CRUSCA (dal germ. krūska; fr. son, bran; sp. salvado; ted. Kleie; ingl. bran)
È il residuo principale della molitura dei cereali, costituito essenzialmente dalle squame del pericarpo: prima di essere eliminata è sottoposta a spazzolatura per asportarvi la maggior parte dei residui farinosi ad essa aderenti. Nelle fasi successive di pulitura e raffinatura delle semole si separa un altro residuo analogo, ma costituito da squamette più piccole e più farinoso, detto cruschello. La quantità e qualità della crusca e del cruschello ricavate dipende dalla qualità del cereale e dalla resa in farina. Nella molitura del frumento con una resa in farina del 75% si ottengono il 10% di crusca ed il 4% di cruschello. Le crusche prendono il nome dei cereali da cui derivano: crusche di frumento, di segale, di granoturco, di grano saraceno, di orzo, di avena, ecc.
Chimicamente le crusche sono caratterizzate dall'essere più ricche in proteina, in grassi e in cellulosio del cereale da cui derivano, e di essere, al contrario, molto più povere in estrattivi non azotati (amido). La crusca di frumento - la più importante per la quantità che se ne produce - ha la seguente composizione chimica: proteina greggia 14,3%, grasso greggio 4,3%, estratti inazotati 52,2%, cellulosio 10,2%, sostanze minerali 4%. Questa composizione varia tuttavia entro limiti notevoli in relazione ai sistemi di molitura e alle qualità di grano.
Le crusche appartengono alla categoria dei mangimi concentrati. Ai boviní se ne possono somministrare quantitativi variabili da kg. 0,500 a kg. 5 al giorno e per capo, secondo il peso vivo e l'età: sono raccomandate specialmente per quelli da latte e da ingrasso. Per i suini le dosi variano da kg. o,200 a kg. 2 per giorno e per capo. Ai cavalli si possono somministrare insieme con le granaglie frantumate (avena, fave, orzo) oppure mescolate alla paglia trinciata in dosi variabili da kg. 0,5 a kg. 3. Agli ovini e ai caprini le crusche convengono in misura di kg. 0,100 a kg. 0,800 al giorno e per capo. Sono anche largamente usate nella confezione dei pastoni del pollame e dei conigli.
Le crusche, e specialmente quella di frumento, sono frequentemente oggetto di sofisticazione con i prodotti più svariati, come la colla macinata di riso, i gusci di arachide, le farine di mondiglie, l'avorio vegetale o corozo, la segatura di legno, il talco, ecc. Da ciò la necessità, nell'acquisto, delle opportune garanzie sia in base all'analisi chimica sia eventualmente in base all'esame microscopico.
Bibl.: R. Giuliani, Mangimi concentrati e prodotti complementari dei foraggi nell'alimentazione del bestiame, Firenze 1926.