CUNEO (XII, p. 123; App. I, p. 492; II, 1, p. 739)
La popolazione del comune di C., che nel 1951 era di 39.867 ab., nel 1958 era aumentata a 44.150. Il capoluogo della provincia è perciò in leggero aumento, mentre la popolazione di tutta la provincia, dal 1951, ha subìto una sensibile flessione, essendo scesa da 580.478 ab. a 545.287 nel 1958.
La città di C. è andata (1948-1958) sviluppando, se pur lentamente, la sua economia e la sua struttura topografico-edilizia. I nuovi quartieri si sono soprattutto estesi lungo il corso Nizza, in corrispondenza dell'altopiano, che si prolunga ampio a sud della città. Lo sviluppo economico è stato favorito dalle centrali idroelettriche, che attualmente (1958), nella regione circostante alpina, salgono a 200, di cui una trentina di grandi proporzioni.
La produzione annua di energia elettrica si calcola nella provincia di C. a circa 1 miliardo di kWh. L'energia eccedente viene inviata alle industrie liguri ed alle ferrovie elettrificate liguri e piemontesi. Per effetto della aumentata produzione di energia si è verificato un decentramento delle industrie, una volta situate per lo più allo sbocco delle valli. La città di C. per la sua posizione geografica, che la isola dal resto del Piemonte e dalla pianura padana tutta, per la lenta ripresa industriale, per la non ricostruita ferrovia Cuneo-Tenda-Nizza, non può sviluppare la sua vita economica come altre città d'Italia. Le valli alpine che la circondano, delle quali C. è il centro di convergenza di ogni attività commerciale, costituiscono una vera e propria regione depressa. La flessione demografica si avverte soprattutto nelle zone montane: l'attrazione esercitata dalle industri città del piano piemontese e lombardo è quanto mai sentita. La montagna si spopola mentre i centri industriali cittadini aumentano la loro popolazione. La valle del Po (o valle di Crissolo) nel 1936 contava 15.506 ab., nel 1957 questi erano ridotti a 12.744; la valle Varaita da 17.060 ab. scendeva, nello stesso periodo di tempo, a 12.352; la val Grana da 11.496 a 9.467; la valle di Stura da 21.925 a 20.203. Qualche lieve aumento si notava invece in alcuni centri del piano: Verzuolo da 5.904 ab. nel 1951 a 5.976 nel 1957; Mondovì da 20.450 nel 1951 a 20.771; Saluzzo da 16.227 a 16.318. La provincia di Cuneo sta attraversando una grave crisi economica e demografica. L'industria del capoluogo è costituita da piccole e medie aziende, addette alla trasformazione dei prodotti locali (stabilimenti enologici, caseifici, concerie, industrie molitorie). Non manca qualche più grandioso complesso industriale come la cartiera di Verzuolo, alcune vetrerie e cementifici. Si pensa anche a sfruttare alcuni giacimenti di uranio, la cui produzione dalle 30 t nel 1952 è salita alle 154 nel 1957. Si fa anche uno sforzo per una più completa e adeguata organizzazione della industría turistico-alberghiera, valorizzando molte località adatte soprattutto agli sport invernali (Limone). Non viene trascurata l'agricoltura, ma la meccanizzazione di questa, se certamente può migliorare la qualità ed aumentare la quantità dei prodotti, ha per effetto una minore richiesta di mano d'opera.
Per la rinascita economica, oltre alla ricostruzione della ferrovia per Nizza, occorrerebbe anche sviluppare un vasto programma stradale, che consenta più rapide comunicazioni fra il Cuneese e il mare. Fra i varî progetti uno dei più importanti è quello della galleria stradale del Colle Ciriegia, che unirebbe Cuneo e la sua provincia ad una ricca regione alpina francese, e permetterebbe rapide comunicazioni con Nizza, Tolone e Marsiglia.
Bibl.: Camera di Commercio Industria Agricoltura, Indici della vita economica della provincia di Cuneo. Anni 1952-1957, Cuneo 1958; Camera di Commercio Industria Agricoltura. Ufficio Provinciale Statistico di Cuneo, Cuneo provincia dell'arco alpino, Cuneo 1959.