D'AFFLITTO
Una delle più antiche ed illustri famiglie del ducato d'Amalfi, ricollegata dalla tradizione al martire romano S. Eustachio (sec. II). Fin dai tempi più remoti visse nella città di Scala, e di là si diramò a Ravello, a Napoli, a Tropea, a Brindisi, a Cosenza. In un documento del 1247 appare un Andrea d'A., del quale si citano gli ascendenti per ben dodici generazioni, fino a Leone d'A. (sec. IX?). Nel 1245 i d'A. già avevano case in Napoli; nel ducato d'Amalfi fondarono numerose chiese, tra le quali bellissima quella di S. Eustachio a Pontone presso Scala, ora rovinata.
La famiglia si divise nei seguenti rami: i conti di Trivento, poi duchi di Barrea e principi di Scanno, estinti nella famiglia Caracciolo; i conti di Loreto, estinti nel ramo precedente; i baroni di Monteroduni e Macchia, anch'essi estinti; i duchi di Campomele e Castropignano, marchesi di Frignano maggiore, Montefalcone ed Agropoli, estinti nella famiglia Nunziante; e il ramo di Ravello, tuttora vivente. La famiglia possedette feudi fin dal sec. XIV, quali Pesco e Petruro.
Ebbe molti dignitarî, prelati e uomini illustri. Alte cariche dello stato occuparonoo Landolfo, consigliere di re Ruggiero normanno, Bartolomeo, che fiori ai tempi di Federico II, Leonardo, gran cancelliere del regno sotto Ladislao (morto nel 1416). Maggiori illustrazioni ebbe la famiglia nell'ordine giudiziario, soprattutto con Matteo (morto nel 1523), giureconsulto e feudista insigne, che fu presidente della Camera della Sommaria e autore di molte lodate opere, tra cui le Decisioni e i Commenti sui feudi e sulle Costituzioni del regno, il trattato De iure prothomiseos e quello De consiliariis principum et officialibus eligendis ad iustitiam regendam. Notevole giureconsulto fu anche Natale, canonista vissuto sotto i pontificati di Martino V e di Eugenio IV; nonché Renzo, luogotenente della Camera della Sommaria nel 1503. Fra gli uomini d'armi meritano menzione Domenico, rimasto gravemente ferito all'assedio di Diano nella guerra tra Federico d'Aragona e il principe di Salerno, Scipione, che combatté valorosamente sotto Filippo IV (1625), e Francesco, cavaliere di Malta, che guerreggiò in Fiandra.
Bibl.: De Lellis, Discorsi delle famiglie nobili, III, Napoli 1671, pp. 238-307; M. Camera, Memorie di Amalfi, Napoli 1876-81, II, 292; Candida Gonzaga, Memorie delle famiglie nobili, I, 69 e VI, 53; L. Mazzella, Descrittione del Regno di Napoli, Napoli 1601, p. 684; Kircher, Historia Eustachio-Mariana, Roma 1665; N. Toppi, Biblioteca napoletana, Napoli 1678-83, pp. 52, 62, 88, 105, 283, 290; L. Nicodemi, Addizioni... alla bibl. di N. Toppi, Napoli 1683, pp. 85 e 233; F. Bonazzi, Ascrizioni di ufficio all'elenco dei nobili e titolati del Napoletano, voll. 4, Napoli 1892-95.