DAL POZZO (Del Pozzo), Isabella Maria
Si ignorano i nomi dei genitori e la data di nascita di questa pittrice che negli archivi di Monaco di Baviera è indicata come "welsche Malerin". Moglie di un Carlo Dal Pozzo, probabilmente di famiglia piemontese, firmò "Isabella Maria Aputeo hoc pingebat anno D. 1666. Die 14 Augusti" la sua prima opera conosciuta: la pala d'altare con la Vergine tra i ss. Biagio e Liduvina nella chiesa di S. Francesco d'Assisi a Torino (Paroletti, 1819); dalla iscrizione si deduce anche che nel 1666 la D. era già sposata.
A Torino era al servizio della corte della principessa Luisa di Savoia, ma assumeva anche incarichi al di fuori, come dimostra la sua lettera del 1671 al marchese di San Tomaso in cui esige un pagamento per un quadro già consegnato (Schede Vesme) e che probabilmente, dato il tono di premura, è da mettere in relazione con la sua imminente partenza per Monaco di Baviera. Infatti, da una sua lettera del 1687 (Monaco, Bayer. Hauptstaatsarchiv, HR 1 281, 86), risulta che sedici anni prima, quindi nel 1671, era stata chiamata alla corte di Adelaide di Savoia la sorella minore di Luisa e moglie di Ferdinando di Wittelsbach elettore di Baviera. Col permesso della principessa Luisa la D. abbandonò il servizio della corte torinese per trasferirsi presso quella di Monaco, dove nel 1676 fu nominata pittrice di corte con uno stipendio di 400 fiorini annui oltre a una quantità stabilita di vino, pane e birra al giorno.
Anche dopo il 1680, quando Massimiliano II, figlio di Adelaide Enrichetta, ascese al trono e licenziò la maggior parte degli artisti di corte della madre (morta già nel 1676), la D. mantenne il posto con lo stesso stipendio; nel 1687 lo stipendio fu di nuovo fissato senza riduzioni perché doveva continuare a lavorare "auf gnádigsten Beschluss"; due anni dopo, in seguito a una riforma nelle finanze di corte, ricevette il saldo delle sue spettanze con 300 fiorini, e i suoi lavori furono in seguito pagati singolarmente. Nel 1692 le furono accordati 75 fiorini dopo che aveva chiesto un aiuto finanziario per poter pagare i suoi debiti e andarsene per trovare un altro posto; quattro anni dopo risulta però ancora a Monaco, insieme con il marito, e chiede, in considerazione del suo lungo servizio, della sua cecità e della età molto avanzata, di avere uno stipendio annuale; ottenne un sussidio di 200 fiorini all'anno.
Morì a Monaco l'11 dic. 1700; al marito, di sessanta anni, furono concessi, su sua richiesta, 150 fiorini per permettergli di ritornare in Italia.
Secondo Lipowski (1810) e Nagler (1842) la D. avrebbe ritratto la principessa e il principe elettore, ma i documenti relativi furono mandati al macero nella seconda metà del secolo scorso. Benché l'artista abbia lavorato a Monaco per circa venticinque anni, nessun quadro assegnato alla D., né che le possa essere attribuito con una certa sicurezza, si trova nelle collezioni pubbliche bavaresi, che comprendono in gran parte la collezione dei principi elettori di Baviera. Non è nominata nemmeno nei conti integralmente conservati dei pittori a fresco dei castelli allora esistenti. Per l'attribuzione di un ritratto della principessa Adelaide, attualmente assegnato al pittore torinese Jean Delamonce residente a Monaco, bisognerebbe prendere in considerazione anche la D., tenendo per l'appunto conto della sua presenza a Monaco (Kurfürst Max Emanuel, catal., München 1976, 11, n. 4). Una Caritas Romana della D. fu esposta a Manchester nel 1857 (Graves, 1913).
Fonti e Bibl.: Monaco, Bayer. Hauptstaatsarchiv, HR I 281, 86; HR II 250; Ibid., HofzahIamtsrechnungen 1676-1689; F. Bartoli, Notizia delle pitture d'Italia, I, Venezia 1776, pp. 23, 98; F. J. Lipowski, Baierisches Künstler-Lexikon, München 1810, App., p. 255; M. Paroletti, Turin et ses curiosités, Turin 1819, pp. 183, 384; G. K. Nagler, Neues allgem. Künstler Lexicon, XII, München 1842, p. 218; L. Schiedermair, Künstlerische Bestrebungen ani Hofe des Kurfürsten Ferdinand Maria, in Forschungen zur Geschichte Bayerns, X (1902), p. 135; R. Paulus, Der Baumeister H. Zuccalli, Strassburg 1912, p. 204 n. 2; A. Graves, A century of loan exhibitions, II, New York 1913, p. 958; Schede Vesine, II, Torino 1966, pp. 393 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlex., IX, p. 37 (s. v. Delpozzo, Isabella); XXVII, p. 339 (s. v. Pozzo, Isabella Maria del).