ROSSETTI, Dante Gabriele
Poeta e pittore nato a Londra il 12 maggio 1828, e morto a Birchington il 9 aprile 1882. Il suo nome di battesimo era Gabriel Charles Dante. Figlio del patriota Gabriele Rossetti (v.) e di Francesca Polidori, più vivace e attraente dei fratelli, il R. condivise con essi gl'ingegnosi passatempi della fanciullezza, quali il disegnare e lo scrivere versi, sicché l'ambiente famigliare gli servì d'eccellente tirocinio. Respirò fino dai primi anni un'atmosfera satura di letteratura; il nonno Gaetano Polidori stampava le composizioni dei giovinetti; e vi erano giornali e raccolte, destinati a circolazione privata, a cui tutti i membri della famiglia collaboravano. Leggevano moltissimo, e i romanzi gotici e macabri (il Melmoth di Ch. R. Maturin, i Tales of Terror di Monk Lewis, i romanzi di W. Scott) e i racconti di A. Poe lasciavano tracce profonde sulla fantasia di Dante Gabriele e della sorella Christina. Shakespeare e la Bibbia a parte, classici d'ogni famiglia in Inghilterra, il R. concepiva un entusiasmo giovanile per Byron; dallo Shelley, dal Coleridge, dal Blake, e infine dal Browning, apprendeva ad ampliare gli orizzonti del suo mondo poetico e a perfezionare la sua tecnica. Tutte le letture dei primi anni furono inglesi, e i libri francesi (De Musset, Hugo, Dumas) sembrano essergli stati più familiari degl'italiani. Non poteva non sentir discorrere parecchio di Dante dal padre, ma fu solo a sedici anni che lo lesse per proprio diletto, e ne ricevette un'impronta profonda, e più del Dante della Vita nuova che di quello maggiore. La fusione degl'influssi romantici suddetti con l'influsso dantesco rende conto dell'ispirazione originale del R. A sei anni componeva un poema drammatico, The Slave, di colore shakespeariano, a dodici, con gli altri fratelli, Roderick and Rosalba, a story of the Round Table, e, press'a poco alla stessa età, un poema romanzesco, Sir Hugh the Heron, a Legendary Tale in Four Parts, che, grazie al torchio del nonno, fu la sua prima opera stampata. Tra il 1845 e il 1849 tradusse in inglese la Vita nuova e la maggior parte dei poeti italiani dei primi secoli, che formarono il suo primo volume pubblicato: The Early Italian Poets from Ciullo d'Alcamo to Dante Alghieri in the original metres together with Dante's Vita Nuova, Londra 1861 (ristampato col titolo Dante and his Circle, with the Italian Poets preceding Him, ivi 1874).
Parallela all'attività letteraria, l'attività pittorica. Studiò pittura prima sotto la guida di F. S. Cary, poi all'Antique School della Royal Academy (1846); infine (1848) frequentò lo studio di Madox Brown, che fu suo maestro d'elezione. All'accademia strinse amicizia con i pittori Wwilliam Holman Hunt e John Everett Millais, e con essi nell'autunno del 1848 fondò la Pre-Raphaelite Brotherhood (v. preraffaellismo).
