ROMANO, da
Famiglia feudale della Marca Trevigiana alla quale diede triste notorietà la crudeltà di Ezzelino III. Ecelo, modesto cavaliere della Franconia, figlio di Arpone, ebbe da Corrado II (fra il 1026 e il 1036) in feudo i castelli di Onara (Padova) e Romano (Vicenza) sulla sinistra del Brenta, importanti, specie il secondo, perché posto presso lo sbocco del fiume in pianura; la posizione della famiglia si accrebbe per altri feudi nel vicino territorio, come Godego dei vescovi di Frisinga (prima del 1159) e Bassano dei vescovi di Vicenza (verso la fine del sec. XII). La famiglia nel sec. XII si disse di Onara (Aunara) fino alla distruzione di questo castello da parte di Padova nel 1198, poi da Romano. La posizione dei feudi mise questa famiglia in rapporto con le vicine città di Treviso, Padova e Vicenza e se nel sec. XII la vediamo prima legata a Treviso, essa si mescola poi alle lotte vicentine e padovane, là per rivalità con i Maltraversi, qui con i Camposampiero. Nell'allargarsi delle contese a tutta la Marca e più in là, i da Romano si legarono con i Torelli di Ferrara (rivali degli Este) e i Monticoli di Verona (rivali dei San Bonifacio): sinché Ezzelino III divenne il capo dei Monticoli. La famiglia fu per 70 anni antimperialista, poi nel 1232 passò a Federico II, per mezzo del quale Ezzelino III dominò Verona, Vicenza e Padova, mentre suo fratello Alberico, ritornando ai guelfi nel 1239, signoreggiò Treviso fino alla morte. I personaggi più noti di questa famiglia furono, oltre al menzionato: Ecelo, ricordato dal 1074 al 1091, che sposò in Italia una Gisla longobarda; suo nipote Ezzelino I il Balbo, figlio di Alberico, ricordato dal 1154, avvocato del vescovo di Belluno, uno dei due capi dell'esercito della Lega Lombarda che mosse nel 1175 alla riscossa di Alessandria e si pacificò a Montebello con Federico I imperatore; Ezzelino II il Monaco (così detto per essersi nel 1221 ritirato a vita religiosa a Oliero), podestà di Treviso nel 1191-1192, di Vicenza nel 1211 per Ottone IV, che accompagnò nel suo viaggio a Roma. Dopo varie avventure matrimoniali, da Adelaide dei conti di Mangona ebbe oltre a Ezzelino III e ad Alberico, parecchie figlie, fra cui Sofia, che, vedova di Enrico di Egna, sposò Salinguerra Torelli di Ferrara, e la famosa Cunizza, ricordata da Dante (Par., IX, 32) fra le donne vaghe di amore, che sposò Rizzardo di San Bonifacio, lo tradì col trovatore Sordello e poi passò d'uno in altro amante e marito e morì in Firenze verso il 1279. Alberico aveva avuto dal padre i beni nel Vicentino e seguito il fratello maggiore nelle sue lotte e nell'adesione a Federico II: nel 1233 per il lodo di pace di fra Giovanni de Vicenza aveva promesso la figlia maggiore Adelasia a Rinaldo d'Este. Quando nel 1239 l'imperatore scomunicato prese come ostaggi Rinaldo e Adelasia, egli si ribellò e s'impadronì di Treviso che difese contro Federico e il fratello, tenendovi corte brillante allietata dai trovatori. Nel 1256 partecipò alla difesa di Padova strappata a Ezzelino, ma, vistosi sospettato, nel maggio del 1257 si riconciliò col fratello dandogli in ostaggio i figli e reprimendo ferocemente in Treviso ogni opposizione. Morto Ezzelino a Soncino nel 1259, egli si ritirò nel castello di San Zenone, dove, assediato dai comuni di Treviso, Padova, Vicenza, Verona e Mantova, tradito dai soldati tedeschi, fu catturato e massacrato il 26 agosto 1260 con la moglie e i figli. I beni della famiglia con lui estinta furono occupati dalle varie città in cui si trovavano.
S'ignora lo stemma della famiglia, essendo inesatto quello dato dal Verci.
Bibl.: G. B. Verci, Storia degli Ecelini, Bassano 1779, e le opere storiche su Vicenza, Treviso, Verona e Padova.