DALLA VOLPE, Lelio Antonio Gaetano
Figlio di Antonio Maria e di Domenica Buzighelli, nacque a Bologna il 17 sett. 1685. Apparve sulla scena tipografica bolognese nel 1720. L'8 maggio del 1721 contrasse una società in accomandita con il cartaio Giuseppe Avanzi "ambi pratici, il primo in stamperia, et il secondo in cartaria".
La società, sorta con il fine di collegare l'attività di due settori organici al ciclo di produzione e commercio del libro a stampa, si avvalse anche dell'apporto di capitali di altri soci; ciò era indispensabile per reggere ad una situazione di mercato che in quegli anni a Bologna risulta assai debole e quasi interamente regolata dalle misure protettive e dalla committenza del potere, sia civile sia religioso.
Svincolatosi ben presto da quella prima società, si mosse con accortezza e decisione, assicurandosi immediatamente il favore di Ordini religiosi e di privati in grado di garantire la pubblicazione di quelle opere di carattere occasionale che tuttavia avevano un flusso continuo e costituivano un introito sicuro.
Nel quarto decennio del '700, unitamente alla tipografia, condusse pure una libreria per lo smercio non solo delle sue, ma anche di edizioni estere, e si affermò come il più importante tipografo-libraio della città. E negozio era nella "casa dei conti Fantuzzi", sotto il portico delle Scuole. luogo dove ebbero sede, in una lunga e ininterrotta tradizione, gli stazionari dell'età comunale e i librai dei secoli successivi: diventò, nel volgere di pochi anni, un punto di riferimento obbligato e una sorta di salotto letterario per i Bolognesi e i forestieri.
Come altri tipografi cittadini, per imprimere un certo ritmo alla conduzione della sua azienda, fu costretto a ricorrere a debiti con persone estranee al mercato librario. Nel 1732 contrasse un forte mutuo fruttifero con Girolamo Gandolfi che rimase suo socio, seppure dei tutto in ombra rispetto alla fama che egli conquistava giorno per giorno, fino al 1735, anno in cui divenne unico proprietario dell'avviata impresa commerciale.
La prima pubblicazione di un certo respiro uscita dai suoi torchi è l'opera in tre volumi Theologia moralis Regolarium (1720-1723) del dotto bamabita T. F. Roero, ristampata per ben due volte dal Baglioni a Venezia nel 1724 e nel 1725.
Assicuratosi il favore di enti, di istituzioni e di privati, il D. puntava a garantirsi le commesse dell'Istituto delle scienze. Era il più importante centro culturale bolognese che, sorto nel 17 11 per iniziativa del conte Luigi Ferdinando Marsili, fuse l'aspetto didattico e quello della ricerca soprattutto nello studio delle scienze sperimentali. In questo modo egli tentò di scalzare il temibile concorrente Costantino Pisarri, erede di un'antica famiglia di stampatori, e di imporsi in qualità di tipografo ufficiale di quel luogo. di studi conosciuto e stimato anche a livello europeo. È del 1731 il De Bononiensi scientiarum et artium Instituto atque Academia commentarii, storica narrazione dell'origine dell'Istituto e dell'altrettanto celebre Accademia, i cui tre tomi che composero il primo volume furono tutti stampati dal D. e tirati. in i 000 copie, traguardo elevato anche per le pubblicazioni più fortunate dell'epoca. Da quel momento si intensificò la produzione che rivolse particolare attenzione a insigni studiosi e scienziati; stampò infatti opere e rime del veneziano Francesco Algarotti, del centese Girolamo Baruffaldi, di Eustachio Manfredi, Flaminio Scarselli, Giampietro e Francesco Zanotti, accolte tutte con favore dalla critica italiana che plaudeva alla nitidezza delle impressioni volpiane.
Il D. mostrò sempre un vivo interesse, per i problemi figurativi. Non solo sembra fosse un buon disegnatore, ma possedeva, anche per interessi professionali, una ricca raccolta di rami e di stampe. Nella sua collezione erano tra l'altro presenti le lastre orinai inservibili incise da Giuseppe M. Crespi con le storie di Bertoldo di G. C. Croce, che egli fece riprodurre dall'amico incisore Lodovico Mattioli e che usò per illustrare il celebre Bertoldo con Bertoldino e Cacaseno (1736), rifacimento in versi del romanzo burlesco popolare, che ne sancì definitivamente la fama. Della stessa opera, fra il 1736 e il 1741, uscirono dai suoi torchi altre tre impressioni di cui l'ultima, in tre volumi, con versi in dialetto bolognese. Il D. stampò svariati altri testi arricchiti da importanti apparati iconografici: sono degni di particolare nota la Direzione a giovani studenti nel disegno dell'Architettura civile di Ferdinando Galli Bibiena (1725 e 1731), ma soprattutto la Storia dell'Accademia Clementina di Giampietro Zanotti (1739), con raffinate incisioni di Giovanni Lorenzini, Sante Manelli e Giovanni Lodovico Quadri. Grazie alla fortunata accoglienza che in particolare ebbe il suo Bertoldo, egli riuscì a consolidare l'azienda e a iniziare la riedizione di due importanti opere, i Commentarii Academiae Scientiarum Imp. Petropolitanae (1740-1752), stampati per la prima volta a Pietroburgo nel 1720-26 e le Philosophical Transactions della Royal Society di Londra degli anni 1731-1734, diffuse in francese tra il 1741 e il 1749.
È ricordato anche come autore di alcune tra le più raffinate edizioni musicali, letterarie e scientifiche. dei sec. XVIII. Nella sua officina si vendevano le edizioni musicali degli editori bolognesi Monti e Silvani; nel 1735 pubblicò un Indice delle Opere di Musica stampate che si vendono alla Stamperia di Lelio Della Volpe in Bologna.
