D.-La vita, le opere, le grandi città dantesche: D. e l'Europa, Milano 1921, 183-186; F. Landogna, Le rappresaglie negli Statuti e nelle Carte lucchesi, in " Rivista di Storia del Diritto Italiano " VIII (1935) 23 (dell'estratto); P. Guidi-M. Giusti, I Cardinali Lucchesi in Camaiore al suo Cardinale .Ermenegildo Pellegrinetti, Camaiore 1938, 10-15; Libro della Comunità dei Mercanti Lucchesi in Bruges, a c. di E. Lazzareschi, Milano 1947.