Uomo politico statunitense (Salisbury, od. Franklin, New Hampshire, 1782 - Marshfield 1852); avvocato e oratore, entrò in politica come federalista liberale. Membro della Camera dei rappresentanti (1813-17), avversò il proseguimento della guerra contro la Gran Bretagna e si batté contro il progetto di Banca nazionale. Lasciata la politica attiva, riprese l'attività forense, specializzandosi nelle cause davanti alla Corte suprema. Acquisita vasta notorietà per la competenza giuridica e l'abilità oratoria, fu nuovamente eletto al Congresso, di cui divenne uno dei membri di maggior rilievo alla camera federale (1823-27) e al senato (1827-41); nel 1830 si oppose con vigore ai particolarismi del sud, riaffermando il potere conferito dalla costituzione al governo federale. Nel 1834 aderì al partito whig, di cui divenne uno dei capi; segretario di stato nel 1841-43, concluse con la Gran Bretagna il patto detto Ashburton-Webster. Rieletto al senato (1845), si batté contro l'estensione della schiavitù, ma nel 1850, sottosegretario di stato con M. Fillmore, preoccupato soprattutto di preservare l'unione, difese il compromesso sul regime schiavistico.