Era una personalità affascinante e dominatrice. Il suo contegno verso le persone dal cui tipo di bellezza era colpito, aveva qualcosa di magnetico. Di una delle sue modelle il R. si invaghì a tal segno da farla sua sposa. Era costei Elizabeth Eleanor (Lizzie) Siddal, donna di umile origine ma di grande intelligenza. Il R. la conobbe nel 1850 e la sposò dieci anni dopo, quando, già gravemente malata, ella non era più fatta per render felice l'artista. Sotto l'influsso di lui, la Siddal si mise a dipingere e a comporre versi: poche e imperfette testimonianze (specie i quadretti) d'uno spiccatissimo talento. Le lettere che il R. scrisse ai suoi intimi negli anni del fidanzamento testimoniano di quant'ansia e, talvolta, di quanta disperazione fosse fonte per lui la lenta consunzione che travagliava l'amata. Dopo un primo parto prematuro (1861), la salute della Siddal peggiorò ancora; soffriva di atroci nevralgie, e una sera del febbraio 1862 fu trovata in fin di vita per abuso di laudano (le Recollections of Rossetti di Hall Caine confermano l'ipotesi del suicidio). Il R., nella disperazione, fece seppellire con la morta l'unico manoscritto delle poesie originali che era venuto componendo da vario tempo (una delle più famose, The Blessed Damozel, fin dalla prima metà del 1847), e da allora in poi, benché seguitasse a lavorare alacremente, e sapesse ancora esser gioviale e spiritoso in compagnia degli amici, fu ossesso da melanconia e da mania di persecuzione. Faceva esperimenti di spiritismo, credeva d'esser visitato dall'ombra della defunta, e l'argomento del suicidio ricorreva insistentemente nei suoi discorsi. Dal 1863 abitò in un appartato e silenzioso angolo di Londra, a Cheyne Walk, Chelsea, in un'antica casa del periodo Tudor, già testimone dei convegni che, dopo la morte di Enrico VIII, la regina Caterina Parr dava a lord Seymour. Il R. empì le sale di pesanti cortinaggi, di mobili e d'oggetti d'arte curiosi, e soprattutto d'azzurre porcellane orientali, per le quali aveva una vera e propria passione; e tenne nel vasto giardino adiacente animali strani ed esotici, per cui aveva rivelato una predilezione fin dalla fanciullezza. Per un certo tempo condivisero l'alloggio G. Meredith e Ch. W. Swinburne, tipi eccentrici, la cui presenza aumentava la stranezza dell'ambiente. Ma nessuno degli episodî bizzarri della vita del R. supera in colorito macabro romantico quel ricupero del manoscritto dei suoi versi che egli, cedendo alle insistenze di amici, permise di effettuare, violando la tomba della moglie. Le poesie così ricuperate apparvero dapprima in edizione privata, poi venale, nel 1870: altre due edizioni apparvero l'anno stesso. In queste, The House of Life, canzoniere ove sono commemorate le esperienze spirituali del poeta ispirato dall'amore per la moglie, non comprende più di cinquanta sonetti e undici canzoni. L'edizione del 1881 include quattro poesie non comprese nel volume del 1870, ma omette i sonetti di The House of Life e alcuni altri che andarono a far parte di Ballads and Sonnets, Londra 1881.
Nel 1872 lo squilibrio mentale del R. toccò uno stadio acuto: aveva allucinazioni e soffriva d'insonnia, che egli tentava di combattere col cloralio; una volta ingoiò una fiala di laudano e fu salvato a stento. Visse circondato da amici fedeli; fece due lunghi soggiorni dai Morris a Kelmscott, e dopo il 1879 trovò sollievo nell'amicizia di Hall Caine. Nel dicembre del 1881 fu colto da una forma di paralisi e morì qualche mese dopo.
Composizioni giovanili come le versioni dall'italiano e The Blessed Damozel esprimono già in tutta la sua pienezza l'ispirazione del R. Il quale investì i nostri poeti dei primi secoli e Dante d'una passionalità affatto romantica, d'un complesso di sensualità e d'idealità in cui i critici han talora creduto di ravvisare gli estremi del misticismo. E se il senso d'insazietà, d'anelo tendersi a qualcosa d'indefinito e d'irraggiungibile che traspare nelle poesie e nelle pitture del R., costituisse sufficienti credenziali, il R. potrebbe a ragione dirsi "mistico" poeta. Ma il suo stato d'animo è piuttosto quello dei momenti di stanchezza sessuale, di accidia spasimosa d'esacerbati sensi; uno stato d'animo in cui, sotto il velluto d'una blanda e carezzevole soavità, sta in agguato l'artiglio d'Amore nato "d'ozio e di lascivia umana". In R. troviamo infatti una preferenza spiccata per motivi tristi e crudeli; il suo Medioevo è una leggenda di sangue, e l'estasi delle sue Beate Beatrici passa insensibilmente nella malia delle sue "Merciless Ladies", Astarti e Sibille: allegorie gemelle che, anziché rappresentare le une il Bene e le altre il Male, sono l'immagine bifronte d'uno stesso languore esausto e insaziato. In fondo Robert Buchanan, nel suo famoso attacco apparso contro il R. nella Contemporary Review dell'ottobre 1871 (The Fleshly School of Poetry - La scuola sensuale in poesia), per quanto mal condotte fossero le sue argomentazioni, una cosa aveva visto chiaramente: l'accento sensuale dell'arte rossettiana. Arte di serres chaudes che, affascinante dapprincipio col suo rigoglio, lascia poi un senso di soffocamento, e un bisogno d'aria libera. Arte funerea, sontuosamente funerea, arte d'ipogeo. Tra le poesie, assai tipico per intendere il motivo dominante dell'arte rossettiana è il gruppo di sonetti intitolato Willow-wood (Bosco di salici), ove elementi desunti dallo "stil nuovo" (particolarmente dalla Vita nuova) si complicano e si affinano in una visione d'un simbolismo sensuale e melanconico. L'acqua della fontana è come uno specchio magico ove l'invisibile si fa visibile, ove il desiderio trae dal sogno immagini d'un'intensità morbosa e struggente. L'acqua accostata alle labbra del poeta diviene la bocca della donna amata, che da un remoto abisso d'oblio sale ad affiggersi implacabile a quelle labbra, non diversamente dalle anime dell'Ade che salivano a bere il sangue libato da Odisseo nella fossa; e le piante del pallido bosco, come quelle dell'infernal bosco dei suicidi, sono spiriti che rompono in singhiozzi; e l'Amore intona un canto accorato; e infine il capo dell'amante si confonde sullo specchio dell'acqua con quello d'Amore, in una stessa aureola di santità e di martirio.
