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Bovet, Daniel

di Giorgio Bignami - Enciclopedia dei ragazzi (2005)
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Bovet, Daniel

Giorgio Bignami

Il biologo innovatore nella ricerca sui farmaci

Daniel Bovet vinse nel 1957 il premio Nobel per la medicina o fisiologia con i suoi lavori su due tipi di farmaci: gli antistaminici e i composti curarici di sintesi. I primi sono usati in varie malattie allergiche, come l'orticaria e la febbre da fieno, o per curare le ulcere gastriche e duodenali. I secondi sono adoperati in anestesia per ottenere un completo rilassamento muscolare durante gli interventi chirurgici all'addome o al torace, e nella cura del tetano.

Un uomo generoso e un grande scienziato

Daniel Bovet fu un grande ricercatore, ma fu tutt'altro che uno scienziato chiuso in una torre d'avorio, dedito solo al suo lavoro. Nato in Svizzera nel 1907 da una famiglia dell'alta borghesia protestante francofona (il padre era stato un pioniere della moderna psicopedagogia), lavorò a Parigi presso l'Istituto Pasteur e lì seguì le esperienze degli antifascisti italiani in esilio in Francia per il tramite della moglie Filomena, figlia dello statista Francesco Saverio Nitti. In seguito, sempre a Parigi, fu testimone degli orrori dell'occupazione nazista. Sviluppò così una forte passione morale e civile, che applicò negli anni seguenti a molteplici iniziative.

Bovet fu un grande innovatore della ricerca farmacologica, nella quale introdusse due regole apparentemente semplici ma fondamentali per individuare farmaci sempre più efficaci.

La prima era che occorre identificare il ruolo svolto in varie malattie da sostanze presenti nell'organismo, la cui funzione è 'sfuggita di mano' ai normali meccanismi di controllo. La seconda regola, che è una conseguenza della prima, era di fabbricare sostanze (il farmaco appunto) 'analoghe' alle precedenti, ma in grado di annullarne l'azione. Con Bovet la ricerca di nuovi farmaci diviene un'impresa da pianificare scientificamente e quindi consapevole. In precedenza si era invece proceduto in modo molto più casuale.

Il caso del Prontosil rosso

Il medico tedesco Gerhard Domagk, lavorando in Germania su molecole di coloranti batterici per l'industria farmaceutica Bayer, aveva scoperto che la sostanza Prontosil rosso aveva un'azione battericida. La scoperta fu accolta con entusiasmo in quanto contro le malattie causate dai batteri non vi erano ancora farmaci validi; per questi studi a Domagk nel 1939 fu assegnato il premio Nobel.

Nel frattempo però a Parigi, nel prestigioso Istituto Pasteur, Bovet insieme ad altri due ricercatori era riuscito a dimostrare che la componente attiva battericida del Prontosil era una piccola molecola contenente zolfo: la sulfamide. Nasceva così, nel 1935, la preziosa famiglia dei sulfamidici, antibatterici derivati della sulfamide.

L'azione antibatterica dei sulfamidici è basata sulla loro capacità di bloccare l'azione di una sostanza indispensabile per la proliferazione dei microbi, l'acido paramminobenzoico. I batteri, pertanto, cessano di moltiplicarsi e l'organismo può riprendersi dall'infezione. Negli anni del dopoguerra i sulfamidici furono sostituiti dagli antibiotici e solo ultimamente sono stati utilizzati di nuovo per curare le infezioni delle vie respiratorie, le meningiti e le infezioni renali.

Il Nobel a Bovet

Il merito di Bovet nella scoperta della sulfamide era noto a tutto il mondo scientifico sin dagli anni Trenta, tuttavia non fu premiato insieme a Domagk nel 1939, ma solo nel 1957 venne insignito del Nobel per i suoi studi sugli antistaminici e i composti curarici.

Dopo la guerra Bovet venne in Italia, accettando l'invito del direttore dell'Istituto superiore di sanità di Roma di occuparsi della creazione dei nuovi laboratori di Chimica terapeutica. In un momento difficile per l'Italia, Bovet si trasferì e prese senza esitazione la cittadinanza italiana. Impegnato dapprima presso l'Istituto di sanità, poi presso le università di Sassari e di Roma e come direttore nel Consiglio nazionale delle ricerche, Bovet continuò le sue ricerche e contribuì allo sviluppo di nuovi settori, in particolare quello della psicofarmacologia, dando vita a una scuola di ricercatori di altissimo livello. Fu anche attivo come presidente della sezione italiana dell'associazione internazionale dei Medici per la prevenzione della guerra nucleare. Bovet è morto nel 1992: dobbiamo ricordarlo non solo come grande scienziato, ma anche come persona di elevata cultura e rilevante impegno, e come cittadino dell'Italia e del mondo.

Vedi anche
antistaminici Farmaci, scoperti da D. Bovet nel 1937, in grado di competere con gli effetti farmacologici dovuti all’istamina (➔). La loro azione si manifesta in virtù della somiglianza della loro struttura chimica con quella dell’istamina stessa, per cui sono in grado di occuparne il posto sui recettori H1 e H2 della ... sulfamidici Farmaci derivati dell’ammide dell’acido solfanilico (solfanilammide) e di alcune ammidi sostituite, introdotti nella terapia antibatterica da G. Domagk nel 1935 e quasi contemporaneamente da E.F.A. Fourneau e collaboratori. Per quanto tale termine sia tuttora usato prevalentemente per contrassegnare ... chemioterapia Ramo della terapia che studia l’impiego di farmaci sintetici nella cura delle malattie infettive; per estensione, la cura di affezioni di altra natura con prodotti di sintesi (chemioterapia delle elmintiasi, chemioterapia dei tumori ecc.). Compito fondamentale della chemioterapia è la ricerca e la preparazione ... Giovanni Battista Marini-Bettòlo Marcóni Marini-Bettòlo Marcóni, Giovanni Battista. - Chimico italiano (Roma 1915 - ivi 1996); prof. (1946-49) nelle univ. di Santiago del Cile e di Montevideo, direttore (dal 1960) del laboratorio di chimica biologica dell'Istituto superiore di sanità e (1964-71) direttore dell'Istituto stesso, quindi (1971-85) ...
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