Vedi CROTONE dell'anno: 1959 - 1973 - 1994
CROTONE (v. vol. ii, p. 964)
Le due tradizioni sulla fondazione di C., l'una collegata al passaggio di Eracle in Italia, l'altra all'ecista Miscello che per ordine dell'oracolo di Delfi avrebbe fondato la città, confluiscono nelle monete, dove è possibile riscontrare come emblema dì C. il tripode delfico e, nel V sec. a. C., trovare l'effigie di Eracle con la scritta οἰκιστάς. Dopo essere stata sottoposta all'influenza politica di Sibari e dopo essere stata battuta dai Locresi presso il Sagra, C. giunse al suo floruit politico ed economico fra la fine del VI e la prima metà del V sec. a. C.: l'insegnamento di Pitagora portò ad una rapida trasformazione dello stato in senso conservatore e aristocratico favorendo le mire espansionistiche della città: dopo la distruzione di Sibari, C. spingeva il suo territorio in tutta l'odierna Calabria settentrionale. Dopo la fondazione di Thurii e nel corso del IV e III sec. a. C., C. subì le imposizioni dell'imperialismo siracusano e dovette lottare contro i Bruzi. Conquistata dai Romani nel 277 a. C., passò poi ad Annibale. Nel 194 a. C. divenne colonia romana e fu retta da duoviri, ma perse ogni importanza, anche se viene ricordata dalle fonti ancora nel VI sec. d. C.
La città antica, che è in parte ricoperta dal centro moderno, non è stata finora oggetto di scavi regolari: della cinta fortificata che doveva estendersi per un circuito di circa 12 miglia (Liv., xxiv, 1-3) è stato rinvenuto un breve tratto, attualmente invisibile, che presentava quattro filari di blocchi calcarei con piccole pietre di riempimento, secondo una struttura assai simile a quella delle mura dei centri megalogreci nel IV sec. a. C. Il resto della cinta muraria, così come è stato supposto dal Byvanck, presenta molti motivi d'incertezza. È comunque certo che l'area dell'antica città era chiusa nella piana delimitata dal sistema collinoso della Presila. L'acropoli doveva sorgere nel sito dove nel 1541 fu edificato il castello da don Pedro di Toledo. Intorno ad essa si svolgeva il centro abitato, del quale sono state scoperte tracce di età ellenistica nella zona dell'odierna V. Vittorio Veneto e nella località detta "Fondo Gesù" nella quale, nel 1875, fu rinvenuto un quartiere con case e pozzi, forse a carattere industriale. Non lontano dall'odierna stazione della ferrovia calabro-lucana doveva essere un edificio di probabile destinazione templare, dal quale proviene un'antefissa a testa gorgonica della fine del VI sec. a. C. Nella zona detta "Vigna nuova", nel 1911, fu rinvenuto un tratto di costruzione greca, con parallelepipedi in pietra locale a sagoma curva, disposti a gradini, forse pertinenti ad un teatro. Una necropoli tardo-romana è stata rinvenuta sotto l'edificio della Banca d'Italia, in piena area urbana, segno questo di un arretramento dell'abitato in epoca tarda. Non sono state finora rinvenute necropoli di età greca.
Bibl.: Per i rinvenimenti: Not. Scavi, 1880, p. 562 ss.; 1897, p. 238 ss.; 1912, Suppl., p. 62 ss.; 1932, pp. 387 ss.; 364 ss. Per la topografia: A. W. Byvanck, in Röm. Mitt., XXIX, 1914, p. 145 ss. Per la storia: E. Ciaceri, Storia della magna Grecia, Milano 1927-32, passim; J. Bérard, La colonisation grecque, Parigi 1957, passim.
Museo. - Il museo di C., aperto nel 1967, raccoglie i materiali già donati allo Stato, in precedenza riuniti in un piccolo museo civico. La preistoria è rappresentata da alcuni manufatti neolitici provenienti dal Catanzarese e dai materiali rinvenuti nella necropoli protostorica di Cirò. Nella parte topografica dedicata a C. sono raccolti i reperti provenienti dal territorio della città: alcune antefisse arcaiche a testa gorgonica, una cospicua serie di bronzetti italici del 1v-ii sec. a. C., testimonianza del contingente bruzio operante in quel periodo nella zona, un rilievo sepolcrale a forma di antefissa, del tipo attestato anche in Sicilia, con la testa di un giovane di tipo postfidiaco e numerose terrecotte e ceramiche ellenistiche. Il santuario di Hera a Capocolonne è rappresentato dalla documentazione di terrecotte architettoniche pertinenti a due gruppi cronologicamente distinti e dai frammenti marmorei plastici provenienti dal frontone. A Cirò è dedicata una saletta nella quale sono esposti un kouros di tipo arcaico e i materiali provenienti dal tempio di Apollo (capitelli ellenistici, antefisse di tipo tarantino, terrecotte votive ellenistiche); anche Caulonia è rappresentata dalle terrecotte architettoniche della Passoliera e da una ricca serie di arule tardoarcaiche, con decorazione a lotta di animali. Fra i monumenti esposti da notare anche alcune arule con decorazione a cilindretto della metà del VI sec. a. C., provenienti dall'agro di Sibari, e un bell'esemplare di pithos decorato a rilievo. La collezione ceramica presenta soprattutto una ricca documentazione di materiale àpulo (un'hydria della scuola del Pittore di Tarporley e molti vasi del periodo più tardo, parecchi esemplari della ceramica di Gnathia). Nel museo sono anche esposte una raccolta numismatica e una collezione di terrecotte votive provenienti dalla Magna Grecia (soprattutto Locri, Policoro e Taranto).
Bibl.: F. v. Duhn, in Not. Scavi, 1897, p. 283 ss. (materiali varî); P. Orsi, ibid., 1911, Suppl., p. 62 ss. (materiali del tempio di Hera); 1912, Suppl. pp. 62-64 (terrecotte ellenistische da Crotone); 1921, p. 490 ss. (necropoli protostorica di Cirò); id., in Atti Soc. Magna Grecia, 1932 (tempio di Apollo a Cirò); R. Lucente, in Not. Scavi, 1932, p. 364 ss. (materiali greci e tardoromani di Crotone); G. Pesce, in Boll. d'Arte, XXVIII, 1934, p. 516 ss. (materiali dell'agro sibaritano); id., ibid., XXIX, 1935, p. 228 ss. (antefissa di Serrarossa); A. De Franciscis, G. Foti, M. Cristofani, in Klearchos, 1967 (koùros di Cirò, terrecotta di Medma, bronzetti italici di Crotone); M. Cristofani, in Arch. Cl., XIX, 1967 (terrecotte architettoniche del tempio di Hera Lacinia).