NORWID, Cyprjan
Poeta polacco, nato il 24 settembre 1821 a Korona, nella Galizia orientale, morto a Parigi il 23 maggio 1883. Rimasto presto orfano di padre e madre, trascorse buona parte dell'adolescenza e della giovinezza a Varsavia, dove ebbe un'educazione irregolare che completò con letture e meditazioni, prediligendo, accanto alla poesia, la pittura. Verso la fine del 1842 abbandonò la Polonia: fu a Norimberga, a Monaco, a Firenze (dove Luigi Pampaloni gli fu maestro di pittura e scultura), a Roma, a Napoli, a Venezia e a Berlino. In questi primi anni di soggiorno all'estero si accese di passione per la famosa Maria Kalergis e si legò d'amicizia con la compagna della Kalergis, Maria Trembecka, che poi nel 1852 non accetterà la mano che egli, stanco della sua vita irrequieta, le aveva offerta.
Intanto il N. aveva continuato a vagare per il mondo: da Berlino era ritornato in Italia e da qui si era recato a Parigi, dove scrivendo e lavorando - come scultore e come operaio - rimase fino al 1852. Da quell'anno, scosso anche dal rifiuto della Trembecka, emigrò in America donde, dopo un anno e mezzo, ritornò in Europa, per stabilirsi poi definitivamente a Parigi, dove fra stenti e angustie trascorse, isolato e incompreso, gli ultimi decennî della sua vita.
E incompreso egli rimase ancora per lunghi anni, finché la rinascita della poesia alla fine del secolo scoperse in lui, per opera soprattutto di Z. Przesmycki, il proprio precursore, il poeta che nel travaglio della solitudine aveva additato vie nuove alla poesia e alla ideologia sociale. Tale riconoscimento rimediava a una grave ingiustizia. Nella poesia infatti N. era stato un innovatore: col concetto austero che egli aveva espresso poeticamente sull'arte nel Promethidon (1851), dove l'arte è intesa come espressione dell'amore e sollievo dal lavoro; con l'originalità della sua versificazione; con un ardito virtuosismo nel dominio della parola; con alcune liriche di rara perfezione. D'altro lato N., avverso al misticismo radicale, aveva ripetutamente preannunziato una nuova poesia dell'azione (nei componimenti poetici Niewola, Schiavitù; Praca, Lavoro). Ma, pur vivendo e poetando con lo sguardo proteso verso l'avvenire, N. indugiò volentieri in rievocazioni fantastiche del passato: sia di quello polacco (i misteri drammatici Krakus e Wanda), sia di quello antico, pagano e cristiano (Kleopatra, Quidam, ecc.). Più che nel passato però, N. ha cercato ispirazione nell'arte del popolo (Fortepian Szopena, Il pianoforte di Chopin) con la quale contrasta singolarmente la complessità della sua ideologia e l'astrusità della sua forma, e nel cattolicesimo che impronta di sé tutta la sua produzione artistica.
Ediz.: Poezje, Lipsia 1863; Pisma zebrane (Opere raccolte) a cura di Mirjam (Z. Przesmycki), Varsavia 1912 segg. (finora 4 voll.); Poezjembrane (Poesie scelte) a cura di Miriam, Varsavia 1933; Dzieùa (Opere) a cura di T. Pini, Varsavia 1934; ottima l'antologia di S. Ciwiński nella Bibl. Nar., Cracovia 1924. Trad. franc. (scelta, in prosa) Le stigmate, a cura di P. Cazin, Parigi s. a.
Bibl.: A. Krechowiecki, O. C. Norwidzie (Intorno a C. N.), voll. 2, Leopoli 1909; Z. Szmydtowa, O misterjach C. Norwida (Sui misteri di C. N.), Varsavia 1932; Pamieci C. Norwida (Alla memoria di C. N.), num. unico di Droga, Varsavia 1933; Z. Falkowski, C. N., Varsavia 1933; St. Kolaczkowski, Dwa studja Fredro-N. (Due studî, F.-N.), Varsavia 1934.