DAL MOLIN FERENZONA, Raoul
Nacque a Firenze il 24 sett. 1879 da Olga Borghini e da Giovanni Antonio detto Giovanni Gino, giomalista, autore di una serie di articoli e di libelli contro Garibaldi che suscitarono accese reazioni in alcuni gruppi della Sinistra livornese. In seguito alla morte del marito, accoltellato il 20 apr. 1879 per motivi politici, la madre si trasferì con i figli Fergan e Raoul da Livorno, dove la famiglia risiedeva, a Firenze. Qui per suo volere il D. entrò nel Collegio militare e quindi all'Accademia di Modena, senza, tuttavia, trascurare la letteratura, per la quale concepiva un vivo interesse, documentato da alcune novelle, romanzi e versi, non reperiti, ma citati come pubblicati o in via di preparazione dall'autore nel risvolto di copertina della novella Mio figlio (Palermo 1900); in questa affiorano quegli atteggiamenti e quei temi ispirati alla cultura del decadentismo, che l'artista svilupperà nella sua opera sia pittorica sia letteraria.
Abbandonata l'Accademia militare e tralasciata l'attività letteraria nella irrequieta ricerca di orizzonti più ampi e di esperienze nuove, si trasferì per un breve periodo a Palermo, dove studiò scultura sotto la guida di E. Ximenes. Nel 1901, tornato a Firenze, frequentò insieme all'amico D. Baccarini l'Accademia e la scuola del nudo; iniziò a dipingere e a incidere. Nell'arco del breve ma intenso sodalizio tra i due, il D. subì l'ascendente del versatile ed eclettico artista faéntino, legato sia al realismo sia al clima preraffaellita, secessionista e liberty; entrò in contatto con i pittori G. Costetti e G. Viner. Nel 1902, quando il Baccarini, ammalatosi di pleurite, tornò alla nativa Faenza, il D. partì per Monaco di Baviera, attratto dalla fervida vita culturale di quella città che aveva visto nascere la I secessione. Di queste esperienze risentono le opere Campanaro e La partita a scacchi (entrambi in collezione privata, Roma), eseguite a Monaco nel 1902, nonché una serie di disegni a matita e a china, databili fino al 1904, anno in cui si delinea l'apertura verso l'allegorismo letterario dei preraffaelliti inglesi e di M. Klinger e verso l'estetismo e l'erotismo "maledetti" di A. V. Beardsley e di J. T. Toorop. Alla stessa temperie artistica appartiene Studio per vetrata (1903, Roma, coll. priv.), testimonianza di un interesse per le arti applicate che sarà ricorrente.
Dopo un primo breve soggiorno romano nel 1902, il D. esordì a Firenze alla Promotrice del 1903. Nel 1904, di nuovo a Roma, espose alla Società amatori e cultori di belle arti, che lo vedrà annualmente presente dal 1906 al 1910. Nell'ambiente artistico romano si riunì all'amico D. Baccarini e partecipò alle accese polemiche di quegli anni, sostenendo la propria poetica preraffaellita e crepuscolare, in alternativa al divisionismo di Balla, Boccioni e Severini. Agli anni 19041905 risale sia l'amicizia con lo scultore G. Prini, che lo introdusse alla frequentazione del salotto della moglie Orazia, sia la partecipazione al cenacolo letterario che gravitava intorno al poeta simbolista S. Corazzini, attratto da Mallarmé, da Verlaine, dall'esoterismo di Sâr Péladan. Per la rivista di Corazzini, Cronache latine, eseguì due disegni, ispirati alle simbologie ermetiche e iniziatiche care ai preraffaelliti e destinati alla decorazione della carta da lettere e alla illustrazione della copertina del primo numero (15 dic. 1905).
Nel 1906 viaggiò per l'Europa: fu all'Aja, Bruges, Londra, Parigi; l'anno seguente perse i suoi migliori amici, Baccarini e Corazzini. Nel 1908 sposò Stefania Salvatelli, con la quale visse fino al 1911. Nell'attività svolta tra il 1905 e il 1911, in particolare dopo il viaggio del 1906, predilesse le atmosfere notturne e tenebrose (Donna con cappello e pipistrello, 1906; Notturno galante, 1908, entrambi in coll. priv., Roma) e una grafia secca e tagliente, che sottolinea i caratteri psicologici dei personaggi, attribuita (Damigella, 1972) all'influsso della grafica belga di F. Rops e di J. Ensor. Separatosi dalla moglie, nel 1911 fu nuovamente a Parigi, quindi in Boemia, Germania ed Austria. L'anno successivo, a Roma, pubblicò La Ghirlanda di Stelle (tipografia Concordia), un libro di prose e poesie, ricco di notizie autobiografiche, illustrato da figure femminili, angeliche creature e perfide maliarde, vicine alle visioni muliebri di Rops e F. Khnopff, ma denso anche di argomenti che annunciano un interesse verso soggetti mistici e religiosi.
