CTESIFONTE (Κτησιϕῶν, Ctesiphon)
Capitale dell'impero persiano nell'epoca partica e sāsānide (129 a. C. - 637 d. C.). Fondata sul Tigri di faccia all'antica Seleucia come accampamento aulico degli Arsacidi, poi trasformata in residenza fortificata e in sviluppo continuo dopo la distruzione di Seleucia (164 d. C.), ebbe la sua maggiore estensione sotto i Sāsānidi nel sec. V e VI d. C. Era importante come centro della nuova civiltà iranica, basata sull'antíca tradizione achemenide e penetrata dall'influsso ellenico. La religione ufficiale era il mazdaismo di Zoroastro, ma esisteva una minoranza ebrea che nei suoi collegi coltivava le tradizioni della scienza greca, e un'altra cristiana, più numerosa, di confessione nestoriana, che possedeva parecchie chiese e la cattedrale di Kōkhē. Al tempo della conquista islamica (637) Ctesifonte, chiamata dagli autori arabi al-Madā'in (cioè "le città"), si componeva di 7 comuni e seguitò ad avere importanza fino alla fondazione di Baghdād (762).
La situazione delle rovine di Ctesifonte è a circa 40 km. a sud di Baghdād, intorno al villaggio di Salmān Pāk, così detto da un compagno di Maometto che ivi si ritiene sepolto. Il Tigri attraversa oggi l'area dell'antica città, avendo cambiato il suo corso verso oriente, sicché le rovine sulla riva occidentale, note come "Mura di Seleucia", appartengono di fatto alla fortificazione circolare di Ctesifonte, mentre le colline della stessa Seleucia si riconoscono a 3 km. più a ponente. Sulla riva orientale rimane, visibile da lontano, un imponente resto della residenza sāsānide, con una vòlta alta più di 30 m. e ampia 27 m., chiamata Ṭāq-Kisrà (Arco di Cosroe). Una spedizione germanica ha intrapreso sui luoghi di Ctesifonte una prima campagna di scavi (1928-1929). I lavori hanno messo in luce una parte della pianta del palazzo reale e le vicine rovine di una cinta che forse serviva per un'arena o per un parco. Nella parte occidentale sono state scoperte una chiesa nestoriana del sec. V o VI con coro rettangolare, una grande sepoltura a vòlta, di epoca partica (circa 125 d. C.), e presso il villaggio una casa privata del sec. IX. Dappertutto si sono ritrovate decorazioni murali in stucco con rilievi ornamentali, anche a figure, vasi di ceramica, smaltata o senza vernice, di epoca partica, sāsānide e abbāside, oltre a frammenti di vetro, resti di mosaico, ecc. Come materiale da costruzione si usava solo il mattone cotto o seccato all'aria.
I ritrovamenti dei suddetti scavi, che debbono essere proseguiti, sono esposti nella sezione islamica dei Musei di Berlino, ad eccezione di alcuni, che sono conservati nel museo di Baghdād.
Bibl.: M. Streck, Seleukia und Ktesiphon, in Der alte Orient, Lipsia 1907; e s. v. al-Madā'in, in Encycl. de l'Islām, III, Parigi 1928; O. Reuther, Die Ausgrabungen der deutschen Ktesiphon-Expedition im Winter 1928-29, Berlino 1930.