CUORE DI GESU E DI MARIA
. Il culto del cuore di Gesù e Maria cominciò esplicitamente nel sec. XVII. Da principio queste due divozioni furono proposte insieme; ma specialmente quella al Cuore di Gesù fu osteggiata dai giansenisti; quindi il crescente sviluppo della divozione al Cuore di Gesù fece passare in seconda linea la divozione al Cuore di Maria, finché dalla metà del secolo scorso si ebbe una ripresa di quest'ultima.
Il primo esplicito apostolo di queste devozioni è S. Giovanni Eudes, chiamato da Leone XIII "autore del culto liturgico dei SS. Cuori di Gesù e Maria", e da Pio X nel decreto di beatificazione "padre, dottore e apostolo" di questo medesimo culto. Il suo libro sul Regno di Gesù (1637) fu il primo passo del suo apostolato, che si estese sempre fino a dare stabilità all'opera sua.
Grande impulso a questo culto diedero le rivelazioni avute tra il 1673 e il 1689 da S. Margherita M. Alacoque (1647-1690) nel monastero della Visitazione di Paray-le-Monial. Per esse la devozione al S. Cuore di Gesù s'impostò definitivamente sui tre elementi essenziali, che da allora in poi l'hanno sempre distinta: amore, riparazione, zelo. Con il sostegno del beato Claudio de La Colombière (1641-1682) e di altri, finì per affermarsi in tutto il mondo. L'istituzione in Roma (1729) della confraternita del S. Cuore, a S. Teodoro, con facoltà di aggregare a sé altri consimili ceti, la concessione della messa e dell'uffizio fatta da Clemente XIII (1765) in favore di Roma e della Polonia, e poi estesa al Portogallo (1779) e altrove, la condanna delle proposizioni 62 e 63 pronunziata da Pio VI (1794) contro il sinodo giansenista di Pistoia superarono le ultime resistenze. Infine Pio IX estese a tutto il mondo la messa e l'uffizio suddetti (1856), e nel 1871 elevò la festa del S. Cuore al rito doppio di prima classe. Da quel tempo si sono avute altre manifestazioni più solenni, quali la consacrazione di tutta la Chiesa al S. Cuore (1875), la consacrazione del genere umano (1900) e la festa di Cristo Re (1925).
Quanto al culto per il Cuor di Maria, nel 1699 il padre Giovanni Pinamonti aveva dato alle stampe in Firenze l'opuscolo Il Sacro Cuore di Maria Vergine, che, tradotto nelle principali lingue, diffuse largamente la pratica di quel culto. Un secolo dopo, Pio VI, essendogli stato chiesto il permesso di celebrare la festa del Cuore di Maria, rimise la domanda "all'arbitrio dell'Ordinario, dando tutte le necessarie e opportune facoltà". Pio VII il 31 agosto 1805 estese la concessione a chiunque la richiedesse, e con breve del 20 dicembre 1806 elevò ad arciconfraternita la confraternita del Cuore di Maria in Roma. Una spinta ancor più efficace venne poi dall'altra arciconfraternita del Santissimo e Immacolato Cuore di Maria che mons. Desgenettes istituì nel 1836 a Parigi, divenuta in breve assai celebre, e poi dal culto di Nostra Signora del Sacro Cuore, iniziato a Issoudun in Francia lo stesso giorno (8 dicembre 1854) della proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione.
Prima della riforma liturgica del 1911 generalmente si celebrava la festa del Cuore di Maria o l'8 febbraio o la 3ª domenica d'agosto. Attualmente, in forza di un rescritto del 28 aprile 1914, la festa del Cuor di Maria è assegnata al sabato che segue la festa del Cuore di Gesù, cioè il giorno dopo. Per il fondamento teologico di questi culti v. gesù cristo, maria vergine.
Bibl.: San J. Eudes, Le coeur admirable de la Mère de Dieu, Parigi 1844; Vie et oeuvres de la B. Marguerite M. Alacoque, Parigi 1915; De Galliffet, De culto Sacrosancti Cordis Dei ac Domini Nostri Iesu Christi, Roma 1726; De Franciosi, La dévotion au Sacré-Coeur de Jésus et au Sainte-Coeur de Marie, Parigi 1877 (tradotto in italiano con una Appendice della devozione al Cuore Immacolato di Maria, Bologna 1875); Bainvel, La dévotion au S. Coeur de Jésus, Parigi 1919; Lintelo, Le Saint-Coeur de Marie, Parigi 1922; J. Croiset, La dévotion au Sacré Coeur de N. S. J. C., Digione 1680; E. Venturi, Origine, svolgimento e pratiche della divozione al Cuore ss. di G. C., Prato 1890; Anonimo (D. Simoni, certosino), Oportet illum regnare, Monza 928; S. Leonardi, Il simbolismo del S. Cuore di Gesù, Roma 1912.