DAMOFONTE di Messene (Δαμοϕῶν, Damŏphon)
Scultore greco, del quale dà notizia solamente Pausania (IV, 31,6 seg.; VIII, 37,1) che lo ricorda con ammirazione, ma non fa cenno dell'età in cui visse. Scolpì numerose statue o gruppi di divinità, in marmo o in legno: conosceva anche la tecnica criselefantina, poiché sappiamo che ebbe l'incarico di restaurare lo Zeus di Fidia a Olimpia.
Di tutta la sua opera non restano che i frammenti di un gruppo gigantesco, ritrovati nel 1889 negli scavi del tempio di Despoina a Lycosura (Arcadia), e trasportati nel Museo Nazionale di Atene. Nel mezzo si vedevano le statue sedute di Demetra e di sua figlia Despoina: a fianco della prima era Artemide in vestito di cacciatrice, a fianco di Despoina la figura corazzata di Anytos, divinità locale. Si è rivelata falsa la notizia di Pausania, secondo la quale statue e base sarebbero state ricavate da un solo blocco di marmo, scavato nel recinto del tempio in seguito a un sogno.
Prima degli scavi di Lycosura si credette che D. potesse essere contemporaneo di Epaminonda (sec. IV-III a. C.), ma questa tesi è inconciliabile con lo stile delle sculture; il Robert pensò all'età di Adriano. Argomenti più validi hanno stabilito invece il periodo di attività dell'artista alla metà del sec. II a. C. Questa data si accorda con un più attento esame dello stile, e in particolar modo con il tipo di decorazione di un grande frammento del mantello di Despoina, dove appaiono motivi che i decoratori greci, soprattutto ateniesi, trasportarono verso la metà del sec. II a. C. a Roma. D. fu dunque uno dei primi artisti che, non sentendosi dominato dalle giovani scuole di Pergamo e di Rodi, volle tornare all'antico; per quanto nato a Messene si rivela educato alla grande scuola ateniese. Lavorò specialmente nel Peloponneso, mentre una schiera di artisti contemporanei emigrava verso la nuova capitale del mondo.
Bibl.: C. Robert, in Pauly-Wissowa, Real-Encyclopädie, IV, ii, s. v. Damophon, con la bibliografia fino al 1901; G. Dickins, Damophon of Messene, in The Annual of the British School at Athens, XII, 1906-1907, pp. 109-136, e ibidem, XIII, 1907-1908, pp. 357-404, tavv. XII-XIV; I.C. Thallon, The Date of Damophon of Messene, in American Journal of Archaeology, X, 1906, p. 302 seg.; G. Guidi, La decorazione del manto di Despoina nel gruppo di Damofonte di Messene, in Annuario della R. Scuola archeologica di Atene, IV-V, 1924, p. 97 segg.