DEFOE, Daniel
Poligrafo e romanziere, nato a Londra (probabilmente nel settembre 1660), morto ivi il 26 aprile 1731. Suo padre, James Foe (Daniel cominciò ad adottare il prefisso "De" per la prima volta, pare, nel 1695) fu fabbricante di candele e poi beccaio; era membro della setta dei Battisti. Daniel venne educato nel seminario dissidente diretto da Charles Morton a Stoke Newington; viaggiò poi in Portogallo, Spagna, Italia, Olanda, come apprendista commerciale. Nel 1683, di ritorno nell'Inghilterra che non doveva più lasciare, aprì un negozio di merciaio e cappellaio, e poco dopo (1684) concluse un matrimonio di convenienza con Mary Tuffley da cui ebbe sette figli. Il D. già cominciava ad occuparsi di politica: partecipò alla rivolta del Monmouth, ma riuscì a far perdere le sue tracce dopo la rotta di Sedgemoor; favorì poi la venuta di Guglielmo d'Orange, e ambì di diventare portavoce dei whigs. Ma fra la politica e la vita fastosa e galante (ebbe anche un figlio illegittimo; più tardi però doveva tornare a un rigido puritanismo), badava male ai proprî affari, sicché nel 1692 fallì. Per mezzo d'amici influenti entrò in contatto col governo e col sovrano stesso, da cui venne anche ripetutamente consultato. La sua attività politica non si limitò alla scrittura di opere come l'Essay upon Projects (1697) e specialmente il True-born Englishman (1701), satira in versi contro gli antiorangisti: il D. non esitò a diventare informatore segreto. Frattanto seguitava ad attendere a speculazioni commerciali. La morte di Guglielmo d'Orange fu un grave colpo per la carriera politica del D. Perseguitato per un libello, The Shortest Way with the Dissenters (1702), ardita mistificazione che gli valse non solo l'inimicizia della chiesa anglicana, ma anche dei nonconformisti, fu arrestato e condannato alla prigione e alla berlina, pena che servì a renderlo di nuovo popolare presso i correligionarî. Fu scarcerato nel 1704 per opera di Robert Harley, un tory moderato, che fornì a D. i fondi necessarî per il giornale The Review che cominciò ad apparire il 26 febbraio 1704, interamente redatto dal D. Una rubrica di codesto periodico, lo Scandal Club, con le sue discussioni di morale e di costume, servì di modello ai saggi del Tatler e dello Spectator. Nel 1709 apparve ad Edimburgo un'edizione scozzese della Review, contenente gli stessi articoli dell'edizione di Londra, ma con una cronaca locale; sicché a ragione il D. può chiamarsi il precursore del giornalismo moderno.
Il D. fece parecchi giri di spionaggio in Inghilterra e in Scozia sotto mentite spoglie di commerciante. Con l'avvento di Giorgio I, il D., che fino allora era apparso come whig, benché a servizio di un ministro tory (Harley), passò al servizio di Townshend, un whig, con l'incarico di apparire tory in pubblico, per informare il ministro sulle manovre avversarie. Scrisse opuscoli sostenendo anche idee contraddittorie, e badando soprattutto al lucro.
La carriera propriamente letteraria del D. comincia a sessanta anni, con la pubblicazione, il 25 aprile 1719, di The Life and Strange Surprising Adventures of Robinson Crusoe, of York, Mariner. Nel 1715 aveva scritto un libro di morale puritana, The Family Instructor, cosparso di racconti immaginarî; e già aveva composto biografie storiche, di Carlo XII di Svezia e del rev. Williams: a scriver biografie immaginarie lo spinsero il bisogno di denaro e la voga dei libri di viaggio e delle avventure dei delinquenti. L'ispirazione immediata di Robinson Crusoe venne dal racconto delle avventure del marinaio Alexander Selkirk contenuto nella seconda edizione (1718) di A Cruising Voyage round the World del cap. Woodes Rogers. Tale fu il successo del romanzo, che a pochi mesi di distanza il D. fece seguire le Farther Adventures, assai meno interessanti, e le Serious Reflections (1720), che lasciarono il pubblico assai freddo. Scoperta così una fonte di rapidi guadagni, il D. si diede alla composizione di romanzi d'avventure, di cui per solito sottoponeva un sunto preliminare all'editore, e, accettato questo, prescritto il numero delle pagine, il D. rapidamente stendeva l'opera, senza curarsi di correggerla. Così nacquero nel 1720 i Memoirs of a Cavalier, racconto di peripezie durante la rivoluzione puritana, e Captain Singleton, vita d'un filibustiere; nel 1722 The Fortunes and Misfortunes of the famous Moll Flanders, autobiografia di una ladra e prostituta, A Journal of the Plague Year, vivida descrizione della peste di Londra del 1665, The History of Colonel Jack, storia di un borsaiolo che diventa giacobita; nel 1724 The fortunate Mistress (Lady Roxana), autobiografia d'una cortigiana d'alto bordo.
