TROISI, Dante
Scrittore e magistrato, nato a Tufo (Avellino) il 21 aprile 1920, morto a Roma il 2 gennaio 1989. Laureatosi in giurisprudenza a Bari, subito partì volontario per la guerra, combattendo in Libia e in Tunisia, dove nel 1943 fu fatto prigioniero; rimase in un campo di prigionia in Texas fino al 1946. Tornato in Italia, entrò in magistratura e fu prima pretore e poi giudice a Mede Lomellina, a Cassino e infine presso il Tribunale penale di Roma fino al 1974, anno in cui si dimise. Scrisse con assiduità su giornali e riviste: particolarmente significativa e congeniale fu la collaborazione al Mondo di M. Pannunzio.
L'opera di T. si muove fra narrativa e saggistica, fra invenzione e testimonianza, nelle forme prevalenti del dialogo e del diario. Esordì con il romanzo autobiografico L'ulivo sulla sabbia (1951) − che narra la presa di coscienza di un giovane fascista e di cui costituisce il seguito Gente di Sidaien (1957), episodi della guerra d'Africa −, ma acquisì notorietà soprattutto con Diario di un giudice (1955), raccolta di scritti già pubblicati sul Mondo, denuncia delle contraddizioni, delle ambiguità e delle miserie umane del mondo della giustizia. Il libro, di forte rottura con il conformismo di allora, procurò a T. un procedimento disciplinare, che tuttavia non lo distolse dall'affrontare nuovamente le stesse tematiche in I bianchi e i neri (1965; premio Campiello) e in Viaggio scomodo (1967; i tre libri di argomento giudiziario furono riuniti nel 1981 con il titolo Viaggio scomodo di un giudice). Lo stesso rigore morale e la stessa sofferta ricerca di un criterio assoluto di giustizia improntano anche i romanzi ambientati nel meschino e dolente mondo della provincia meridionale (La strada della perfezione, 1958; Innocente delitto, 1960; L'odore dei cattolici, 1963; Voci di Vallea, 1969), nonché la raccolta di testi teatrali Tre storie di teatro (Chiamata in giudizio, Il vizio dell'innocenza, Il frutto dell'albero, 1972). Nelle ultime opere, uscite dopo un lungo intervallo (La sopravvivenza, 1981; La finta notte, 1984; L'inquisitore dell'interno sedici, 1986, premio Campiello; La sera del concerto, 1991, postumo), si approfondisce lo scavo della psiche umana, mentre permane assillante l'esigenza di ricercare una risposta ai supremi quesiti dell'essere.
Bibl.: G. Pellecchia, Incontri: Berto, Pomilio, Rea, Troisi, Napoli 1966; G. Manacorda, Dante Troisi, in Letteratura italiana, Novecento, diretta da G. Grana, viii, Milano 1980, pp. 7845-62; G. Amoroso, Dante Troisi, in Letteratura italiana contemporanea, diretta da G. Mariani e M. Petrucciani, iv, Roma 1987, pp. 747-53; M.T. Giuffrè, in D. Troisi, La sera del concerto, Venezia 1991.