(ant. Damiata; arabo Dimyāṭ) Città dell’Egitto settentrionale (206.664 ab. nel 2006), sul delta del Nilo ( bocca di D.), a circa 6 km dal mare. È capoluogo del governatorato omonimo (589 km2 con 1.097.339 ab. nel 2006). Divisa in due quartieri, ha un attivo bazar e case di tipica architettura araba. L’espansione è avvenuta verso O, in direzione del nuovo porto collegato da un canale al Nilo. La pesca, insieme con alcune industrie (tessili, alimentari, calzaturiere), è l’attività base dell’economia. È unita per ferrovia al Cairo per al-Mansurah (212 km) e ad Alessandria per Damanhur (238 km).
Fu occupata dagli Arabi nel 641. Durante le crociate costituì una delle basi militari più importanti dell’Egitto musulmano: resistette all’assedio della flotta greca e dell’esercito di Amalrico re di Gerusalemme nel 1198 e cedette ai crociati di Giovanni di Brienne nel 1219, dopo 18 mesi di assedio. Dopo alterne vicende che la videro contesa fra musulmani e Francesi, occupata da questi nel 1798, ripresa poi dagli Inglesi, che la riconsegnarono alla Turchia, decadde definitivamente dopo l’apertura del canale di Suez (1869) e del canale Maḥmūdiyya.