DADUCO (δᾳῦχος "porta fiaccole")
Titolo della carica sacerdotale più importante, dopo lo ierofante, ad Eleusi (v.). Tale carica era ereditaria per diritto nella gente dei Cerici, come quella di ierofante nella famiglia degli Eumolpidi; nel sec. V-IV a. C. vediamo succedersi in essa per più generazioni i membri d'una sola famiglia, nella quale si alternano i nomi di Callia e Ipponico. I due magistrati principali del culto di Eleusi sono spesso nominati insieme, come i veri organizzatori delle feste: "‛Ιεροϕάντης καὶ δ."; a questo, come a quello, competevano la lunga veste di porpora, e il diadema sulle chiome disciolte (στολη, κόμη e στρόϕιον), che a Maratona fecero scambiare Callia per un re dai soldati persiani. Il compito principale del daduco, come dice il suo nome, era quello di portare le sacre fiaccole di Demetra nelle varie cerimonie, soprattutto verosimilmente durante le feste notturne dell'iniziazione nel Telesterio; di altre sue funzioni è fatta menzione, per lo più insieme allo ierofante, come durante la cerimonia di apertura delle feste, in cui gli spettava la proclamazione dei divieti (πρόῤῥησις), durante le purificazioni che precedevano i misteri (Διὸς κῴδιον), nel corso delle quali il daduco metteva sotto il piede sinistro di coloro che dovevano essere purificati la pelle delle vittime immolate a Zeus Meilichio, e in altre preghiere del rito.
Iscrizioni e altre notizie ci testimoniano anche d'una sede speciale per il daduco a Eleusi, e d'un seggio assai onorifico, presso il sacerdote di Apollo Pitio, nel teatro di Dioniso ad Atene. Non s'è identificata finora con sicurezza, fra tutti i monumenti figurati, alcuna rappresentazione di un daduco nelle sue funzioni.
Bibl.: F. Lenormant, in Daremberg e Saglio, Dict. des antiquités, II, p. 2 seg.; W. Dittenberger, in Hermes, XX (1885), p. 1 segg.; O. Kern, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV, col. 1979 seg.