CURIA MURIA (ar. Khuryān Muryān; A. T., 91)
Gruppo di 5 isole, avente una superficie complessiva di 76,2 kmq., posto presso la costa meridionale dell'Arabia, tra i capi Nus e Sharbatat, lungo un cordone che chiude la baia di Curia Muria. La profondità massima del fondo marino tra le isole e l'Arabia (che dista in media da 20 a 30 km.) è di soli 100 m., mentre subito a sud il fondo marino scende sotto ai 3000 m.
Delle 5 isole la maggiore è Hellāniyyah, con 56,5 kmq. (lunga 13.9 km., larga 7,8, alta m. 501), la sola stabilmente abitata da un centinaio di Arabi, parlanti un dialetto proprio, quasi tutti pescatori. Le altre si chiamano Gāsikī, Sōdā, Qarzawīt, e Ḥebeliyyah ed essendo esse la continuazione dei monti Samhan, sono costituite in prevalenza da terreni cristallini (graniti); nella maggiore sono stati trovati anche calcari cretacici e triassici regolarmente stratificati. Quasi senza acqua e senza alberi, le isole sono sterili e inospitali; esistono tuttavia depositi di guano. Denominate dagli antichi Insulae Zenobii erano già conosciute da Edrisi col nome attuale; scoperte da Alfonso d'Albuquerque nel 1503 furono visitate nel 1836 dal capitano Haines. Il sultano di Mascate le ha cedute nel luglio 1854 all'Inghilterra per farvi una stazione per cavi sottomarini. Attualmente dipendono da Aden.
Bibl.: L. F. De Magistris, Le isole Curian Murian, in Le comunicazioni di un collega, III (1896); Encycl. de l'Islām, II, p. 1033-34.