data broker
loc. s.le m. e f. Intermediario tra i dati informatici raccolti e i clienti interessati ad acquisirli.
• è certo che i consumatori dispongono di pochi strumenti per proteggersi dall’occhiuta attenzione dei data brokers (gli operatori che raccolgono informazioni su di noi per venderle agli inserzionisti pubblicitari). (Carlo Formenti, Corriere della sera, 10 dicembre 2012, p. 34, Idee & opinioni) • Benvenuti a Big Data, il mercato (al momento un Far West ancora in attesa di regolamentazione) dei nostri alter ego virtuali. Un suk da 10 miliardi di euro l’anno dove ogni giorno si comprano e si vendono come figurine Panini ‒ a totale insaputa degli interessati ‒ le carte d’identità elettroniche degli italiani. Ritratti fedeli come fotografie, ricostruiti dagli algoritmi degli acchiappa-dati della rete, in arte i data broker. (Ettore Livini e Tiziano Tonutti, Repubblica, 14 giugno 2013, p. 1, Prima pagina) • Per unificare dunque tutte le informazioni che ci riguardano ‒ quelle che lasciamo al supermercato o mentre navighiamo online per poi suddividerle in migliaia di attributi e rivenderle in pacchetti ‒, queste aziende, o data broker, utilizzano degli identificatori unici. Sono come impronte che ognuno di noi lascia in giro senza rendersene conto: numero di telefono, casella di posta elettronica, indirizzo Ip, configurazione del browser e cookies. (Carola Frediani, Secolo XIX, 6 ottobre 2016, p. 7, Italia Mondo).
- Espressione inglese composta dal s. pl. data ‘dati’ e dal s. broker ‘intermediario’.
- Già attestato nella Repubblica del 20 giugno 2005, Affari & Finanza, p. 16 (Silvia Marchetti).