Dario
Re di Persia dal 521 al 486 a. C. Concepì e attuò un vasto piano di riforme miranti a trasformare l'immenso ma disorganico impero in uno stato unitario retto da un potere centrale saldo ed efficiente. Il nuovo assetto amministrativo e l'incremento delle risorse economiche ottenuto con lo sviluppo dei traffici sulle nuove grandiose strade e con un'oculata politica fiscale gli permisero di perseguire disegni di espansione a occidente. Portati all'Istro i confini dell'impero dopo una campagna contro gli Sciti (513) e domate le colonie ioniche dell'Asia Minore, si volse contro la Grecia; ma dopo una spedizione senza esito (492) il suo esercito fu sbaragliato dagli Ateniesi a Maratona (490). Dario morì mentre preparava una nuova invasione.
Nonostante Ia risonanza della vittoria ateniese sull'esercito barbarico del Gran Re, Dario rimane nella tradizione classica come una figura sostanzialmente positiva, insigne per la saggezza delle sue provvidenze amministrative ed economiche e per la grandiosità delle opere pubbliche promosse.
Forse per questo D., ricordatolo incidentalmente quale padre di Serse in Mn II VIII 7, evita di porlo tra gli sconfitti nella gara per l'impero del mondo.