Vedi CUMA dell'anno: 1959 - 1973 - 1994
CUMA (v. vol. ii, pp. 970-973)
Una serie di saggi ha dato modo di accertare che la torre presso la porta sul lato meridionale dell'acropoli fu rifatta in epoca bizantina, forse contemporaneamente alle opere di restauro che, al tempo delle guerre gotiche, furono effettuate lungo il muro settentrionale dell'acropoli stessa.
Nella zona della città bassa sono stati messi in luce gli elementi architettonici marmorei che adornavano lo sbocco della cosiddetta Cripta romana (il passaggio sotterraneo che poneva in comunicazione la città bassa con la zona del porto), in direzione della piazza del Foro. Gli elementi architettonici confermano la datazione proposta per il taglio e l'utilizzazione del passaggio: fine dell'età repubblicana.
L'esame stilistico dei ricchi fregi d'armi che costituivano la decorazione dei porticati in tufo della piazza del Foro, ha permesso di stabilire che l'assetto definitivo della zona risale agli anni che precedono la metà del I sec. a. C.
Ad E del Foro, sul lato meridionale della strada che scendeva dall'Arco Felice, è stato parzialmente scavato e consolidato (1962), un edificio termale. Questo fu iniziato in età ellenistica (fine III, inizî II sec. a. C.), ma subì restauri nella prima età imperiale. Della costruzione originaria si conservano tepidarium, calidarium ed apodyterium. Quest'ultimo, delle dimensioni di m 7 × 14 arca, è coperto da una vòlta a botte la cui struttura presenta notevole interesse, essendo in cunei di tufo legati da pochissima malta cementizia. Le mura di questo e degli altri ambienti sono in opus incertum con blocchi di tufo uniti con malta nei punti di contrasto. L'edificio, che va datato in età precedente quella della porticus Aemilia di Roma, preserva presumibilmente l'esempio più antico di una vòlta in opera cementizia. I rifacimenti di età più recente interessano solo in parte gli ambienti sino ad ora esplorati.
Scavi nel Fondo Artiaco: in prossimità della tomba a thòlos già da tempo conosciuta, sono state scavate alcune tombe a camera ed a cassone della prima età ellenistica. Particolarmente notevoli per la struttura e le decorazioni, le due tombe a camera coperte a doppio spiovente e dipinte. Una, ancora del IV sec. a. C., ha decorazioni rosse su fondo bianco, con motivo ad onde stilizzate; l'altra, del III sec., reca elementi a festone. Fra i corredi di questo gruppo di tombe è da menzionare uno del IV sec. a. C., del quale fa parte uno specchio prenestino inciso, d'argento. La zona nella quale sono state scavate le tombe, assai prossima alla cinta muraria della città, in epoca arcaica non era, presumibilmente, occupata dalla necropoli. In prossimità delle tombe ellenistiche è stato infatti trovato un piano di calpestio con elementi ceramici della metà del VI sec. a. C. - fra cui frammenti di vasi attici e di tazze ioniche - che documenta come in età arcaica vi fosse un'area di rispetto, del resto presente anche a Capua, fra la zona extraurbana più prossima alle mura e l'inizio della necropoli propriamente detta. È anche possibile che ci si trovi di fronte ad un santuario suburbano.
L'esame critico e la valutazione dei problemi atti a chiarire i rapporti fra la fondazione di Pithecusae e quella di C., hanno portato a un dimensionamento delle cronologie. Mentre è evidente che le tombe cumane dello scavo Osta (v. Müller-Karpe in bibl.) risalgono ad un insediamento anteriore alla fondazione di Pithecusae e documentano pertanto rapporti fra Greci ed indigeni del continente in epoca anteriore all'età coloniale, il resto delle necropoli cumane sino ad ora esplorate ha restituito materiali, i più antichi dei quali devono essere considerati di qualche decennio più recenti rispetto ai più antichi scavati a Pithecusae. A C. pertanto bisogna riconoscere la presenza di traffici precoloniali e, in epoca successiva, la fondazione della colonia vera e propria, da porsi intorno al 730 a. C.
Bibl.: G. Vallet, Rhegion et Zancle, in Bibl. École Française, 189, Parigi 1959, cap. I; H. Müller Karpe, Beiträge zur Chronologie der Urnenfelderzeit nördlich und südlich der Alpen, Berlino 1959, pp. 36-42; 62 ss.; 209 s.; 234-237, tavv. 16-22; Atti del Primo Convegno di Studi sulla Magna Grecia: Greci ed Italici in Magna Grecia, Taranto 1961, Napoli 1962, passim; H. Christern, Der "Jüpitertempel" in Cumae, in Röm. Mitt., 73-74, 1966-67, pp. 232-241.