Libeskind, Daniel
Libeskind, Daniel. – Architetto di origine polacca (n. Lódz 1946) con cittadinanza statunitense (dal 1956) e israeliana. La sua formazione architettonica avvenne alla Cooper Union di New York, dove si è laureato nel 1970, ed è proseguita presso la University of Essex, nel Regno Unito. Dopo aver aperto studi a Milano, Berlino e Santa Monica, in California, opera con lo Studio Daniel Libeskind che ha sede a New York. Deve la sua fama internazionale prima alle sue elaborazioni grafiche e teoriche, poi alla realizzazione del Jewish museum a Berlino (1989-2001), frutto di un concorso internazionale. Nel 2001 è stato il primo architetto insignito dell’Hiroshima art prize, dedicato agli artisti che promuovono la pace e la comprensione fra i popoli; nel 2007 ha ricevuto la Gold medal for architecture del National arts club di New York. Con un progetto di grande fascino e denso di significati simbolici, nel 2002 ha vinto il concorso d’idee per la ricostruzione del World Trade Center di New York; sostanzialmente modificato da David Childs dello studio SOM, il progetto dell’enorme complesso è attualmente in avanzata fase di realizzazione: la torre principale, One world trade center, che nel progetto di L. si chiamava Freedom Tower, ha mantenuto l’altezza originariamente prevista da L., pari a 1776 piedi (541 m), per ricordare l'anno dell’indipendenza degli Stati Uniti. Fra le sue moltissime realizzazioni recenti, tutte importanti quanto, per alcuni aspetti, ripetitive nell’uso spettacolare di geometrie instabili e angolose, si ricordano: l’Imperial war museum a Manchester (1997-2002), cui nel 2004 è stato assegnato l’International award del RIBA (Royal institute of British architects); il Graduate centre della London Metropolitan University a Londra (2001-03); il bianco e scultoreo Studio Barbara Weil, galleria privata a Port d’Andratx, sull’isola di Majorca in Spagna (2003); il Maurice Wohl centre alla Bar-Ilan University a Ramat-Gan, presso Tel Aviv in Israele (2001-05), per il quale nel 2006 gli è stato assegnato ancora l’International award del RIBA; l’Hamilton building del Denver art museum, realizzato in collaborazione con Davis partnership architects a Denver, in Colorado (2000-06), accanto alla preesistente sede progettata da James Sudler e Gio Ponti nel 1971; l’addizione al ROM (Royal Ontario museum) a Toronto (2002-07), chiamata The Michael Lee-Chin Crystal per i suoi spigolosi volumi cristalliformi liberamente intersecantisi fra loro e sostenuti da un’ardita struttura in acciaio; il complesso residenziale The ascent at Roebling’s Bridge a Covington, nel Kentucky (2004-08); il Grand canal theatre (poi ridenominato Bord Gáis Energy theatre, dal nome dello sponsor) a Dublino, da 2111 posti, inaugurato nel 2010 (con RHWL architects e Arup); la radicale quanto riuscita ristrutturazione del Militär Historisches Museum a Dresda (2001-11); il Run run shaw creative media centre a Hong Kong (2002-11). In Polonia ha progettato la torre residenziale di lusso Zlota 44, nel centro di Varsavia (2005-12); in Italia una delle torri del discusso complesso City life a Milano (2004-14). Fra i suoi tanti, influenti scritti di carattere teorico si segnalano: The space of encounter (2001), il più autobiografico Breaking ground: adventures in life and architecture (2004, con Sarah Crichton) e Counterpoint: Daniel Libeskind in conversation with Paul Goldberger (2008).