DAMONE e PIZIA, o più esattamente D. e Finzia (Δάμων καὶ Φιντίας, Damon et Phinthĭas)
Due Pitagorici di Siracusa, protagonisti di un famoso aneddoto, tramandato da Aristosseno attratraverso Giamblico (De vit. Pyth., 33, p. 162, 10 N). Per una scommessa fra i cortigiani di Dionisio il giovane, che volevano accertarsi se il legame della fedele amicizia non fosse spezzato nemmeno dal pericolo, Finzia è arrestato su falsa accusa e condannato a morte. Ottiene una dilazione all'esecuzione e libertà provvisoria per le ultime disposizioni, lasciando in ostaggio l'amico D., e ripresentandosi poi puntualmente al supplizio; Dionisio commosso avrebbe scarcerato e abbracciato i due, il cui nome è passato in proverbio quale esempio di fedele amicizia.