DAGA (forse da *daca "[spada] dacica"; fr. dague; sp. daga; ted. Degen; ingl. dagger)
È un'arma bianca, specie di corta spada, che fu ed è ancora in uso presso tutti i popoli e in tutte le epoche. Somiglia al gladio dei Romani e dei Greci, col quale taluni autori la confondono. La daga ha di solito due fili (tagli) e sezione a lunga losanga; è sempre più lunga del pugnale; si può notare che durante il sec. XIII le estremità dell'elsa o della crociera furono leggermente ritorte verso la punta, mentre nei secoli successivi le branche furono più frequentemente diritte. A partire dal sec. XV si cominciò ad usare in Francia una specie di daga con elsa ricurva e anello (fig.1) nel quale s'introduceva il pollice per impugnare più saldamente l'arma che era portata al fianco destro, e talvolta sulle reni. La daga dei lanzichenecchi tedeschi (fine del sec. XV e principio del XVI) è più larga delle altre (fig. 2). Le daghe italiane nei secoli passati erano reputate per il loro bel lavoro di ferro, spesso incrostato o damaschinato d'argento e talvolta con la lama traforata a giorno. Le daghe si trovano nominate tra le armi proibite negli statuti degli antichi comuni italiani, nei quali sono talvolta classificate nella categoria dei pugnali. Anche nei tempi moderni la daga fu usata come corta arma manesca, da non innastare sul fucile (per es., in Italia, daga dei granatieri, daga d'artiglieria).
Dalla daga derivano altre armi, con grande varietà, tanto che non si possono brevemente raccogliere in una semplice classificazione. Ricordiamo: la daghetta (fr. main-gauche), più corta della daga comune, vera specie di pugnale; la "daga tedesca" (detta grande main-gauche) con l'elsa chiusa a forma di gabbia; la "daga rompispada" tedesca, del sec. XVII (fig. 3), per rompere la spada dell'avversario.