VARÉ, Daniele
Uomo politico, nato a Venezia nel 1817, morto a Roma la notte dal 19 al 20 luglio 1884. Laureatosi in giurisprudenza all'università di Padova, entrò (1843) in qualità di segretario presso la società per la ferrovia lombardo-veneta, ma si dimise, quando quella ferrovia fu posta sotto l'amministrazione del governo austriaco. Amico fin d'allora di Daniele Manin, contribuì a preparare il moto rivoluzionario del marzo 1848, e fu eletto deputato all'assemblea veneta, della quale fu uno dei rappresentanti più influenti, e vicepresidente. Caduta la repubblica veneta (agosto 1849), il V. fu dei quaranta ai quali l'Austria impose il decreto di proscrizione. Riparato a Lugano, poi a Losanna, strinse amicizia col Mazzini che aiutò nella redazione dell'Italia del Popolo, quindi si trasferì in Piemonte, esercitandovi l'avvocatura, sempre animato da vivi sentimenti d'amor patrio, tenendosi in continui rapporti con esuli e specialmente col Mazzini, che nel 1856 rivide a Torino, quando l'apostolo genovese vì andò nascostamente. E questa fu forse la ragione per la quale il V., dopo il tentativo rivoluzionario del giugno 1857 a Genova, fu arrestato a Torino (3 agosto), insieme con Domenico Giuriati e internato nel carcere di Sant'Andrea a Genova. Riconosciuto non farsi luogo a procedere contro di lui, non solamente fu posto in libertà, ma, contrariamente a tanti altri esuli che furono sfrattati dal Piemonte, egli poté rimanere in Torino, dove riprese ad esercitare l'avvocatura. Dopo la liberazione di Venezia il V. fu eletto deputato alla IX Legislatura per il collegio di Portogruaro e nelle successive per i collegi di Venezia, di Rovigo, di Belluno. Fece parte del breve gabinetto Cairoli (14 luglio-19 novembre 1879) come ministro guardasigilli, e fu per più anni vicepresidente della Camera.
Bibl.: Kiriaki, Necrologia di G. B. V., in Ateneo veneto del 1884; T. Sarti, Il Parlamento Subalpino e Nazionale, Terni 1890; A. Brunialti, Annuario biografico universale, I, Torino 1884.