Se il R. studiò la sua tecnica di poeta sui nostri primitivi, li ricreò d'altronde secondo la propria ispirazione, li rivisse nella sua anima d'italiano straniato e saturo di romanticismo inglese. Se il suo è uno squisito artificio, d'altronde l'anormalità stessa di questa famiglia d'italiani trapiantata su suolo straniero pare aver condizionato il genio del poeta-pittore. Il Dante politico, settario e misteriosofico aveva preoccupato il padre, Gabriele, il cui clima mentale è quello del nostro Risorgimento; tutt'altro è il Dante del figlio, completamente indifferente ai problemi che agitavano allora gl'Italiani. Il Dante del R. è il poeta di Paolo e Francesca, impregnato dell'atmosfera del ciclo arturiano; quando il R. si provò a rendere i lati più austeri dell'anima dantesca, in Dante at Verona (scritto tra il 1849 e il 1853), non sentì la fantasia scaldarsi all'argomento. E se l'ispirazione della Blessed Damozel è dantesca (specialmente Parad., XXXI, 91 segg.), il R., anziché mantenersi in quella sublime sfera, ricade nel motivo tradizionale che Dante aveva sublimato, nel tema di "Io m'aggio posto in core a Dio servire" di Iacopo da Lentini, e del Pianto di Giacomino Pugliese, complicandoli d'un languore romantico stile troubadour desunto dai romanzi "gotici". Allo stesso genere d'ispirazione appartiene il racconto in prosa Hand and Soul, pubblicato nel primo numero del Germ (1850) e ristampato nei Collected Works del 1886. Oltre che dall'italiano, il R. tradusse dal francese (Villon) e dal tedesco (la Lenore di G. A. Bürger), e trovò un'altra fonte d'ispirazione nelle Border Ballads, sul cui modello scrisse le proprie ballate, specialmente Sister Helen (1851-52), notevole per la potenza con cui è resa la suggestione malefica.
Poco importanti le poesie che esulano da questi influssi medievali-romantici, quali Wellington's Funeral (1852), The Burden of Niniveh, altre d'ispirazione etica e politica, o il conato realistico di Jenny, o la browninghiana Last Confession.
Edizioni e trad.: Collected Works, voll. 2, Londra 1886 (ediz. riveduta e ampliata in un volume, ivi 1911); D. G. R.: his Family Letters, with a Memoir, a cura di W. M. Rossetti, voll. 2, ivi 1895; Letters of D. G. R. to W. Allingham, 1854-1870, a cura di G. Birkbeck Hill, ivi 1897. Traduz. ital.: Poesie, a cura di A. Agresti, Firenze 1899; La Casa di Vita, vers. di R. Pàntini, ivi 1921; M. Praz, Poeti inglesi dell'Ottocento, ivi 1925; F. Gargaro, in Rassegna italiana, XXI, fasc. 117 (febbraio 1928). Opere inedite: D. G. R., an analytical List of Manuscripts in the Duke University Library, with hitherto unpublished Verse and Prose, a cura di P. Franklin Baum, Durham (S. U. A.) 1931.
