CURTEA-DE-ARGEŞ (A. T., 79-80)
Ş Città della Romania, situata sul fiume ArgeŞ (v.). È sede di vescovado e capoluogo del dipartimento di ArgeŞ. La città è una delle più antiche della Romania e fin dal sec. XIV, epoca della sua fondazione, è sede dei principi della Valacchia. Attualmente la città, scarsamente popolata (7500 ab. nel 1924), conserva numerosi monumenti testimoni del suo glorioso passato.
La città è senza dubbio la più importante del principato di Valacchia per la sua architettura della fine del Medioevo. La chiesa di Sân Nicoară, attualmente in rovina, probabilmente già in vòlte a botte con archi trasversali a tutto sesto, può essere alquanto più antica del 1350 (anno a cui si suole riferire la sua fondazione), cioè coeva alle analoghe chiese della Valacchia e della Transilvania. Vi si possono riconoscere influssi bizantini anziché occidentali. Del palazzo del Principe rimangono soltanto le fondamenta e le cornici di alcune porte e finestre. Nella chiesa principesca (Biserica Domnească), l'arte bizantina si afferma decisamente, nella pianta centrale, con le navi intersecantisi a forma di croce e inscritte in un rettangolo. L'influenza bizantina si riscontra pure in alcuni affreschi, mentre altri sono da considerare come magistrali lavori della scuola macedone. Pare che la chiesa sia stata fondata verso il 1330, ma altri la crede iniziata nel 1262; gli affreschi invece furono finiti solo durante il regno del principe Radu (1374-1384). Le tombe dei principi che vi si trovano ci hanno conservato preziosissimi gioielli e tessuti, che testimoniano chiaramente dei rapporti interceduti con l'Occidente, probabilmente con la Francia e con l'Italia mentre le ceramiche trovate nelle rovine del palazzo principesco sono soprattutto prodotti dell'arte indigena.
La chiesa episcopale, infine, fondata durante il regno del principe Neagoe Basarab (1512-1521), ebbe decorazione pittorica nell'interno, finita verso il 1526. Essa, nonostante il restauro radicale (1875-86) compiuto dall'architetto Andrée Lecomte de Nouÿ, è la più notevole delle costruzioni chiesastiche romene, come quella delle chiese derivate dalla scuola morava; ha tre absidi raggruppate intorno ad un rettangolo, e un ampio pronao. Di raro pregio le sue sculture decorative, derivate principalmente dall'arte georgiano-armena. Essa, come la chiesa precedente, ebbe grande importanza nello sviluppo moderno della costruzione di chiese romene.
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