danza
Il corpo che parla
La danza è una forma artistica che l'uomo usa sin dai tempi più remoti (quando ancora non esisteva la parola scritta) per esprimere attraverso il corpo i suoi sentimenti di gioia o dolore, vittoria o sconfitta, per evocare una divinità o esorcizzare una paura. Con il passare dei secoli, le danze sono diventate più organizzate, assumendo (in particolare nel mondo occidentale) un carattere prettamente artistico, oltre che di svago o rituale
Nel teatro greco venivano presentate azioni mimiche attraverso movimenti lenti e passi strisciati o movimenti sfrenati, con prevalenza di salti; mentre a Roma, ai tempi di Augusto, si prediligeva la danza saltata (saltatio). Nel Medioevo nelle piazze e nelle corti nascevano i primi balli popolari (ronda, ridda, tresca e rigoletto) e nel Rinascimento l'intrattenimento preferito era proprio il balletto, uno spettacolo diviso in scene (entrées) con canti, danze e poesie (che fungevano da intermezzo fra una portata e l'altra di un banchetto) e con un grand ballet finale.
In Italia, Pompeo Diobono fondò una Scuola di ballo nobile, per poi recarsi alla corte parigina col suo discepolo, Baltazarini da Belgioioso, che creò nel 1581 il Ballet comique de la Reyne. Luigi XIV, detto Re Sole proprio perché aveva interpretato la parte del Sole in uno di questi spettacoli, il Ballet de la nuit (1652), affidò al suo maestro, Charles Beauchamps, il compito di creare nel 1661 un'accademia per danzatori di professione. L'Académie nationale de la danse codificò lo stile della danza accademica, fissando le cinque posizioni di base dei piedi e delle braccia. Le braccia in prima sono basse, con i gomiti leggermente arrotondati per formare un ovale, in terza sono al di sopra della testa, con i palmi delle mani rivolti verso il basso; se i piedi sono in prima i talloni sono uniti e le punte rivolte verso l'esterno, mentre in quinta il tallone di un piede è di fronte alla punta dell'altro. Una delle pose più eleganti è l'arabesque, in cui il ballerino sta in equilibrio su una gamba mentre l'altra è sollevata indietro. Il termine pirouette indica invece il giro completo su un piede che può essere eseguito in posizioni differenti.
Nel 1760 il maestro Jean-Georges Noverre sostenne che la danza doveva cominciare a narrare una storia. Maria Taglioni ballò in La silfide (1832) sollevandosi per la prima volta sulle punte e rivoluzionando la tecnica della danza. Carlotta Grisi divenne famosa interpretando la struggente storia d'amore di Giselle (1841). Erano gli anni in cui all'Opéra di Parigi nasceva il balletto romantico: protagoniste dei balletti erano creature fantastiche che rappresentavano l'ideale femminile, avvolte in candidi tutù di garza. Fuori dai teatri, nelle sale da ballo, dopo il minuetto ‒ danza di corte fatta di inchini e piccoli passi ‒ nell'Ottocento fece scalpore il valzer, proprio perché si ballava per la prima volta in coppia.
Alla fine del 19° secolo Marius Petipa produsse in Russia la trilogia La bella addormentata nel bosco, Schiaccianoci e Il lago dei cigni, portando il balletto nel mondo del sogno e della favola, su musiche di Pëtr I. Čajkovskij.
Nella prima metà del Novecento grande risalto ha avuto in America Isadora Duncan, mentre nella seconda metà del secolo in Germania ha colpito il pubblico la particolare libertà espressiva di Pina Bausch. Ma regina della modern dance è stata Martha Graham, fondatrice della Scuola di danza contemporanea di New York (1927). Molte compagnie, in seguito, hanno aperto le porte anche alla musica leggera, al jazz, al pop e al rock. Negli anni Quaranta sono stati fondati il New York City ballet e il Royal ballet di Londra, dove si è formata Margot Fonteyn, danzatrice di grande temperamento. A Bruxelles Maurice Béjart (creatore, fra l'altro, di una celebre coreografia del Bolero di Maurice Ravel), ha fondato la compagnia del Ballet du XXe siècle.
Delle compagnie russe del Bolscioi e del Kirov si ricordano le carismatiche interpretazioni di Rudolf H. Nureev, l'espressività di Natalia Makarova, la grandissima tecnica di Michail N. Baryšnikov. Nel campo della danza il nostro paese è stato rappresentato da Carla Fracci, ma vanno ricordati anche Elisabetta Terabust, Paolo Bortoluzzi e Amedeo Amodio.
Non vi sono più, oggi, divisioni nette fra le diverse forme di danza teatrale. I coreografi del nostro tempo tendono alla cosiddetta 'arte totale', ispirandosi al teatro di prosa o al cinema.