Si ricorda la prima pubblicazione nel 1720, con le Regole per il Canto fermo di A.M. Bertalotti (ristampata nel 1744, 1756, 1764, 1778). La prima edizione di opera musicale risale al 1734, con la pubblicazione delle Litanie e Antifone a quattro voci con violino, op. I di padre Giovan Battista Martini, seguita da una lunga serie di edizioni di opere di numerosi maestri bolognesi (con riguardo particolare al Martini). Le prime edizioni sono a stampa, mentre, dal 1744, vengono incise. Del 1735 è la pubblicazione della Messa e Salmi concertati a quattro voci con strumenti, op. 2, di G. A. Perti cui seguirono: i Corali a una e due voci di G. M. Carretti, nel 1737; le Sonate per l'organo e il cembalo e i Duetti da camera del Martini, rispettivamente nel 1747 e 1763; le Sonate per cembalo, op. 6 di G.M. Rutini, nel 1765; le Sonate VI di Violoncello e, basso, o sia Cembalo, di P. Pericoli, nel 1769; la Messa a quattro voci piene con violini di C.A. Caroli, nel 1766; la Missa quatuor vocibus concinendae cum B. pro Organo ad libitum, di P. A. Pavona, nel 1770. Va quindi ricordata la pubblicazione di trattati: un Ristretto delle regole più essenziali della musica, di P.M. Minelli, nel 1748; una Dissertatio progressionis in musica e soprattutto l'Esemplare o sia Sgggio fondamentale pratico di contrappunto fermo, del Martini, rispettivamente nel 1774 e 1775 (il secondo indicato fra i principali trattati di musica pubblicati in Italia, in lingua volgare, in questo periodo); sempre del Martini pubblicò tra il 1757 e il 1781 una Storia della musica, in tre tomi.
Quando alla morte del D., avvenuta a Bologna il 6 ott. 1749, tipografia e libreria passarono al figlio Petronio che da anni lavorava col padre, la situazione economica era buona; la fama goduta dal D. in patria e all'estero era ormai sancita dalla critica; l'azienda disponeva di maestranze qualificate e il settore calcografico superava di gran lunga quello di altre tipografie non solo locali.
Fonti e Bibl.: Alcune indic. molto generiche si rilevano da S. Muzzi, La stampa in Bologna. Sommario storico pubblicato in occasione del 2° Congresso tipografico ital., Bologna 1869. Maggiori riferimenti, spesso però senza richiami alle fonti archivistiche, sono contenuti nell'opera di A. Sorbelli, Storia della stampa in Bologna, Bologna 1929, basata in gran parte sul ms. di B. Monti, Notizie dei stampatori e librai per opera dei quali fu esercitata in Bologna la stampa, ms. B. 1317-1320, cc. 2445-51 conservato presso la Biblioteca comunale dell'Archiginnasio di Bologna. Si deve a M. Bortolotti e A. Serra il primo scavo documentario operato su larga scala e una diversa e più puntuale sistemazione dei dati nella Introduzione a G. Canterzani, Catalogo ragionato dei libri a stampa pubblicati in Bologna dai tipografi L. e Petronio Dalla Volpe disposto con l'ordine cronologico della loro pubblicazione, Bologna 1979, al quale si rinvia per i precisi riferimenti archivistici e la trascrizione di alcuni importanti documenti. Per una opportuna integrazione al Catalogo del Canterzani, cfr. anche i lavori curati da E. Colombo (Catalogo delle edizioni di L. e Petronio Dalla Volpe possedute dalla Biblioteca dell'Archiginnasio, in L'Archiginnasio, LXXV [1980], pp. 77-301; Edizioni Dalla Volpe presso la Biblioteca musicale "G. B. Martini" di Bologna, ibid., LXXVI [1981], pp. 65-76; Immagini devozionali uscite dalla tipografia Dalla Volpe conservate nella Biblioteca comunale dell'Archiginnasio, ibid., LXXVIII [1983], pp. 39-42) nella premessa al primo dei quali sono comunque contenute numerose imprecisioni sull'attività di entrambi i Dalla Volpe. Sulla libreria del D., luogo di incontro degli intellettuali bolognesi, seppure venata da qualche elemento fantasioso, cfr. S. Muzzi, La bottega di L. D. Conversazioni letterarie, in Almanacco statistico bolognese per l'anno 1839 dedicato alle donne gentili, Bologna 1839, pp. 211-19. Sul Bertoldo, la più fortunata opera del catalogo del D., cfr. F. Flori, Di Giulio Cesare Croce e del suo "Bertoldo", in L'Archiginnasio, XVIII (1923), pp. 137-81; A. Rondinini, L. D. e l'edizione del "Bertoldo", ibid., XXIII (1928), pp. 191-207; F. Varignana, La fortuna editor. del Bertoldo crespiano, in Le collezioni d'arte della Cassa di Risparmio in Bologna. I disegni, I, a cura di A. Emiliani, Bologna 1973, pp. 421-30. Per un inquadram. stor. e nuovi riferim. archiv., cfr. M. G. Tavoni, Tipografi e produzione libraria nella Bologna del Settecento, Bologna 1986, e L. Tongiorgi Tomasi, Libri illuti a Bologna nel Settecento; editori, stampatori, artisti e connoisseurs, Bologna 1986. Per l'attività nel settore musicale: F. Parisini, Della vita e delle opere di padre G. B. Martini, Bologna 1887, pp. 32 s.; F. Vatielli, Arte e vita musicale in Bologna, Bologna 1929, pp. 164-68, 173, 174, 181; C. Sartori, Dizionario degli editori musicali italiani, Firenze 1958, p. 59; G. F. Malipiero, Ilfilo d'Arianna, Torino 1966, p. 73.