CUNEO (fr. coin; sp. cuña; ted. Keil; ingl. wedge)
In meccanica si dà il nome di cuneo alla macchina semplice consistente in un solido acuminato, spesso prismatico. Esso è usato per dividere in due parti un corpo qualunque; hanno forma di cuneo i coltelli, le accette, i punteruoli e in genere gli strumenti da taglio e da punta.
Il cuneo rappresentato nella fig. 1 ha per sezione un triangolo isoscele A, B, C; il lato AB si denomina di testa; i lati AC e BC fianchi; il vertice C punta o tagliente. Se una forza P viene applicata sulla testa, il cuneo tende ad abbassarsi esercitando coi fianchi e in direzione normale a questi due azioni a cui si oppongono le reazioni R ad esse eguali e le cui componenti orizzontali chiameremo Q; per effetto di quelle due azioni i controcunei tendono ad allontanarsi. Dal poligono delle forze si rilevano i valori delle R, che per simmetria risultano eguali; indicando con 2α l'angolo al vertice del cuneo, si ha:
Proiettando la R sull'orizzontale si ottiene il valore di Q:
Ciò a prescindere dall'attrito che si verifica sui fianchi nella discesa del cuneo. Se si tien conto dell'attrito (fig. 2) si osserva che le nuove forze R′, esercitate dai fianchi, sono inclinate dell'angolo di attrito ϕ rispetto alle normali, in opposizione al moto. Dal poligono delle forze si ricava:
la cui proiezione orizzontale risulta:
Immaginando uno spostamento elementare ds dei controcunei, corrispondente a un abbassamento elementare del cuneo, il lavoro d'una delle forze esercitate dai fianchi sarà, non tenendo conto dell'attrito:
e tenendo conto dell'attrito:
Il rendimento η del cuneo si otterrà dal rapporto del secondto lavoro al primo:
Architettura. - Si dicono cunei i conci che compongono gli archi e le piattabande in pietra da taglio. La loro forma varia secondo i casi; ma sempre presenta due facce convergenti che son quelle per le quali i cunei combaciano fra loro.
I cunei delle piattabande sono solidi a sei o sette facce piane; nel primo caso ciascuna di esse è un quadrilatero, nel secondo invece sono quadrilateri solo quelle che corrispondono alle commessure con i conci vicini, mentre la faccia in vista e quella parallela ad essa sono pentagonali.
Negli archi la forma dei cunei varia secondo che si tratti di archi estradossati o no. Nel primo caso si tratta di solidi a sei facce quadrilatere, due delle quali sono curve e costituiscono la superficie d'intradosso e di estradosso dell'arco (v.) stesso. Tali facce curve sono generalmente porzioni di superficie cilindriche concentriche, ma possono anche avere centri diversi, come nel caso delle costruzioni bugnate quattrocentesche.
Negli archi non estradossati le facce dei cunei sono almeno sette, di cui solo una curva, quella che segue l'intradosso dell'arco. Le altre sono piane e, come per le piattabande, quella in vista e la parallela ad essa sono pentagonali, le altre quadrilatere.
La forma dei cunei è talvolta accentuata dall'architettura, specialmente nelle varie forme di bugnati classici e del Rinascimento. Talaltra invece è contraddetta dalla decorazione, come quando la cornice di archivolto, ornamento proprio dell'arco estradossato, è applicata ad archi composti di conci pentagoni. Particolare importanza decorativa assume generalmente il cuneo di centro che prende il nome di chiave o serraglia.
Archeologia. - Con questo nome erano indicati nei teatri e negli anfiteatri i settori in cui, mediante le scale, era divisa verticalmente la cavea (v.): il nome era derivato dalla forma di tali settori, stretti in basso e via via allargantisi in alto.