DARICO (δαρεικὸς στατήρ)
È la prima moneta d'oro regale dei Persiani Achemenidi, creata da Dario I (521-485 a. C.), donde il suo nome. Secondo un principio imposto da Creso, e che ebbe dipoi valore nell'evo antico, è di oro puro, non avendo che il tre per cento di lega: Erodoto lo dice κρυσίον χαϑαρώτατον (IV, 166). Pesa da gr. 8,35 a 8,42, come il siclo leggero del sistema ponderale babilonese, che è la metà del siclo pesante (gr. 16, 84).
Il tipo costante e uniforme reca il re seminginocchiato, la gamba sinistra in avanti, con lunga barba e lunghi capelli crespi, la cidaris dentellata sul capo e l'ampia tunica talare, detta caudis, rialzata sulle braccia e sul ginocchio sinistro. Con la sinistra tiene l'arco, con la destra un lungo giavellotto; sulle spalle è il turcasso pieno di frecce. Al rovescio è una depressione rettangolare, ma senza tipo. Questo è anche il tipo del darico di argento, meglio detto siclo medico, egualmente creato da Dario. Il tipo fece dare ai pezzi d'oro il nome di τοξόται, sagittarii.
Come la criseide di Creso, anche il darico fu creato da Dario per regolarizzare il pagamento delle imposte in Asia Minore; esso facilitò anche il commercio con gli Elleni. Non si conoscono le zecche che hanno coniato i darici, ma si può affermare che furono emessi esclusivamente nell'Asia Minore, certo nei centri delle satrapie dell'Asia Minore occidentale, Sardi e Dascilio. Si pensava che il tipo di queste monete fosse solo un'immagine vaga e astratta del re. Il Babelon all'incontro con accurate indagini è venuto ad affermare, che si riscontrano nelle diverse emissioni innegabili differenze non imputabili a singoli incisori, ma al fatto che al principio di ogni regno si adottava un tipo reale più vicino possibile al nuovo re, tipo che s'immobilizzava poi per tutta la durata del regno.
Verso la fine dell'impero achemenide, alcune zecche asiatiche - specie quelle di Babilonia - emisero oltre il darico anche dei doppî darici (gr. 16,83) e qualche mezzo darico (gr. 4,20). Queste emissioni si prolungarono sotto Alessandro e dopo la sua morte. Di tutte le monete d'oro coniate nell'antichità ellenica, il darico fu, insieme con gli stateri di Filippo e di Alessandro di Macedonia, la moneta più nota e diffusa.
Bibl.: E. Babelon, Les Perses achemenides, Parigi 1893, introd., p. 111 segg.; id., Traité des monnaies grecq. et rom., I, Parigi 1900, col. 469 segg.; II, i, col 249 segg.; F. Hultsch, in Pauly-Wissowa, Real-Encyclop., IV, col. 2181 segg., s. v.; A. Segré, Metrologia Bologna 1928, p. 95 segg., 237 segg.