Nel 1724 il D. pubblicò anche una guida d'Inghilterra, A Tour thro' the Whole Island of Great Britain, ove si mostra insensibile alle bellezze naturali e curioso solo degli aspetti utilitarî, e A New Voyage round the World; nel 1725 The Complete English Tradesman. Scrisse anche d'occultismo, The Political History of the Devil, e A System of Magic (1726), e innumerevoli altri opuscoli e libri su questioni d'economia, di commercio, di morale, ecc. Nel 1724 si era costruito una casa a Stoke Newington, dove aveva composto Robinson Crusoe, ma le sue condizioni economiche, nonostante il suo accanito mercantilismo (poco simpatico per esempio il modo con cui contrattò il matrimonio della figlia Sophia), dovevano essere precarie se, perseguitato da un creditore e temendo la prigione, fuggì a Londra ove morì poco dopo in una casa d'affitto.
Il D. professa rigidi principî puritani, e ha una fede nella provvidenza divina che fa talvolta pensare all'ispirazione religiosa di un Bunyan, eppure non solo nella vita agisce in modo tutt'altro che esemplare, ma anche nell'opera attribuisce ai suoi personaggi sentimenti e considerazioni etiche in netto contrasto con le loro azioni. La sua opera non è solo piena d'incongruenze di fatto (parecchi sono gli errori e gli anacronismi che si notano in Robinson Crusoe), ma anche d'incongruenze psicologiche, e a un primo esame si sarebbe tentati di definire la parte pietistica una lustra, di riconoscere la vera molla di tutto il mondo di D. nell'interesse, nel desiderio di far fortuna, e di citare il D. quale esponente non solo del mercantilismo, ma anche dell'ipocrisia che una sommaria psicologia di razze attribuisce ai suoi connazionali. In realtà il D. appare più contraddittorio di altri scrittori perché non si preoccupa di armonizzare contrastanti motivi che si trovano in ogni uomo; ma tutto fedelmente trascrive, come l'ispirazione gli detta dentro. Questo padre del romanzo moderno è ingenuo come un popolano quando si mette a scrivere un racconto; e l'aderenza alla realtà, dando un potente sapore di esperienza vissuta, redime quel che vi è di sciatto, di mal costruito, di superfluo nella sua opera. L'ingenuo atteggiamento verso la vita redime anche il carattere dell'uomo, onde invece d'un abbietto agente segreto e di un freddo commerciante, vediamo in lui soprattutto un carattere pateticamente umano; e invece d'un pennaiolo a scopi di lucro, un artista. Senza retorica, con note precise suggerite da un'immaginazione innamorata del particolare, il D. scrive l'epopea della borghesia inglese, l'epopea di sforzo tenace e vittorioso che è la storia di Robinson, il marinaro che per ventott'anni vive in solitudine in un'isola deserta presso la costa del Venezuela, prototipo dei pionieri che han reso anglo-sassone tanta parte del mondo. Robinson Crusoe sarà a un tempo la Bibbia e l'Odissea dei ragazzi anglosassoni. Ma se quest'opera è quella che tutti conoscono e che ha avuto un enorme influsso su tutte le letterature (p. es. sul Rousseau), Moll Flanders, certe parti del Journal of the Plague Year, e soprattutto Lady Roxana meritano la precedenza per naturale perfezione di stile. D. per il primo dà forma d'arte a una materia che fino allora era stata dominio esclusivo della letteratura popolare; da lui prenderà le mosse il Richardson. In romanzi come Memoirs of a Cavalier, The Journal of the Plague Year, ove l'autore ricostruisce un'epoca passata con l'aiuto di documenti, si ha un anticipo del romanzo storico dell'Ottocento.
Ediz.: Non esiste edizione moderna completa delle opere del De Foe, che sommano ad alcune centinaia. I romanzi sono stati ristampati parecchie volte. Una ristampa dei principali romanzi, conforme all'edizione originale, è apparsa presso l'ed. Constable (Londra 1923 segg.), un'altra in The Shakespeare Head Edition of the Novels and Selected Writings of Daniel Defoe (Oxford 1927 segg.). Traduzioni italiane della Vita e Avventure di Robinson Crusoè, dal francese (Venezia 1742-5), e a cura di G. Barbieri (Milano 1869); di Lady Roxana a cura di Guido Biagi (Milano 1930). Un'eccellente traduzione francese di Moll Flanders è quella di Marcel Schwob (Parigi 1895).
Bibl.: Per la storia del testo di Robinson Crusoe, v. H. C. Hutchins, R. C. and its Printing, Columbia University Press, 1925. L'opera principale di biografia e di critica è di P. Dottin, Daniel De Foe et ses romans, Parigi 1924. Sul D. politico vedi spec. R. Schmidt, Der Volkswille als realer Faktor des Verfassungsleben und D. Defoe, Lipsia 1924; P. Ritterbusch, Parlamentssouveränität in der Staats-und Verfassungsrechtslehre Englands, vornehmlich in der Staatslehre D. Defoes, Lipsia 1929. V. pure L. Stephen, Defoe's Novels, in Hours in a Library, Londra 1874; H. Ullrich, Defoes R. Crusoe, die Gesch. eines Weltbuches, Lipsia 1924; O. Williams, Roxana, in Some great English Novels, Londra 1926; W. de La Mare, Desert Islands and R. Crusoe, Londra 1930.