CSF (Colony stimulating factors)
Proteine necessarie alla regolazione del processo emopoietico, in grado di esplicare il suo effetto sulla cellula staminale, regolandone i processi di sopravvivenza, proliferazione e maturazione, ma anche sui progenitori commissionati e su cellule già differenziate e mature. Le CSF svolgono la loro azione legandosi ai recettori specifici presenti sulle cellule bersaglio: a seguito di questo legame si attiva un segnale e una conseguente risposta attraverso la membrana cellulare al fattore di crescita. Tipicamente, regolano il ciclo cellulare, ovvero il passaggio dalla fase quiescente (fase G0) alla crescita cellulare (fase G1), la divisione cellulare (mitosi), la migrazione, la differenziazione e la sopravvivenza. Con lo stesso termine si identificano anche le citochine, molecole proteiche prodotte da vari tipi di cellule in risposta a uno stimolo: possono avere un effetto autocrino, con azione sulla stessa cellula che ha prodotto la sostanza o paracrino, con azione a distanza. Si possono classificare i fattori di crescita in tre distinte categorie: (a) fattori che agiscono sul ciclo cellulare delle cellule staminali quiescenti, cioè le interleuchine (IL) 1, 6, 12, 11, lo Stem cell factor (SCF) e il Granulocyte-stem cell factor (G-SCF); (b) fattori che agiscono sui progenitori multipotenti, come le interleuchine 3 e 4 e il Granulocyte-macrofage stem cell factor (GM-SCF); (c) fattori linea-specifici che agiscono sui progenitori commissionati e/o su cellule mature, quali l’eritropoietina, il G-SCF, l’interleuchina 6, la trombopoietina, l’Epidermal growth-factor (EGF). Esistono due famiglie distinte di recettori, che sono quelli a struttura tirosin-chinasica (per es., SCF ecc.) e i non tirosin-chinasici (G-SCF IL-3, IL-4 ecc.). L’uso dei fattori di crescita negli ultimi anni è incrementato: il loro impiego serve a ridurre la fase di neutropenia dopo chemioterapia per tumori solidi e/o malattie ematologiche (linfomi), la neutropenia nelle sindromi mielodisplastiche, nelle anemie aplastiche, nelle leucemie post-chemioterapia e post-trapianto di midollo.
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