L'attività pittorica di D. G. R. - Nel 1849 il R., con qualche aiuto di Madox Brown, dipinse L'infanzia della Vergine Maria (collez. di Lady Jekyll) che attuava le tendenze dei preraffaelliti e raggiunse una freschezza e un'intensità raramente poi dallo stesso R. uguagliate. Seguì nel 1850 Ecce Ancilla Domini (Tate Gallery), che segnò il vertice della maniera strettamente preraffaellitica. La violenta opposizione che le opere dei raffaelliti avevano suscitato, fu superata, soprattutto per l'appoggio e la protezione entusiastici di J. Ruskin, e i quadri del R. cominciarono a trovare acquirenti. Egli strinse amicizia con W. Morris ed E. Burne-Jones (v.) che divenne suo allievo, e nel 1857 partecipò alla decorazione della Oxford Union. Lo stesso anno collaborò anche, col Millais ed altri, alle illustrazioni per le poesie di Tennyson nell'edizione del Moxon e fece il frontespizio per Goblin Market di sua sorella Christina.
Egli veniva già facendosi uno stile che divergeva dagli scopi dei preraffaelliti. Si rese conto che una stretta e laboriosa imitazione della natura non era il suo forte e, specialmente nelle illustrazioni ad acquarello per racconti romantici e avventurosi, cominciò a trovare l'ambiente e i soggetti più adatti alla sua visione poetica. Quadri come Il laboratorio, La canzone delle sette torri, Blue Closet, Hesterna Rosa, Come s'incontrarono sono brillanti esempî di questa qualità immaginativa intensa e talora mordente. Dopo la tragica morte della moglie, la forza di concentrazione che si palesa in tali opere cominciò a declinare. La figura della Beata Beatrice (1863, Tate Gallery) con i lineamenti della moglie morta, segna l'inizio d'una nuova fase. Il R. si dedicò principalmente a dipingere ritratti idealizzati di donne a mezza figura, per i quali servì da modello la moglie del Morris in sostituzione della Siddal. Monna Vanna, Madonna Pomona, Venus Verticordia, L'amata e molti altri dello stesso genere dimostrano una decadenza progressiva se non continua.
Sebbene molti affermino che i maggiori risultati artistici egli ottenne nel campo poetico, il posto del R. nell'arte inglese è tuttora importante. La sua personalità vivida e dominatrice s'impose ai suoi contemporanei, esercitando influsso anche su uomini più anziani come il Madox Brown.
Nel disegno e nell'uso dei colori a olio egli non giunse mai a una padronanza completa; ma nonostante le deficienze della preparazione tecnica si palesa un'intensa emozione e una ricca qualità poetica. Egli si formò una maniera di dipingere che girò onestamente la difficoltà di quelle deficienze. Basandosi sul sistema degli alluminatori medievali di delineare e di dare il colore piatto ma profondo e luminoso, egli riuscì mirabilmente a esprimersi, più che nei grandi, nei quadri di piccole dimensioni eseguiti ad acquerello o a colori opacati col bianco; e con questa tecnica appunto dipinse molte delle sue cose migliori.
Il R. è bene rappresentato nella Tate Gallery e in molte gallerie provinciali, nella Walker Art Gallery di Liverpool (Il sogno di Dante), nelle gallerie di Birmingham e Manchester, nell'Ashmolean Museum di Oxford e nel museo Fitzwilliam di Cambridge.
Bibl.: Th. Watts-Dunton, The Truth about R., in Nineteenth Century, marzo 1883; H. C. Marillier, D. G. R.: an illustrated Memorial of his Art and Life, Londra 1899; Pre-Raphaelite Diaries and Letters, ecc., pubblicate da W. M. Rossetti, ivi 1900; Hall Caine, Recollections of R., ivi 1928; W. M. Rossetti, D. G. R. as Designer and Writer, ivi 1889; F. G. Stephens, D. G. R., ivi 1894; H. Dupré, Un italien d'Angleterre, le poète-peintre D. G. R., Parigi 1921; R. L. Megroz, D. G. R., Painter Poet of Heaven in Earth, Londra 1928; M. L. Giartosio de Courten, I R. Storia d'una famiglia, Milano 1928; R. D. Waller, The R. Family, 1824-54, Manchester 1932; L. Wolff, D. G. R., Parigi 1934; K. Horn, Studien zum dichterischen Entwicklungsgange D. G. R.s, Berlino 1909; F. W. Bachschmidt, Das italienische Element in D. G. R., Friedland 1930 (tesi); B. J. Morse, D. G. R. and Dante Alighieri, in Engl. Studien, LXVIII (1933); L. A. Willoughby, D. G. R. and German Literature, Oxford 1912; E. Tietz, Das Malerische in R.s Dichtung, in Anglia, LI (1927); A. M. Turner, R'.s Reading and his Critical Opinions, in Publ. Mod. Language Association of America, XLII, fasc. 2; Thieme-Becker, Künstl-Lex., XXIX, Lipsia 1935 (con bibl.).