CUPRAMONTANA (Κοῦπρα μοντάνα)
Antica città nell'interno del Piceno nominata da Plinio (Nat. hist., iii, 13) e da Tolomeo (iii, 1, 52). Sorgeva sulla destra dell'Esino presso Massaccio, che riprese nel 1862 il nome dell'antico centro, sulla cui ubicazione, voluta dai più nel luogo dell'attuale Ripatransone, tolse ogni incertezza la scoperta di una iscrizione dedicatoria ad Antonino Pio di pueri et puellae alimentari Cuprenses montani, avvenuta attorno al 1718 presso l'antica chiesa di S. Eleuterio, da tempo distrutta, che dette origine ad una interminabile polemica.
Il municipio romano, sorto molto probabilmente attorno ad un tempio dedicato alla dea Cupra, a cui appartengono verosimilmente gli avanzi di un grandioso tempio messi in luce nel 1922, era situato a circa 6oo metri dall'attuale paese, verso Iesi, in un largo ripiano che prende il nome dalla sunnominata Pieve di S. Eleuterio e si estendeva alla località Palazzi, Canalicchie, Murelle, Paganello, ove qua e là affiorano resti di antiche strutture murarie e dove brevi scavi condotti sulla fine del secolo scorso misero in luce, oltre il tempio, le terme; mentre già nel '700 si erano rinvenuti notevoli avanzi di un acquedotto, pavimenti in mosaico, frammenti di statue, iscrizioni, ecc.
La testimonianza più notevole del centro romano è presentemente costituita da un serbatoio di acquedotto.
Le poche epigrafi pervenuteci menzionano un duovir, decuriones, pueri et puellae alimentari e patroni.
Bibl.: M. Sarti, De antiqua Picentum civitate Cupramontana, 1748; G. Colucci, Della antica città di Cupramontana, in Antichità Picene, III, pp. 338-379; F. Menicucci, Memorie istoriche della Terra di Masaccio, in G. Colucci, Antichità picene, XX, pp. 2-265; C. I. L., IX, p. 544, n. 5699-5739; Smith, Dict. of Greek and Roman Geography, Nissen, Italische Landeskunde, Berlino 1902, II, p. 419; De Ruggiero, Diz., s. v.; C. Hülsen, in Pauly-Wissowa, IV, 1901, c. 1760, s. v., n. 2.