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CURATO

di Felice M. Cappello - Enciclopedia Italiana (1931)
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CURATO

Felice M. Cappello

. Questa voce (dal latino eccl. curatus "fornito di cura d'anime") indica generalmente colui che esercita la cura d'anime. Si dice anche "pievano, prevosto, parroco". Tuttavia, nel preciso linguaggio canonico, curato non è sinonimo di parroco, come curazia non è sinonimo di parrocchia. La parola curato ha tre significati. Talvolta indica il sacerdote che aiuta il parroco nell'esercizio della cura d'anime, cioè nell'amministrazione dei sacramenti, predicazione, assistenza degl'infermi, ecc., ed equivale a vicario coadiutore o cappellano. Più spesso indica il sacerdote che, dentro i confini della parrocchia, ha la propria chiesa e un territorio determinato, dove esercita la cura d'anime con poteri quasi parrocchiali; ordinariamente ne sono esclusi i funerali e l'assistenza ai matrimonî. Non di rado indica il sacerdote che ha la propria chiesa e il proprio territorio determinato, non però costituito canonicamente in vera parrocchia, dove egli esercita tutti i diritti e tutte le funzioni parrocchiali. In Italia, massime in alcune diocesi del Veneto, della Lombardia e dell'Emilia, la voce curato si usa nel secondo o nel terzo dei sensi predetti. I diritti del curato si desumono dalla bolla vescovile di nomina, dal sinodo diocesano, dalla legittima consuetudine, da speciali accordi intervenuti fra il curato e il parroco; lo stesso si dica delle obbligazioni. Il codice di diritto canonico non fa alcun cenno esplicito del curato. Sono applicabili le disposizioni riguardanti i vicarî coadiutori e cooperatori (canoni 175-477); e se si tratta di curato che abbia pieni poteri parrocchiali, è applicabile la disposizione del can. 451, § 2, cioè in tal caso il curato viene dal diritto equiparato al parroco cum omnibus iuribus et obligationibus paroecialibus (v. Parroco).

Vedi anche
prevosto Religione Titolo attribuito in alcuni monasteri al primo dignitario dopo l’abate, e in alcuni capitoli a chi ne cura i beni e la disciplina. In taluni luoghi è anche dato al vicario foraneo o al parroco. Storia Dignità in origine militare, con attribuzioni varie nelle diverse epoche e luoghi; ebbe particolare ... canonico Ecclesiastico che fa parte di un capitolo cattedrale o collegiale. I c. secolari, secondo l’attuale ordinamento, sono sacerdoti che formano un collegio cui spetta celebrare le funzioni liturgiche più solenni della propria chiesa. I c. regolari sono sacerdoti che costituiscono diversi ordini monastici, ... vicario religione V. di Cristo (lat. Vicarius Christi) Titolo che cominciò a essere assunto del papa, con coscienza del significato dottrinario in esso implicito, nella situazione di crisi dei rapporti tra papato e impero nell’età della lotta delle investiture (11°-12° sec.). In virtù della vicaria diretta di ... parrocchia Ente ecclesiastico territoriale di base che forma, assieme alle altre p. di una determinata partizione di territorio, la diocesi. Il can. 515 la definisce come una determinata comunità di fedeli, eretta stabilmente nell’ambito di una Chiesa particolare (la diocesi), la cui cura pastorale è affidata, ...
Tag
  • CODICE DI DIRITTO CANONICO
  • SACRAMENTI
  • LOMBARDIA
  • PREVOSTO
  • CURAZIA
Vocabolario
curato
curato s. m. [dal lat. mediev. curatus, der. di cura «cura (d’anime)»]. – In senso generico, chi esercita la cura d’anime (quindi sinon. di parroco). In partic., nel linguaggio canonico, il cappellano, cioè il sacerdote che aiuta il parroco...
curare
curare v. tr. [lat. cūrare, der. di cura «cura»]. – 1. a. Fare oggetto delle proprie cure, attendere con premura e diligenza a una cosa o a una persona: c. la famiglia, c. l’educazione dei figli; c. i proprî interessi, i proprî affari;...
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