CUCCAGNA
. È un immaginario paese di delizie, rappresentato in maniera grossolana con laghi di grasso colato, montagne di formaggio, fiumi di vino o di latte, case di cacio pecorino, ecc. Talvolta il nome non allude a una località fantastica e allegorica, come la contrada di Bengodi, il paese di ser Godigliano, l'India Pastinaca, ma a un abitato realmente esistente, come S. Daniele del Friuli, forse per la celebrità dei suoi salumi. In Napoli fino al tramonto del sec. XVIII, a rappresentare il paese di cuccagna si faceva una costruzione di legno a varî piani, sopra uno sfondo dipinto di colline, di giardini, ecc., con botteghe cariche di commestibili, mandre di agnelli e di maiali, botti e fontane zampillanti vino, fantocci in veste di venditori: al segnale dato dal re, la folla si lanciava a saccheggiarla. I disordini che accadevano indussero a vietare simili feste; i fondi furono impiegati per dotare orfane ("maritaggi delle coccagne"). Secondo alcuni l'idea di questo immaginario regno dei piaceri si ricollegherebbe a rappresentazioni realistiche del Paradiso terrestre o del regno messianico proprie del millenarismo giudaico e cristiano; in forma burlesca, essa domina, nella letteratura del Medioevo e, con caratteri più accentuati, in quella degl'inizî dell'età moderna. Di tutto questo non rimangono oggi che il nome e l'albero. Quest'ultimo, come simbolo dell'abbondanza, si vede nelle feste dei villaggi. È un'antenna spalmata di grasso, in cima alla quale sono prosciutti, caciocavalli, ecc., premî a chi vi ascenda senza scala o altro mezzo. Pur avendo il nome di cuccagna, tale albero si confonde talora col maio o maggio. Così a Montedinove (Marche) l'albero della cuccagna è un pioppo che si ruba nella notte del 30 aprile.
Bibl.: A. Zenatti, Storia di Mampriano contadino, Bologna 1884, pp. lviii-lxii, cap. II; cfr. F. Novati, in Giorn. stor. della lett. ital., V, pp. 262-266; V. Rossi, Le lettere di A. Calmo, ecc., Torino 1888, Appendice; T. Garzoni, La piazza universale di tutte le professioni del mondo, Venezia 1586, pp. 667-668; G. Amalfi, Tradiz. ed usi della penisola sorrentina, Palermo 1890, pp. 52-54; L. Mannocchi, Feste, costumanze, superstiz. pop. del circondario di Fermo, Fermo 1921, pp. 82-83, 117; G. Pitrè, Bibl. delle trad. pop. d'Italia, Torino 1894; perle stampe popolari, v. il Catalogo della mostra d'iconografia popolare italiana, ordinata da F. Novati e A. Bertarelli.