BELL, Daniel
Sociologo e politologo statunitense, nato a New York il 10 maggio 1919. Professore di Social Sciences all'università di Harvard (1970), ha insegnato anche all'università di Chicago e alla Columbia University. Condirettore del mensile Fortune (1948-58) e di The public interest, una rivista politica di taglio più accademico (1965-73), ha fatto frequentemente parte di commissioni create dal governo degli Stati Uniti e ha svolto un ruolo di rilievo nel progetto dell'OCSE Interfutures, dedicato alla previsione delle tendenze future.
Scrittore molto prolifico, di notevole originalità e di vasta cultura, si è particolarmente cimentato con tematiche legate al cambiamento sociale: nelle ideologie (con il volume che delinea il declino delle ideologie totalizzanti e in particolare del marxismo: The end of ideology. On the exhaustion of political ideas in the '50s, 1960), nella destra americana (curando il volume The radical right, 1962), nelle università, nei rapporti di lavoro, nella ricerca scientifica. Autodefinitosi "socialista in economia, progressista in politica, conservatore in cultura", in un sondaggio del 1970 è stato classificato fra i dieci più importanti e influenti intellettuali statunitensi.
La sua fama è stata rinverdita e ampliata dagli studi più recenti. In The coming of post-industrial society. A venture in social forecasting (1973) B. analizza i mutamenti avvenuti nella struttura di classe, con l'emergere di una classe ''dei servizi'', e sottolinea il ruolo crescente della cultura e della tecnologia ponendo in maniera problematica i rapporti fra politici e tecnocrati nel governo delle società post-industriali. In The cultural contradictions of capitalism (1976) la sua tesi di fondo è che il capitalismo basato sulla razionalità funzionale, su processi decisionali tecnocratici e su ricompense al merito entra in contraddizione con una cultura che, resa possibile dallo sviluppo stesso del capitalismo, mette l'accento sulla soddisfazione personale e su modelli di comportamento non-razionali. I suoi saggi più recenti, nei quali riscopre in particolare l'importanza personale e sociale delle credenze religiose, sono raccolti in The winding passage. Essays and sociological journeys 1960-1980 (1980).