dado
Appare solamente nel Fiore. In senso proprio è in LXIII 4 ell'è [la donna amata] la migliore / dadi gittante. Il gioco d'azzardo con i d. era talmente diffuso nel Medioevo, che B. Latini (Tesoretto 1430) ne mette in guardia gli uomini: "Ma tuttavia ti guarda / d'una cosa che 'mbarda / la gente più che 'l grado, / cioè gioco di dado " (cfr. Angiolieri Tre cose 3 " Tre cose solamente m'ènno in grado / ... cioè la donna, la taverna e 'l dado "; Cenne A la brigata / avara 3 " davanti a' dadi e tavolier' li pono ").
Figuratamente, nel significato di " nulla ", è usato in frase negativa con valore di negazione intensiva, in X 13 per che di lei i' non pregiava un dado (cfr. Angiolieri Ogn'altra carne 8 " ché s'i' le dessi un marco d'òr trebuta, / non ne potre' avere quant'un dado ").