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Fo, Dario

di Mirella Schino - Enciclopedia dei ragazzi (2005)
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Fo, Dario

Mirella Schino

Un moderno giullare

Uomo di teatro, attore, regista e autore, Dario Fo può essere considerato, insieme a Eduardo De Filippo, tra i più grandi attori italiani di fine Novecento. Lui stesso si è autodefinito un moderno giullare, che combatte il potere con le armi dell'arte, della comicità e del riso. Nel 1997 gli è stato assegnato il premio Nobel per la Letteratura

Un premio Nobel scomodo

Dario Fo, nato a Sangiano (Varese) nel 1926, è l'autore italiano vivente più rappresentato nel mondo. Tuttavia, i testi teatrali di Fo sono poco considerati dal mondo letterario, come se il fatto di essere un attore, per di più comico, e per di più tanto famoso e amato, lo trasformasse in un autore facile e commerciale.

Quando nel 1997 gli è stato assegnato il premio Nobel, le reazioni della cultura italiana sono state fredde o addirittura scandalizzate. Alcuni hanno perfino asserito di non sapere chi fosse Fo. La motivazione del Nobel fa riferimento al suo coraggio nell'"emulare i giullari medievali flagellando le autorità e sostenendo la dignità degli oppressi". Preservare la dignità umana, viene aggiunto, è indubbiamente uno degli scopi fondamentali del premio voluto da Alfred Nobel.

Un dito nell'occhio

Fo, che è anche scenografo e pittore, debutta come attore e autore agli inizi degli anni Cinquanta e già nel 1953 ha un immediato successo con Un dito nell'occhio, uno spettacolo di rivista, comico e satirico, politicamente di sinistra e nuovo per la graffiante critica sociale. Conosce in quell'occasione il mimo Jacques Lecoq, che gli insegna a sfruttare per fini teatrali, intensificandoli, i suoi difetti (il sorriso cavallino o la voce non limpida) e a creare contrasti efficaci tra ciò che dicono le battute e quel che dice la mimica.

Nel 1954 sposa l'attrice Franca Rame e con lei inventa un tipo di comicità nuovo, assurdo, venato di politica, clownesco (Chi ruba un piede è fortunato in amore, 1961, Settimo, ruba un po' meno, 1964, La signora è da buttare, 1967). Insieme a lei, nel 1962, partecipa alla trasmissione televisiva Canzonissima, che però abbandona, per non piegarsi alle pressioni della censura contro le loro battute a sfondo politico.

Mistero buffo

Per molti, l'arte di Fo si identifica con uno spettacolo nato nel 1969: Mistero buffo. È lo spettacolo che lo ha reso famosissimo in Italia e all'estero, più volte aggiornato nei decenni successivi. Il titolo, che ricalca quello di una celebre farsa politica e surreale di Vladimir V. Majakovskij, messa in scena da Vsevolod E. Mejerchol´d negli anni della Rivoluzione russa è di per sé una indicazione artistica e politica precisa. Mistero buffo è costruito come una composizione di brevi storie, di grande inventiva drammaturgica ed esuberanza mimica. Dario Fo, in maglione e pantaloni neri, solo sul palcoscenico, racconta e mima storie spesso di soggetto medievale o religioso: la resurrezione di Lazzaro, la vestizione di papa Bonifacio VIII, uno Zanni (un personaggio di servo della commedia dell'arte) affamato che sogna di prepararsi una zuppa gigantesca, ma, quando si sveglia, divora con gusto una mosca. Fo mima tutte le parti, passando da un personaggio all'altro, racconta in un dialetto lombardo reso comprensibile dalla mimica e dalle spiegazioni iniziali, oppure in grammelot (una lingua inventata che ne imita una esistente, utilizzando suoni senza senso insieme a qualche parola vera).

Ne deriva uno spettacolo unico, raffinato per la qualità dell'attore, ma anche semplice, che può essere portato in giro nei cabaret, nelle piazze, nei grandi teatri, nei tendoni da circo, davanti a qualsiasi tipo di pubblico.

Flagellare il potere

Dopo il 1968, in seguito ai grandi movimenti di rivolta politica, Fo lascia i teatri tradizionali. Presenta numerosissimi spettacoli sempre più comico-politici: da Morte accidentale di un anarchico (1970), e Il Fanfani rapito (1975), fino a Il diavolo con le zinne (1997) e Lu santo jullare Francesco (1997), utilizzando un sistema diverso per girare il paese, che impiega spazi non nati per il teatro. In questo modo, Fo evita il rischio più grave per l'attore comico: la dipendenza dal suo pubblico, il pericolo di adeguarsi a quel che vuole, di smettere di essere un giullare e di diventare un buffone. Per non diventare un buffone, e continuare a essere un giullare.

[Mirella Schino]

Cronologia sintetica

1926 - Nasce il 24 marzo a Sangiano in provincia di Varese.

1940 - Si iscrive all’Accademia milanese di Brera.

1944 - Si arruola volontario nell’esercito della Repubblica Sociale Italiana.

1950 - Inizia la sua carriera di autore per la radio e per il teatro.

1954 - Il 24 giugno sposa Franca Rame.

1969 - Il 1° ottobre, al cinema Ariston di Sestri Levante, va in scena Mistero buffo.

1978 - Al teatro alla Scala di Milano cura la regia dell'Histoire du soldat di Igor Stravinskij.

1985 - Il 18 ottobre, a Venezia, va in scena lo spettacolo Hellequin, Harlekin, Arlecchino.

1997 - Il 10 dicembre viene insignito del premio Nobel per la letteratura.

1998 - L'Università La Sapienza di Roma gli conferisce la laurea honoris causa in letteratura.

2016 - Il 13 ottobre muore a Milano.

[Red.]

Vedi anche
Franca Rame Attrice italiana (Parabiago 1929 - Milano 2013). Figlia d'arte, debuttò giovanissima nella compagnia girovaga del padre. Passata alla rivista nel 1948, incontrò D. Fo, divenuto poi suo marito, nello spettacolo di cabaret Il dito nell'occhio (1953). Dal 1958 è stata protagonista delle numerose commedie ... grammelot Lingua di fantasia praticata per l'uso scenico da attori dotati di particolare abilità di eloquio e capacità imitativa: nel grammelot il teatrante evoca le sonorità, l'intonazione e le cadenze tipiche di una lingua o di un dialetto attraverso la ricreazione parodica del lessico, giovandosi anche della ... Teatro degli Indipendenti Teatro d’avanguardia fondato a Roma nel 1922 da A.G. Bragaglia. Fu attivo fino al 1931, mettendo in scena, oltre a un repertorio sperimentale, pantomime e spettacoli di danza. Enzo Jannacci (propr. Vincenzo). - Cantautore italiano (Milano 1935 - ivi 2013). Vicino fin dagli anni Sessanta a G. Gaber e a D. Fo, ispirato dal jazz (Vengo anch'io) e dal cabaret (Ho visto un re), dalla tradizione popolare lombarda (El purtava i scarp del tennis) e dalla ballata d'impegno (Quelli che), Jannacci, ...
Indice
  • 1 Un premio Nobel scomodo
  • 2 Un dito nell'occhio
  • 3 Mistero buffo
  • 4 Flagellare il potere
  • 5 Cronologia sintetica
Categorie
  • BIOGRAFIE in Teatro
  • BIOGRAFIE in Letteratura
Tag
  • PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA
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