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CRUSCA

di Renzo Giuliani - Enciclopedia Italiana (1931)
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CRUSCA (dal germ. krūska; fr. son, bran; sp. salvado; ted. Kleie; ingl. bran)

Renzo Giuliani

È il residuo principale della molitura dei cereali, costituito essenzialmente dalle squame del pericarpo: prima di essere eliminata è sottoposta a spazzolatura per asportarvi la maggior parte dei residui farinosi ad essa aderenti. Nelle fasi successive di pulitura e raffinatura delle semole si separa un altro residuo analogo, ma costituito da squamette più piccole e più farinoso, detto cruschello. La quantità e qualità della crusca e del cruschello ricavate dipende dalla qualità del cereale e dalla resa in farina. Nella molitura del frumento con una resa in farina del 75% si ottengono il 10% di crusca ed il 4% di cruschello. Le crusche prendono il nome dei cereali da cui derivano: crusche di frumento, di segale, di granoturco, di grano saraceno, di orzo, di avena, ecc.

Chimicamente le crusche sono caratterizzate dall'essere più ricche in proteina, in grassi e in cellulosio del cereale da cui derivano, e di essere, al contrario, molto più povere in estrattivi non azotati (amido). La crusca di frumento - la più importante per la quantità che se ne produce - ha la seguente composizione chimica: proteina greggia 14,3%, grasso greggio 4,3%, estratti inazotati 52,2%, cellulosio 10,2%, sostanze minerali 4%. Questa composizione varia tuttavia entro limiti notevoli in relazione ai sistemi di molitura e alle qualità di grano.

Le crusche appartengono alla categoria dei mangimi concentrati. Ai boviní se ne possono somministrare quantitativi variabili da kg. 0,500 a kg. 5 al giorno e per capo, secondo il peso vivo e l'età: sono raccomandate specialmente per quelli da latte e da ingrasso. Per i suini le dosi variano da kg. o,200 a kg. 2 per giorno e per capo. Ai cavalli si possono somministrare insieme con le granaglie frantumate (avena, fave, orzo) oppure mescolate alla paglia trinciata in dosi variabili da kg. 0,5 a kg. 3. Agli ovini e ai caprini le crusche convengono in misura di kg. 0,100 a kg. 0,800 al giorno e per capo. Sono anche largamente usate nella confezione dei pastoni del pollame e dei conigli.

Le crusche, e specialmente quella di frumento, sono frequentemente oggetto di sofisticazione con i prodotti più svariati, come la colla macinata di riso, i gusci di arachide, le farine di mondiglie, l'avorio vegetale o corozo, la segatura di legno, il talco, ecc. Da ciò la necessità, nell'acquisto, delle opportune garanzie sia in base all'analisi chimica sia eventualmente in base all'esame microscopico.

Bibl.: R. Giuliani, Mangimi concentrati e prodotti complementari dei foraggi nell'alimentazione del bestiame, Firenze 1926.

Vedi anche
farina Alimentazione Prodotto della macinazione di sostanze vegetali essiccate. Le più importanti f. naturali si ottengono dai cereali (frumento, segala, orzo, granturco, dura, riso, avena ecc.), altre da leguminose (fagioli, fave, piselli, soia), dalle castagne, dal grano saraceno ecc. Presentano caratteri ...
Tag
  • AVORIO VEGETALE
  • GRANO SARACENO
  • GRANOTURCO
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  • ARACHIDE
Altri risultati per CRUSCA
  • crusca
    Enciclopedia on line
    Residuo della macinazione dei cereali, costituito da scagliette, larghe e ben distinte, provenienti dagli strati esterni delle cariossidi; ricca in cellulosa, è usata per l’alimentazione degli animali che, al contrario dell’uomo, sono in grado di digerirla e di utilizzare le sostanze nutritive in essa ...
Vocabolario
crusca
crusca s. f. [dal germ. *krūska]. – 1. a. Residuo della macinazione dei cereali (detto anche semola, sinon., questo, divenuto ormai prevalentemente region., e oggi usato con sign. specifico per indicare la farina di grano duro), costituito...
cruscata
cruscata s. f. [der. di Crusca (v. crusca)], ant. – 1. Discorso o scritto che tratta di cose di lingua in base ai principî che nel passato furono tipici degli accademici della Crusca. 2. Adunanza di accademici della Crusca.
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