Nuovi viaggi lo portarono ancora attraverso l'Europa (esposizioni personali a Brno, in Moravia, e a Vienna, 1912), fino al rientro a Roma nel 1918, quando, in piena crisi religiosa, si ritirò nel monastero dei benedettini monteolivetani di S. Francesca Romana. Qui, come documentano i testi e le illustrazioni del suo volume Zodiacale, opera religiosa. Orazioni, acqueforti, auri (Roma, ed. Ausonia, 1919), cercò rifugio nella mistica dei numeri e nell'armonia delle sfere celesti. Dal 1922 al 1927 fu di frequente in Toscana, a Firenze ma soprattutto a Livorno, dove strinse amicizia con i fratelli Belforte, editori e proprietari della galleria Bottega d'arte, presso la quale espose e presentò con suoi scritti alcuni artisti. Nel corso degli anni '20, interessato all'occultismo e all'alchimia, frequentò il Circolo teosofico di via Gregoriana a Roma, accentuando quella vocazione esoterica di cui sono una ulteriore testimonianza le poesie dei Misteri Rosacrociani (Opera 2). A o B (Enchiridion notturno), Firenze, Tipografia scuola professionale Orfani di Guerra, 1929, accompagnate da dodici incisioni, ove vi prorompe quella vena fantastica e visionaria che, insinuatasi nelle sue opere sin dal 1915, si andrà caricando di morbose implicazioni psicologiche fino ad approdare alle immagini tormentate, inquietanti e paranoiche degli ultimi anni.
Nel 1927, all'Esposizione internazionale dell'incisione organizzata a Firenze al Parterre di San Gallo da V. Pica e A. Del Massa, sedici opere del D. vennero presentate accanto a ventidue fogli di A. Martini e la critica riconobbe non poche affinità tra i due (Quesada, 1978, p. 22). È in questi anni che, nel tentativo di visualizzare "le forme non fisse [che] si svolgono e si estendono in virtù delle forze interiori", la sua grafica cerca gli spunti più consoni nel dinamismo e nella costruzione cubo-futurista (Gli occhi degli Angeli, 1926; La vetta, 1929). Aggravatisi. intanto, quei disturbi psichici e quelle allucinazioni di cui soffriva ormai da qualche tempo, fu ricoverato all'ospedale psichiatrico di S. Maria della Pietà a Roma. Appartengono a questa fase alcuni dipinti, i Volti della follia, e un gruppo di fogli inediti (ospedale psichiatrico S. Maria della Pietà), in cui appuntò amare e sconnesse considerazioni sulla sua vita trascorsa, accompagnandole con alcuni disegni dove i mostri generati dal suo inconscio fanno unico corpo con stravolte immagini femminili. Dimesso dall'ospedale, riprese la sua attività e il suo nomadismo, finché si trasferì a Milano, dove morì il 19 genn. 1946.
Due mostre postume, curate da M. Quesada (Emporio fioreale, Roma 1978; Museo progressivo d'arte contemporanea, Livorno 1979), hanno ricostruito la fisionomia fino allora nebulosa dell'artista. Un ulteriore contributo è giunto, infine, nel 1980, con la presentazione di opere e documenti inediti, curata, a Firenze, dalla libreria Gonnelli.
Oltre alle opere più significative, già citate nella biografia, vedi l'elenco dei volumi illustrati, cartelle e scritti nel catalogo curato da M. Quesada, Roma 1978, p. 58.
Fonti e Bibl.: Per una bibl. esauriente fino al 1978, v. Quesada, 1978, e, in particolere, gli articoli in Boll. Bottega d'arte [Livorno], I (1922), 1, 3; II (1923), 1, 4, 18; III (1924), 8; Seconda Esposizione internazionale dell'incisione, catal., Palazzo delle Esposizioni, Parterre di San Gallo, Firenze 1927; C. A. Petrucci, Le incisioni di F., catal., Roma 1952; A. M. Damigella, in Aspetti dell'arte a Roma dal 1870 al 1914, catal., Roma 1972, pp. XLVI s., IL, 46-49, tavv. nn. 285-300; M. Quesada, R. D. F., (catal.), Roma s. d. [1978] (cfr. recens. di M. Fagiolo, in Il Messaggero, 3 genn. 1979; P. B., in Paese Sera, 13 genn. 1979; G. Cialmi, in La Nazione, 28 genn. 1979); M. Quesada, R. D. F., (catal.), Livorno 1979 (cfr. recens. in La Nazione, 17 luglio 1979; in Il Tirreno, 14 luglio 1979); Saletta Gonnelli, (catal.), Firenze 1980; Il Liberty ital. e ticinese (Lugano e Campione d'Italia), catal., Roma 1981, ad Ind.