crudele
Aggettivo assai raro nella prosa, più frequente invece in poesia (ma escluso per motivi intuibili dalla terza cantica), mostra una gamma di significati o di sintagmi piuttosto ridotta, specie rispetto al concorrente ‛ crudo ' (v.).
Col valore di " amaro ", " feroce ", " tristo ", " fiero ", " malvagio ", " spietato ", " insensibile ": Vn VIII 5 6 Morte in genti' core / ha miso il suo crudele adoperare; Rime C 49 e la crudele spina / però Amor di cor non la mi tragge; Rime dubbie VIII 1 Nulla mi parve mai più crudel cosa / di lei, e ancora IV 2 e 10, XII 6, XVII 14; Cv II I 3 mansuescere e umiliare li crudeli cuori. Frequente nella prima cantica, pur non giungendo al rilievo di una parola-chiave: VI 13 Cerbero, fiera crudele e diversa; VII 15 [Pluto] la fiera crudele; XXIII 17 ei ne verranno dietro più crudeli / che 'l cane; XXXIII 110 O anime crudeli. Inoltre, Pg XX 91 Veggio il novo Pilato sì crudele; e in funzione predicativa, unito al verbo ‛ essere ': If XXXIII 40 Ben se' crudel, se tu già non ti duoli. Anche nel Fiore: XIV 11 molt'è crudel chi per noi non vuol fare; LXXIII 4 Malabocca, il mi' crudel nemico; LXXVII 4 sì la [Ricchezza] trovai ver me crudele e fera; CVI 4 le porto crudel nimistate; CXVI 1 una crudel costuma abbiamo; CLXXXVI 3 crudel torto.
Inclina invece verso il traslato in senso passivale (" oggetto di crudeltà ") in Pg I 3 la navicella del mio ingegno, / che lascia dietro a sé mar sì crudele. Con analoga pregnanza e sintagma ellittico, in If XI 3 venimmo sopra più crudele stipa, cioè " folla, calca di anime tormentate più crudelmente " (Sapegno).
Sostantivato, al femminile, la crudele vale " donna fiera, restia ": Rime C 26 questa crudel che m'è data per donna; CIII 54 la crudele che 'l mio [cuore] squatra. Anche nella spuria (forse di Cino da Pistoia, ma fra le autentiche in Fraticelli e Moore) È non è legno di sì forti nocchi 3 " esta crudel, che mia morte perpetra ".
Al maschile, nel vocativo, in Pg VI 109 Vien, crudel, vieni; isolato il neutro, per " crudeltà ", in If II 100 Lucia, nimica di ciascun crudele. Nel Fiore, infine, quel crudele è per antonomasia Schifo (XVI 6, CCV 10).